
(Elena Basile – lafionda.org) – Leggo le dichiarazioni dei principali esponenti politici occidentali di fronte all’assassinio di Yahya Sinwar, capo dell’organizzazione (definita terroristica) Hamas, ma anche colui che pareva disposto a trattare con Israele al fine di trovare una soluzione al rebus: rilascio degli ostaggi in cambio del cessate il fuoco.
Tutt’altro che una equazione difficile da risolvere se Israele non avesse un governo a questo punto anch’esso terrorista, che nei fatti si oppone a qualsiasi ipotesi che non contempli l’utilizzo della forza bruta militare. Dal loro punto di vista non c’è spazio per all’avvio di negoziati per affrontare diplomaticamente tanto le comprensibili esigenze di sicurezza di Israele, quanto le sacrosante rivendicazioni del popolo palestinese, un popolo martoriato a partire dall’esodo del 1948.
Nell’atteggiamento dei leader europei, non c’è nulla che richiami ad esempio la postura di Olof Palme, il compianto leader di una socialdemocrazia svedese, amante della pace e del vero progresso sociale, ormai sepolta nel passato remoto.
Leggevo insomma le dichiarazioni di Biden, Macron, Rutte e dei tanti altri come loro, e mi sembrava di palpare il nichilismo occidentale, ben descritto da Emmanuel Todd nel suo libro “La disfatta dell’Occidente”, che grazie all’editore Fazi è disponibile ora anche in Italia.
Il nichilismo è tipico di una classe al potere che ha smarrito la propria identità e il proprio ruolo nella Storia.
La povertà culturale delle classi dirigenti odierne testimonia il loro asservimento ai padroni della finanza e l’esaurimento di una concezione alta della politica, come dimensione in cui si combinano senso degli interessi nazionali e proiezione ideale.
Celebrare l’assassinio dei leader nemici, considerati terroristi non in base a parametri universali, ma a criteri rispondenti all’esigenza di una parte, manifesta il più grande disprezzo per la morte di un essere umano.
I greci antichi assicuravano la sepoltura dei nemici morti in quanto vi è nella scomparsa di un essere umano il mistero del nostro destino esistenziale.
Non c’è bisogno di aderire a una religione rivelata per comprendere i fondamenti dell’umanesimo.
Mi piacerebbe chiedere a quanti si rallegrano per la scomparsa di un terrorista se per un secondo riescono a mettersi nella pelle delle vittime palestinesi o irachene.
Quante ragioni avrebbero allora questi esseri umani che non sono certo diversi da noi per abbracciare l’odio e il terrorismo? Per cercare di uccidere Netanyahu e i suoi complici? Per assassinare G.W. Bush, responsabile di migliaia e migliaia di vittime innocenti in Iraq? O fare lo stesso con Obama, premio Nobel della pace, malgrado le sue politiche di guerra “dal volto umano”?
Mi domando se veramente vogliamo abdicare alla diplomazia, alla politica, al nostro umanesimo per sposare il fanatismo militarista che ci sta portando alla catastrofe della guerra totale.
Il governo di Netanyahu ha minori scusanti di una organizzazione terrorista, nata per la liberazione di un popolo sotto occupazione. Non ho mai visto, come afferma Gideon Levy, una potenza occupante che si presenta al mondo come vittima.
Nell’intero spazio politico mediatico, si ripete un ritornello atroce: cosa mai potrebbe fare il povero Israele aggredito per punire i suoi aggressori terroristi, da considerare come feccia dell’umanità?
Il circuito accademico-giornalistico cerca di convincere l’opinione pubblica che in fondo non ci sono alternative alle 43.000 vittime (di cui 17.000 i bambini). Del resto, i palestinesi si “autogenocidano”, quasi se lo meritano nel momento in cui hanno appoggiato Hamas.
Come una serpe, questa propaganda, accompagnata da lacrimucce e buoni sentimenti, penetra nel cuore e nelle menti della gente.
Da un lato ci sono i palestinesi, i libanesi, gli iraniani come umanità di serie minore, colpevole e complice a prescindere, della cui morte l’uomo bianco e timorato di Dio si rallegra; dall’altra le popolazioni degne, la cui morte va vendicata nel modo più brutale possibile.
La situazione è talmente enorme che persino il nostro governo di destra alza il capo di fronte alla vergognosa aggressione delle forze di interposizione delle Nazioni Unite.
Nel frattempo Israele continua come nulla fosse e procede con il massacro a Gaza, in Cisgiordania, in Libano. E la comunità occidentale, a guida USA, che fa? Risponde con un timido rimbrotto, ma solo se a essere minacciati sono i soldati Onu o se vengono uccisi reporter o operatori medici .
Come fate ad accettare tutto questo, voi che la domenica andate in chiesa e sareste cacciati come farisei da un Cristo ritornato?
Gridiamo da tempo nel deserto che bisogna obbligare Israele, economicamente e militarmente dipendente dall’Occidente, al cessate il fuoco permanente a Gaza. Che bisogna imporgli un negoziato con una rappresentanza palestinese dal popolo legittimamente scelta. Il tutto in cooperazione con Cina, Russia e gli altri attori medio orientali. Ma di tutto questo non v’è traccia dei proposito dei nostri governanti.
I fatti del 7 ottobre in ferocia hanno forse (se un’inchiesta indipendente lo proverà) eguagliato le rivolte degli schiavi. Ma non era finito il tempo degli schiavi?
Finalmente un po’di umanità. Grazie
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“ L’articolo 3 comune delle Convenzioni di Ginevra del 1949 stabilisce che la presa di ostaggi durante un conflitto interno è un crimine di guerra e resta proibito in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. “.“Basile deprecava che Hamas avesse preso pochi ostaggi americani: se fossero stati di più, questo il ragionamento da premio Nobel per il cinismo, Biden sarebbe stato costretto a negoziare.
L’idea che gli ostaggi siano da compatire tutti alla stessa maniera in quanto esseri umani, a prescindere dal fatto che la loro nazionalità li renda merce pregiata per una trattativa, deve apparirle una concessione al romanticismo (come «democrazia» e «libertà», cascami occidentali privi di significato che non le suscitano alcuna emozione)” – Le donne rapite in Israele durante l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 sarebbero state violentate e da quei rapporti sessuali forzati sarebbero nati nei bambini. Ne sono convinti i rappresentanti del Forum delle famiglie degli ostaggi israeliani, in considerazione dei numerosi racconti che confermano gli stupri – L’unica “umanita’” in vigore qui e’ quella a targhe alterne –
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Appunto di targhe alterne si parla: di un popolo da più di 70 anni ostaggio di fanatici integralisti religiosi. E della umanità pelosa di chi considera solo una parte in diritto di esercitare la presa di ostaggi perché considerata”democrazia”.
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Ma infatti, ‘Ed’, perché non ti fai spiegare da Rula come si comporta la civiltà del diritto israhelliana?
Gente torturata tenuta legata, con flebo e pannolone per restare ferma mentre la tartassano quando e quanto vogliono.
Circa 50 prigionieri palestinesi sono morti già nei centri di tortura israhelliani.
Questo sì che è rispettare i diritti civili.
Mi dispiace solo che anche te non venga scambiato per un terrorista di hamazz.
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Grazie Ambasciatore, avanti
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Come molti altri, anche io ho visto il video dell’assassinio di Sinwar. E l’ho trovato ripugnante. Un vecchio, solo e ferito che lancia il suo bastone verso il drone che lo ha braccato. Ucciso come un cane, come tutti i Palestinesi considerati dagli Israeliani tumori infetti da estirpare con le cattive o con le cattive dalla loro terra, loro dei Palestinesi, non dei Sionazisti. Avevano paura di portarlo davanti a un tribunale che lo giudicasse per i suoi crimini? No, chiaro, per le escrescenze tumorali del Grande Israele i tribunali non servono
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“Un vecchio, solo e ferito che lancia il suo bastone verso il drone che lo ha braccato. Ucciso come un cane…”.
Ma va a ciapà i ratt!
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Bellissimo articolo. La Basile è sempre la migliore. Ma la diplomazia ormai a cosa serve?
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La logica oramai è questa, in Ucronazia come in Zionazistan è uguale alla pazzia paranoide.
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aa
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Salvini avrà commentato “non ci mancherà”
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Il povero vecchietto ai giardinetti che alza il nipotino con l’AK-47 , che tenerezza !
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Izrahell ha appena deciso di eliminare le banche dal Libano, anche loro sono ‘terroriste’:
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