
(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – Pochi o pochissimi che siano, i lettori di questa rubrica daranno atto al Tiratore di avere anticipato la nomina di Alessandro Giuli al ministero della Cultura in tempi non sospetti. Quando, per capirci, il graffio sulla fronte di Sangiuliano non era ancora un apostrofo rosa tra il nome Boccia e la nomina sparita.
Da studiosi della semiotica applicata ai campioni della destra televisiva – le cravatte shocking di Italo Bocchino, il taccuino shining vergato da Mario Sechi (il mattino ha l’oro in bocca?) – notammo sulle guance dell’allora presidente della Fondazione Maxxi la comparsa di due cespugliose basette da parata. Che subito ci apparvero anticipatrici di più straordinari accadimenti, un po’ come il Gran Pavese esibito sulla nave ammiraglia. Che egli già fosse al corrente di qualcosa?
Orbene anche l’ultimo esame sostenuto alla Sapienza dal prossimo laureando in Filosofia è a suo modo rivelatore di uno stile immortalato nei ritratti giovanili di Lord Brummell nella campagna inglese (ma senza levrieri al guinzaglio). Il nuovo, anzi l’antico ministro, “completo grigio, fazzoletto da dandy nel taschino, cravatta ghiaccio color barba” è apparso ai molto severi esaminatori (uno dei quali aveva avuto modo di esaminare il Mago Otelma) “limpido”, “senza cedimenti né timori”, capace di rispondere a “domande difficili e anche un po’ cattivelle con grande competenza e preparazione” ( Repubblica). Tanto che al termine della prova (Teoria della dottrine teologiche) gli accompagnatori del ministro ormai sgravato non trattenevano la soddisfazione per il bellissimo esame. Mancava solo che dicessero: pesa quattro chili e il puerpero adesso riposa.
Davanti a tanta brillantezza non si comprende come mai la commissione nel conferire il meritato Trenta non lo abbia addobbato con la Lode. Per malinteso spirito antifascista? O per non alimentare la contestazione degli studenti del collettivo “Cambiare Rotta”? Ai quali, nell’affrontare quanto prima l’esame di laurea, Giuli potrà pur sempre far distribuire delle brioches. Prima di partire su un tiro a quattro per il Congresso di Vienna.
Non disperiamo, sento che ci darà tante soddisfazioni…
Parliamo di un asino di razza!
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“Il giovanotto e’ uno studente che studia che si deve prendere una laura.” Nessuno può impedire al giulivo neoministro della Cultura di cingersi la testa con una corona d’alloro, sebbene non sia più un giovanotto e non sia stato uno studente modello. Ma non avendo fatto il politicante come altri suoi illustri predecessori (che perlomeno avevano il merito di essere eletti) quale era la necessità di metterlo a capo di un ministero? Sono da considerare meriti particolari scrivere su giornali o libri che vengono letti da quasi nessuno? Tra le pubblicazioni più di note si può annoverare un”aquila fascista stampata sul proprio petto?
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Obiettivamente, prendere 30 a un esame universitario della Facoltà di Lettere e Filosofia, in genere, non è difficile: basta studiare bene, non sono necessari originalità né spirito critico.
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