Non è difficile immaginare una giovanissima Giorgia Meloni nelle vesti di agguerrita contestatrice dell’ordine costituito. Difficile che all’età di 17 o 18 anni abbia contestato un governo Berlusconi (di cui più tardi […]

(di Antonio Padellaro – ilfattoquotidiano.it) – “Proverò simpatia per i giovani che contestano. L’ho fatto pure io. Anche quando scenderanno in piazza per contestare le politiche del nostro governo. Come ha detto Steve Jobs: siate affamati, siate folli. Io aggiungerò: siate liberi”. Giorgia Meloni presenta il suo governo in Parlamento il 25 ottobre 2022

Non è difficile immaginare una giovanissima Giorgia Meloni nelle vesti di agguerrita contestatrice dell’ordine costituito. Difficile che all’età di 17 o 18 anni abbia contestato un governo Berlusconi (di cui più tardi avrebbe fatto parte). Proveremo, perciò, ad anticipare leggermente la lancette della storia al 1992: ci sembra di vederla la quindicenne Giorgia che, iscritta al Fronte della Gioventù, capeggia (se non lei chi altro?) all’istituto Amerigo Vespucci di Roma la protesta studentesca di destra contro le politiche del governo Amato. Mentre Giorgia organizza i suoi manipoli immaginiamo per un attimo che ministro dell’Interno non sia l’anonimo Enzo Bianco bensì il tosto Matteo Piantedosi. E che all’Istruzione, al posto del distaccato linguista Tullio De Mauro, sieda Giuseppe Valditara, terror degli studenti. Immaginiamo, infine, che al tempo fossero già in vigore contro i contestatori ( tipo Giorgia Meloni) le norme che sarebbero poi state approvate dal governo presieduto dalla omonima Giorgia Meloni. Dunque, in questa rivisitazione ucronica (si dice così?) degli eventi di una trentina di anni fa immaginiamo che Giorgia venga fermata dalle guardie per i seguenti reati. 1.Occupazione di beni immobili (avendo ella occupato le aule della scuola, come del resto facevano e avrebbero fatto tutti gli studenti contestatori di sinistra e di destra dal ’68 in poi). Con l’aggravante della “minaccia”, in seguito, poniamo, a una vivace discussione avuta da Giorgia medesima con il personale dell’istituto, poi “convinto” a farsi da parte (pene da 2 a 7 anni, inasprite dal governo Meloni). 2. Imbrattamento di cose mobili e immobili avendo Giorgia, poniamo, scritto con un pennarello su un muro dell’edificio: “Scuola occupata” (pena da 1 anno e mezzo a cinque anni, inasprita dal governo Meloni). 3. Danneggiamento di cose mobili e immobili: i banchi indebitamente usati, poniamo,per ostruire l’ ingresso delle aule occupate (pena da un anno e mezzo a 5 anni, inasprita dal governo Meloni). 4. Blocco stradale: avendo, poniamo, Giorgia guidato un corteo di protesta per le vie del quartiere creando intralci alla circolazione delle auto (pena inasprita dal governo Meloni da 6 mesi a 2 anni). 5. Violenza contro pubblico ufficiale: Giorgia, poniamo, punita perché cercava di sottrarsi al fermo operato dalle forze dell’ordine (da 6 mesi a 5 anni, aumentata di un terzo dal governo Meloni). Insomma, se la giovanissima Giorgia Meloni fosse scesa in piazza per protestare, poniamo, contro le norme del governo Meloni, qualche rischio con le legge lo avrebbe corso. Quando la premier dice “siate liberi” è dunque legittimo che i contestatori odierni (come lo fu Giorgia) si chiedano: con la condizionale o senza? Perché non vorremmo che per fermare coloro che imbrattano i monumenti o distruggono le aule si creasse invece il clima adatto per colpire il diritto al dissenso.