
(di Giulio Cavalli – lanotiziagiornale.it) – “Giorgia Meloni è la mia sorella cristiana”. Ha parlato così ieri il presidente ungherese Viktor Orbán al Workshop Thea di Cernobbio. “All’inizio – spiega – questo rapporto non ha avuto un ruolo importante nella politica europea, ora però insieme possiamo aprire una nuova era”. Secondo Orbán “avere le stesse basi culturali gioca un ruolo più importante rispetto al passato” e Meloni “non è solo una collega politica ma una ‘sorella cristiana’…”.
“Questo concetto – ha concluso – ha un senso politico fondamentale per l’Ungheria ma credo anche per l’Italia e questo aspetto culturale della politica tornerà in Europa come è giusto che sia”. La presidente del Consiglio Meloni sogna – lo ha sempre sognato – di essere autorevole. L’autorevolezza è il suo chiodo fisso, quasi tradendo una sorta di complesso di inferiorità.
Nessuna autorevolezza però si è vista contro la pur risicata lobby dei balneari. Lì il pugno di ferro della premier si è trasformato in una pavida carezza, preoccupata di non irritare l’Unione europea. Così alla fine l’autorevole Meloni ha deciso di non decidere fino alle prossime elezioni. Nessuna autorevolezza si è vista in occasioni delle elezioni Ue, quelle che avrebbero dovuto rivoluzionare l’Unione europea, secondo la propaganda di Fratelli d’Italia. Il voto di astensione di Meloni alla presidenza von der Leyen è il marchio doc di chi avrebbe voluto essere maestra di equilibrio e invece si è sciolta nell’evanescenza politica.
Poca autorevolezza si è vista nell’atteggiamento della premier verso i suoi ministri, da Sangiuliano, del quale ha respinto le dimissioni (le prime) per poi trovarsi costretta ad accogliere le seconde (quelle di ieri), e Santnachè, scaduti in comportamenti fuori luogo soprattutto per un governo di autorevoli. Meloni è autorevole per Orbán.
Autorevole e cristiana, qualsiasi cosa significhi l’esser cristiani per un governo che predica bene e razzola male persino sulla tanto sbandierata famiglia tradizionale. E che si volta dall’altra parte di fronte alla morte a Gaza e nel Mediterraneo. Sorella italiana d’Orbán.
“Il voto di astensione di Meloni alla presidenza von der Leyen è il marchio doc di chi avrebbe voluto essere maestra di equilibrio e invece si è sciolta nell’evanescenza politica.”
Se l’avesse fatto per i motivi giusti, non sarebbe stato male, ma l’ha fatto per dispetto, pestando i piedi e strepitando… quindi tutto meno che autorevole.
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Soprattutto l’ha fatto last minute.
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Loro sono AUTORITARI, non AUTOREVOLI…la differenza è tutta qui.
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E nemmeno con tutti.
Coi più deboli, magari.
Coi potenti, servi. Un classico.
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Beh, intanto mentre la rosicona ducetta non votava la Vanderlajern il Pd lo faceva e con tanto entusiasmo .
Orban è in una condizione d’isolamento politico soprattutto per la sua posizione verso il conflitto ucraino e cerca di uscirne cercando una sponda in chi ha posizioni meno oltranziste di Macron e sholtz .
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