(Giancarlo Selmi) – Dando per scontato che la sinistra conversione a sinistra di renzi non abbia alcunché di ideale (l’uomo non ha convinzioni e quelle che ha sono rigorosamente di destra), è interessante cercare di capire cosa (o chi) lo abbia consigliato di offrirsi a sinistra dopo una stagione di favori, voti, dichiarazioni a destra. Senza contare tutti i provvedimenti, di destra, presi quando fu, ahinoi, premier.

Tutte le ipotesi possibili partono dai numeri. Il politico renzi, per usare un eufemismo, non è amato, è inviso alla stragrande maggioranza degli elettori. Di entrambi gli schieramenti. Rappresenta, in pratica, solo se stesso e toglierebbe molti più voti di quanti ne apporterebbe. Lui lo sa. Il risultato delle europee gli ha dato il segnale che da solo non andrebbe da nessuna parte e non raggiungerebbe la soglia di sbarramento. Questo comporterebbe la perdita del seggio parlamentare e, soprattutto, della conseguente immunità.

I destri, intelligentemente, lo schifano (cosa che dovrebbero fare anche a sinistra, ma tant’è…). La seconda ipotesi, che non esclude ovviamente la prima, ma la arricchisce, consiste nel considerare quella di renzi, un’operazione tattica che punta a indebolire il Movimento da una parte, e rendere impossibile il “campo largo” dall’altra. Un’operazione che finirebbe con il danneggiare tutti facendo esattamente il gioco delle destre. Che poi, in pratica, sarebbe ciò che vuole renzi. Che otterrebbe entrambi gli obiettivi, indebolire l’alternativa alla destra e un garantito seggio in parlamento. In uno schieramento che tradirebbe un millesimo di secondo dopo essere stato eletto

È facile immaginare che quella di renzi non sia una “folgorazione”. Lo sembra valutando dichiarazioni e atti del diversamente poliglotta fino a un mese e mezzo fa. Io credo, invece, che sia il risultato di riunioni. Magari con qualche vecchio “manovale delle costruzioni”. E, tornando ai numeri, il risultato di un sondaggio pubblicato oggi dal Fatto Quotidiano, dimostra in maniera inequivocabile che la presenza di renzi nel cosiddetto campo largo, indurrebbe al non voto un terzo degli elettori del PD, due terzi di quelli di AVS, 4/5 di quelli del Movimento.

Non è abbastanza per ritenere la folgorazione di renzi né più né meno che l’opera di un guastatore?

Giuseppe Conte lo ha capito perfettamente. La barricata a renzi è stata già costruita. Tocca agli altri prendersi la responsabilità di riconsegnare il Paese alla meloni.