
(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Ormai, appena sento “democrazia”, mi viene la ridarella. Specie quando la cerco nel vocabolario Treccani: “Forma di governo che si basa sulla sovranità popolare e garantisce a ogni cittadino la partecipazione in piena uguaglianza all’esercizio del potere pubblico”. Da scompisciarsi. Il faro della democrazia sono gli Usa, dove si tiene la Convention del Partito – […]
Dicesi democrazia
(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Ormai, appena sento “democrazia”, mi viene la ridarella. Specie quando la cerco nel vocabolario Treccani: “Forma di governo che si basa sulla sovranità popolare e garantisce a ogni cittadino la partecipazione in piena uguaglianza all’esercizio del potere pubblico”. Da scompisciarsi. Il faro della democrazia sono gli Usa, dove si tiene la Convention del Partito – indovinate un po’? – Democratico. Che, come tale (ma lo fa anche il Repubblicano), affida agli elettori la scelta del candidato alla presidenza con apposite primarie. Quelle repubblicane le ha vinte Trump, dunque il candidato è Trump, che però è antidemocratico. Invece quelle democratiche le ha vinte Biden, dunque il candidato alla Casa Bianca è la Harris: che c’è di più democratico? Si dirà: si è scoperto che Biden è rincoglionito. Sì, ma lo si sapeva da tre anni e le primarie si sono tenute da febbraio a giugno di quest’anno senza che nessuno aprisse bocca. Poi a luglio i Clinton e gli Obama han deciso che doveva ritirarsi. Non perché era rinco (l’avrebbero ricandidato pure da morto, seguitando a telecomandarne la salma), ma perché s’era fatto sgamare nel tele-dibattito con Trump e rischiava di perdere, e loro con lui. Così la Convention Democratica incorona la Harris, considerata fino a ieri una mezza pippa. Già a settembre il Washington Post implorava di ritirarsi sia Joe sia lei (“non è riuscita a guadagnare terreno nel Paese e neppure nel partito”). Ma ora i giornaloni, tra fiumi di bava e gridolini di giubilo, la trovano improvvisamente geniale. Pazienza se non l’ha scelta un solo elettore: a issarla sul trono provvedono gli Obama e i Clinton, in un tripudio di familismo amorale che fa impallidire il nostro, ma nessuno nota per non turbare il Nuovo Mondo a cuoricini e fiorellini.
Siccome si chiamano Democratici, si credono democratici: un Democratico non può fare cose antidemocratiche nemmeno se le fa. E tutti esultano per la grande vittoria delle donne, perché Bill e Barack fanno democraticamente parlare Hillary e Michelle. Poi Kamala fa parlare il marito Douglas Emhoff, pure lui avvocato, e i nostri giornaloni si eccitano per la sua storia molto femminista: “Avevo appena risolto il problema importante di un cliente e quello, per ringraziarmi, mi organizzò un appuntamento al buio. Fu così che ebbi il numero di Kamala e la chiamai”. Ma come, una donna in omaggio come un pacco Amazon? E il #MeToo che dice? Mentre va in scena il teatrino democratico, il NYT scopre che Biden a marzo ha firmato un piano segreto (chissà cosa ne avrà capito) per puntare nuove e vecchie armi nucleari contro Russia, Corea del Nord e Cina. È il suo lascito al successore e a tutti noi: un regalino molto democratico, pure troppo.
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Quanta storia è passata dai Kennedy alla Harris. Terrorismo o guerre, negli ultimi 50 anni, hanno un solo denominatore comune : USA. Però sono il simbolo della libertà di bere Coca cola e di ingrassare con gli hamburger da 1 kg. Devono per forza , intrallazzare, con le buone o con le cattive, per imporre il loro credo : mercato e libertà di vendere , anche l’anima s’intende, accumulo di ricchezze e controllo sociale ,di tutti , con pochi esclusi, e per questi pochi, una guerra val bene anche l’atomica.
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Il solito articolo-buffonata del Confuso.
Quali democratiche primarie ha fatto il suo idolo Giuseppe Conte, cui riserva da anni “fiumi di bava e gridolini di giubilo”?!? 🤣🤣🤣
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Se poi pensiamo a come il Confuso ha trattato nei suoi editoriali le democratiche “elezioni” russe (ovvero zero assoluto), c’è allo stesso tempo da scompisciarsi e preoccuparsi per lui.
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… ancora non mi è chiaro quando parti per il Don Bass a difendere la democrazia ucraina.
Dai, che di terra da occupare ancora ce ne sarebbe tanta.
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Evidentemente Travaglio ignora che la Cina sta aumentando ogni anno il proprio numero di testate nucleari (le raddoppieranno nel giro di 6 anni) e che gli unici a parlare continuamente di lanci di missili atomici sono la Russia e la Corea del Nord. Cosa dovrebbero fare gli USA? Far finta di nulla? E noi Europei pure?
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MT se la prende con i DEM, vera tragedia dell’umanità,
ma la domada vera è:Come fa un IMPERO ad essere demoKratico?
e gli IUESEI sono mai stati una DEMOCRAZIA?
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Se vince Trump mi faccio una risata prima di vomitare.
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Era il 2020 e Travaglio, in modo azzeccatissimo, disse che forse per gli americani era meglio che vincesse Biden, ma per il resto del mondo era meglio la vittoria di Trump. E aveva ragione. Del resto lo disse anche il figlio di Ginsberg su Repubblica già nel 2016.
I dem americani (cioè quello che era il partito degli schiavisti bianchi del sud e che fino agli anni 60 era fautore della segregazione razziale) hanno l’ossessione di esportare il modello americano a suon di bombe ovunque, i repubblicani invece sono sempre stati storicamente isolazionisti (il periodo Bush jr. è un’eccezione nella storia di quel partito per la presa del potere da parte della corrente neocon), e penso proprio che anche stavolta c’è da augurarsi una vittoria di Trump e poi che se la vedano loro, ma temo sarà difficile.
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Pienamente d’accordo! Purtroppo…
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@Domenico Della Valle
Il vero punto è che gli States sono retti da un sistema ferreo a cui TUTTI i soggetti si devono adeguare senza distinzioni. Quando il paese è in declino planetario (vedi BRICC) sono i poteri fortissimi a dettare l’agenda, vietando qualsivoglia sia pur minimo deragliamento da anime belle. Gli Usa devono usare tutte le forze per mantenere la supremazia mondiale. I ceti politici che si scontrano nell’agone politico convergono su questo assunto senza se e senza ma. Un esempio? Nessuno tra i contendenti, alle kermesse elettorali, ha speso una sola parola, neanche una sia pur fugace allusione, contro il “genocidio” palestinese. Nessuno ha proposto un blocco dell’invio di armamenti a Israele, unico segno di vera svolta, perché prima di tutto ci sono da difendere gli interessi geostrategici dell’Impero a cui sacrificare tutto persino l’onore. Harris… Trump ?? Non so chi dei due sia peggiore! Ambedue sono figuranti agli ordini degli stessi poteri saldamente al comando da sempre.
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E anche Kennedy si è schierato con israele!
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Potenza dei media, pensate un pò: in appena 40 giorni è innalzato Trump come eroe martirizzato dalla ferita all’orecchio fatta da un pazzoide che stranamente era stato lasciato libero di sparare pur essendo a 130 metri dal comizio e in pieno giorno, visto da tutti tranne che dai servizi di sicurezza.
Poi Biden si ritira circa 10 giorni dopo, mentre prima giurava e spergiurava che sarebbe andato avanti e Open scriveva delle fake news sulla sua salute fatte dai komplottari. E poi arriva la Harris, che fino a 1 anno fa era considerata una totale idi0ta e anche 1 mese fa era più o meno lo stesso, e adesso il fattore ‘Donna’ ‘Nera’ (ma non era indiana?) fa saltare i nostri repubblikini democratici.
Che mondo di pazzi, eh?
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Quando vedo in TV le immagini delle Convention democratiche o repubblicane statunitensi mi chiedo sempre come sia possibile che un Paese che ha un popolo così idiota possa aver acquisito il ruolo di SuperPotenza mondiale.
So bene che il “popolo” negli USA non conta niente, c’è solo una rappresentazione di democrazia, uno show, una fiction, con la quale spettacolarizzare i personaggi che devono fare da “primadonna” in un contesto politico dove comandano altri. Lo ripetiamo da sempre, il Potere nordamericano è in mano a lobby, gruppi di interesse, miliardari di settori vitali per gli USA, che finanziano la politica dandogli vita. Cioè la politica USA è chi dà i soldi. Quindi quale democrazia può esserci se l’indirizzo politico è nelle mani di pochi ultramiliardari arroganti e senza scrupoli?
Però resto sempre basito a vedere migliaia di miei simili partecipare convintamente ( ecco, a loro non credo diano soldi) a questi spettacoli degni delle finali di Football Americano ( d’altronde se questo “popolo” impazzisce per il Football Americano è inevitabilmente un popolo di idioti), tutto coreografie, slogan dementi, bandierine, che neanche Forza Italia e Berlusconi al massimo splendore avrebbero concepito per la propria quota elettorale ( rilevante) di sottosviluppati mentali.
Insomma, gli USA: qualche genio mescolato in una massa enorme di idiozia colorata. Tutto sotto il controllo della finanza speculativa e delle oligarchie delle armi e dell’informatica.
E la chiamano Democrazia…
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Forse non ve ne siete accorti, ma in Italia sta succedendo la stessa cosa: ci sono cinque/sei gruppi industriali che dettano legge. Ecco perchè io ero contrario all’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Col sistema attuale chi ha i soldi fa politica e soprattutto si mette in condizione la politica di mettersi al servizio delle lobby di potere (vedi, da ultimo, il caso Toti)
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La cosa triste era che c’erano ospiti Beyoncé e STEVIE WONDER 🤦♂️
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“Impero democratico” e’ storicamente un simpatico ossimoro. Svolgete pure tutte le ricerche del caso e poi smetteterete di fare i finti scandalizzati. Si vantano di essere “ democratici” ? Ovvio, ogni impero ha bisogno di una narrazione ad uso interno ed esterno , per dipingersi migliore. Ma perche ‘ , forse che tra i normali esseri umani non si fanno le peggio cose giustificandosi poi nei modi piu’ improbabili ? Ma quando mai ! Anche qui niente di nuovo. Ma la Storia qualcuno la conosce ancora ?
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In sostanza il popolo ammericao, circa 382 milioni di abitanti, non ha parola in capitolo.Le “convenscion” e le lobby sono quelle che eleggono ,,,infatti nelle convenscion si raccolgono una vagonata di soldi …tutti soldi della povera gente che non sa come tirare avanti … lavorano 48 ore su 24…..
Quindi che le fanno a fare le elezioni “democratiche” visto che Kamala ha già vinto?
Il premio nobel per la pace è in prima linea…per tranquillizzare le lobby delle armi che la guerra continua!!
Gli esportatori della “democrazia” ancora all’opera.
PS: Questa mattina ho avuto la sfortuna di assistere alla rassegna stampa,10 minuti dei nostri giornaloni su la lotta nel governo(hahahaha) per lo Jus scholae.. in ultimo per due secondi si parla del FQ per la scissione nel m5s.
E poi ci meravigliamo se gli italiani votano male! o si astengono! Da vomito!!
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Dimenticavo…. Jus scholae non è una proposta del M5s?HANNO GIà PRESO LA PRTOPOSTA LE DX PER ANNACQUARLO!
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Manco a farlo apposta ieri sera ho visto su netflix la docuserie ” la guerra dei cowboys ” ( consigliatissima a tutti).
È stato abbastanza imbarazzante constatare che anche nel 1880 a decidere il presidente USA non fossero gli elettori ma il banchiere J P Morgan, che ( per proprio tornaconto personale) da un momento all’altro decide di togliere il suo appoggio al candidato repubblicano per darlo a un democratico , che ovviamente dopo aver vinto le elezioni gli affidò in toto lo sviluppo e la gestione delle ferrovie ( manco stessero giocando a monopoli).
Quindi la presunta democrazia degli states non è mai esistita se non a parole.
Nota di colore di cui ero all’oscuro e ad intuito avrei detto il contrario:
i referenti politici dei confederati erano i democratici mentre quelli degli yankees erano i repubblicani ( !!!).
Boh……..
🤔
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E’ così. Il partito democratico era egemone negli stati del sud, mentre i repubblicani dominavano al nord e sulla costa atlantica settentrionale. Il partito democratico rappresentava gli interessi dei proprietari terrieri e degli schiavisti mentre i repubblicani prendevano voti tra gli industriali e gli operai del nord. Inoltre fino agli anni sessanta i dem erano i sostenitori della segregazione razziale ma già si avvertivano i primi segni di cambiamento, c’era infatti una frattura tra i democratici del nord e quelli del sud. Kennedy dovette mandare la guardia nazionale in Alabama per far scortare gli studenti neri nelle università ed ebbe ferocissimi scontri con Wallace il governatore segregazionista dell’Alabama.
Che poi se vogliamo allargare il discorso e indrodurre elementi storico-economici, i repubblicani al nord non è che fossero contro la schiavitù perchè gli piacevano i neri o perchè la reputavano immorale, ma per una questione puramente economica: gli industriali del nord avevano capito che era meglio avere operai a stipendio (pagati una miseria) piuttosto che schiavi.
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Chiedo scusa alla moderazione di Infosannio per aver postato un articolo molto lungo sull’origine del “destino manifesto”… È veramente molto, anzi TROPPO (🤗!!!) interessante e, secondo me, essenziale per capire la base della deleteria mentalità statunitense e della sua politica imperialista…
Rilasciatelo presto, vi prego! 🙏🏻👅🤭😆🤣
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Beh, furono i democratici ad esprimere e “formalizzare” il concetto di “destino manifesto” a proposito dei nativi americani!
Qui, con l’analisi del libro di Stephanson, le origini e le basi storico-culturali della teoria (che la dice lunga sulla prosopopea dell'”impero”)
“Jura Gentium
Rivista di filosofia del diritto internazionale e della politica globale
(2005A. Stephanson, Manifest Destiny. American Expansion and the Empire of Right, Farrar, Straus and Giroux, New York 1995, trad. it. Destino manifesto. L’espansionismo americano e l’impero del Bene, Feltrinelli, Milano 2004)
È noto come gli interventi militari, politici, diplomatici nonché economici degli Stati Uniti nella vita di altri paesi siano accompagnati dall’autoconvincimento degli stessi USA di essere la nazione eletta per la rigenerazione del mondo. Antonio Gambino (L’imperialismo dei diritti umani, Editori Riuniti, Roma 2001) ricorda che sia per il presidente Wilson sia per i suoi successori l’eccezionalità del loro paese e quindi il diritto di rivendicare per esso una posizione unica sulla scena internazionale, è un dato incontestabile. Ma anche i semplici cittadini degli Stati Uniti sono in maggioranza convinti, pare, di far parte di una società diversa e migliore di tutte le altre. E questo è sicuramente «un dato corposo, impossibile da ignorare» (Gambino p. 107). Talvolta la condizione di eccezionalità data dal considerarsi diversi e migliori è riconosciuta anche da occhi esterni che condividono il giudizio che gli Stati Uniti non «pensino di essere» bensì «siano» diversi e migliori, riconoscendone l’eccezionalismo nello «spirito del nomadismo, nella felice convivenza (sic) del Melting Pot, nella nascita dalla molteplicità» e imputandogli come unico vero errore l’«eccesso di democrazia».
Una delle manifestazioni dell’eccezionalismo americano – che altro non è che il mito nazionalista fondativo della nazione, come noi abbiamo Romolo e Remo e gli svizzeri Guglielmo Tell – è il concetto di «destino manifesto», cui è dedicato questo brillante e intelligente studio di Anders Stephanson. Il libro è stato originariamente pubblicato nel 1995, ma sembra scritto stamattina, e in ogni caso è attualizzato dalla postfazione dell’autore all’edizione italiana.
L’espressione «destino manifesto» – spiega Stephanson, professore di storia alla Columbia University di origini svedesi, fu coniata nel 1845 per giustificare l’espansione territoriale degli Stati Uniti sul continente americano e il genocidio degli indiani che la accompagnò. In realtà l’idea è di gran lunga precedente, giacché risale all’autoidentificazione dei Puritani col popolo eletto del Vecchio Testamento, portatore della luce divina e interprete della vera civiltà contro il Male della vecchia Europa. Nell’ideologia del destino manifesto i coloni erano indicati come il popolo predestinato a prendere possesso delle terre del continente americano in nome di varie ipotesi e teorie esposte da Stephanson, una delle quali, di epoca settecentesca e di chiara impronta fisiocratica, predicava la superiorità dell’agricoltura nei confronti del nomadismo (dato e non concesso che gli Indiani d’America fossero nomadi). Ora, il dovere morale di far fruttare la terra comporta il diritto dei coltivatori ad espropriarla a chi si limita a farvi pascolare il bestiame, perché gli indiani non hanno un vero diritto di proprietà sulle terre dove risiedono.
La ricerca di Anders Stephanson studia l’espressione del nazionalismo americano nel suo attribuirsi un ruolo non solamente profetico ma anche universale a guida dell’umanità. L’A. procede concentrando l’attenzione su due periodi storici caratterizzati da espansionismo territoriale e corrispondenti ad altrettanti capitoli del libro: gli anni ’40 dell’Ottocento, con la conquista di metà del territorio messicano; e il periodo tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, con l’acquisizione dei possedimenti coloniali d’oltremare, tra cui la famigerata baia di Guantanamo. L’analisi storica è preceduta e seguita da considerazioni teoriche, tra le quali la più rilevante mi è parsa la seguente: che il concetto di «destino manifesto» non sia la causa per la quale gli Stati Uniti aggredirono il Messico o attaccano l’Iraq. Che sia però una giustificazione, anzi la principale giustificazione con la quale essi interpretano il loro ruolo nel mondo. Si tratta purtroppo di una giustificazione non soltanto adottata dalla retorica dei discorsi presidenziali, come si vedrà, ma anche diffusa nel senso comune, nonostante la presenza di critiche e scetticismi (cfr. Stephanson p. 137). Insomma, come se noi continuassimo a credere di essere un popolo di navigatori, di santi e di eroi guidati dall’uomo della provvidenza.
Nella nozione di destino manifesto convergono, come s’è visto, il protestantismo apocalittico come pure le antiche nozioni bibliche, riattualizzate dalla Riforma, sul ruolo di predestinato redentore della Terra promessa assegnato al popolo eletto da Dio. Come ben sintetizza Stephanson, siamo di fronte a un caso di destino provvidenziale rivelato. Dove all’idea del destino provvidenzialistico si attacca pure quella della translatio imperii [democratici], che afferma che la prerogativa di custodi della libertà e della democrazia è trasferita dalle mani dell’Europa, dove è nata (anche se Clinton sembra ignorarlo quando definisce gli USA la più antica democrazia del mondo) in quelle, non più disposte a mollarla, dei nipotini di Washington. Oltre a ciò, il mito nazionalista fondativo viene arricchito dal topos che vuole che libertà e movimento, dinamismo, trasformazione, progresso e democrazia siano prerogative dei popoli europei (poi per traslazione, appunto, cristiani, anglosassoni, occidentali) mentre i paesi «asiatici» (non cristiani, islamici e orientali) sono caratterizzati da attitudine alla servitù, passiva accettazione del dispotismo e della teocrazia, staticità, immobilità e assenza di storia (luoghi comuni ultimamente divulgati con impegno dai lividi pamphlet antiislamici di Oriana Fallaci).
Il fervore millenarista e il ruolo profetico degli Stati Uniti sfruttati nella fase dell’espansionismo territoriale non si fermarono davanti alla fine geografica del continente e della guerra contro gli indiani. Nel periodo della «guerra fredda» andarono a incarnarsi – continua Stephanson – nella lotta contro l’Impero del Male rappresentato questa volta dal comunismo, come nel periodo attuale, di «guerra al terrorismo», confluiscono nella lotta contro la personificazione del Male data dagli «stati canaglia» islamici e no, e dal terrorismo generico, quello deterritorializzato, che sta ovunque e da nessuna parte, e che offre il destro all’amministrazione statunitense per proclamare il proprio «diritto di ingerenza» che si traduce nell’interventismo illimitato e nel non tener conto delle norme legali internazionali. Stephanson individua e mette bene in rilievo la contrapposizione manichea di natura fondamentalista della lotta tra Bene e Male dove, se il bene sono gli USA, il Male è tutto ciò che in qualche modo ne ostacola l’affermazione, all’esterno e pure all’interno. Da questo delirio nazionalistico non sono immuni neppure i presidenti democratici. Basta leggere i Discorsi inaugurali di Bill Clinton (per cui cfr. Andrea Navoni e Diego Angelo Bertozzi, L’Ideologia dell’Impero della Libertà) per rendersi conto che anch’egli condivideva o almeno diceva di condividere l’idea della missione degli USA a condurre il mondo intero alla democrazia, magari coi bombardamenti, come quelli Nato sul Kosovo della primavera del 1999.
Vorrei concludere mostrando come l’analisi di Stephanson aiuti a comprendere ulteriori conseguenze della dottrina dell’eccezionalismo e del destino manifesto. Per esempio, la pratica di non permettere che militari americani colpevoli di crimini avvenuti all’estero siano giudicati dai tribunali del luogo in cui il crimine è stato commesso (vedi la strage della funivia del Cermis o quella di giovani bagnanti giapponesi, causata dall’emersione improvvisa di un sottomarino americano su una spiaggia pubblica), ma vengano sottoposti a giudizio (e assolti) da corti americane. Oppure il rifiuto degli USA di partecipare a tribunali internazionali. Infine, l’arrogarsi il diritto all’interventismo, di non sottostare ai provvedimenti dell’ONU, di violare, come a Guantanamo e ad Abu Ghraib, i diritti di uomini che proprio uomini non sono perché non vengono da un paese «eccezionale». Concludo prendendo a prestito dal libro di Stephanson le parole di un critico della dottrina del «destino manifesto», il senatore Pettigrew, che nel 1898 scrisse:Sempre, nella storia…, il «destino manifesto» è stato l’assassino di esseri umani. Ha commesso crimini, ha contribuito all’oppressione e alle ingiuste sofferenze degli abitanti del mondo… Il «destino manifesto» ha consentito ai forti di rapinare i deboli e ha ridotto i deboli in schiavitù … Il «destino manifesto» ha sempre spinto le repubbliche ad andare a conquistare le razze più deboli, sottomettendo i loro popoli alla schiavitù, imponendo tasse contro la loro volontà e infliggendo governi a loro odiosi. Il «destino manifesto» è semplicemente il grido del più forte per giustificare il saccheggio del più debole.”
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Letto tutto. Interessante. E i cantori del “destino manifesto” in Europa, soprattutto in Italia coi giornalisti a servizio paga USA, mi infastidiscono molto più di coloro che in America s’inventarono ruolo, missione e funzioni superiori conseguenti.
Spero che presto qualcuno faccia in modo che il loro “destino manifesto” venga buttato nella pattumiera della Storia.
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Grazie Anail!
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Un GRAZIE alla Redazione di Infosannio…
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Trump non è un americano simpatico,anzi è uno yankee con tutte le caratteristiche tipiche :spaccone, sbruffone, ignorante come una capra o almeno questa è l’immagine che propone di sé ai suoi fan ed elettori che in quanto ad analfabetismo….
Ma basta ascoltare i cori dell’ establishment Usa e quello dei lecca lecca occidentali e ti viene la voglia di dire “radice er puzzone ! “.
Nel bel discorso di conferma della propria candidatura, la ridacchiona Harris ha confermato la continuazione della mattanza a Gaza e dello sterminio dei giovani ucraini a difesa della democrazia , si fa per dire, stelle e strisce.
Komeini non è stato il mio idolo, ma su una cosa aveva ragione : gli Usa sono satana in terra . E non importante che il diavolo non esiste nell’ al di là,qui da noi c’è.
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Tifare per un Repubblicano o per un Democratico americano è come tifare per la padella o per la brace.
Gli Stati Uniti continueranno ad arrogarsi il diritto di ergersi a giustizieri del mondo.
Parlano di “esempio dell’America”, di ” valori democratici”, sempre in un crescendo di retorica e di falsa coscienza che, di guerra in guerra, di corruzione in corruzione, li porta anche a vincere il Nobel per la pace…
Quale sarebbe l’esempio americano?
Lo sterminio degli indiani, la deportazione e lo schiavismo dei neri, Hiroshima, Nagasaki, Vietnam, Irak, Serbia Libia, Siria. Quante decine ne ho dimenticate?
O forse il furto della California e del Texas? Oppure le “rivoluzioni colorate e il rovesciamento di governi democratici ad opera di dittatori fascisti? I Videla, i Pinochet, i Colonnelli greci?
La lista sarebbe troppo lunga, oscura, tenebrosa, avvolta dalle ombre inquietanti su stragi, su sequestri, su delitti, per impedire di governare a chi, democraticamente, eletto non si è poi allineato.
No, non cambierà nulla…
Ci vorranno nuove generazioni, meno mediocri e meno vili di queste, per tentare di strappare la storia dell’umanità alla deriva opaca ed infelice in cui è precipitata.
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Aggiungiamoci anche Amburgo e Dresda.
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Ossia città allora appartenenti a uno Stato governato da democratici fiori di campo
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Quindi erano giustificati i crimini di guerra contro la popolazione civile.
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No, era giustificato fare guerra al mondo intero, causare decine di milioni di morti innocenti, inclusi i milioni di ebrei annientati con il piano di sterminio più criminale della storia…..e sperare che nessuno reagisse.
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Eh, no, ciccio… tu stai cercando di cambiare argomento, ma purtroppo con me non attacca. Nei bombardamenti citati furono usate bombe incendiare che sterminarono la popolazione civile, compresi i bambini. C422i loro, tanto tu non c’eri lì sotto, vero?
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A parte
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Io non c’ero sotto quelle bombe. Non ero nemmeno sotto le bombe che i tedeschi lanciavano su Londra. Non ero nemmeno in quelle folle oceaniche che inneggiavano a Hitler, proclamando al mondo la superiorità della razza ariana che doveva sottomettere tutti gli altri popoli.
Le guerre sono uno sporco affare, ma c’è responsabilità e responsabilità. C’è un giusto e uno sbagliato.Chi le inizia aggredendo gli altri ha la colpa più grave. I Tedeschi furono i responsabili dell’immane tragedia in cui loro stessi si cacciarono, non chi si difese da quell’aggressione insensata. E chi ci ha dato la libertà di cui anche tu stai godendo.
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Bene, immagino che se fossi stato un tedesco NON nazista questo pensiero ti avrebbe consolato, mentre tu, tua moglie e i tuoi figli decidevate se era meglio morire bruciati dal fosforo o annegati nell’Alster.
Il 20 ottobre 1944 fu colpita dai bombardamenti una scuola elementare a Gorla, quartiere di Milano. Il fatto avvenne nel contesto di un’operazione di bombardamento del polo industriale di Sesto San Giovanni, obiettivo ovviamente strategico. La scuola fu colpita per errore, e non fu l’unico in quell’operazione. Per quanto grave, un errore del genere in guerra può succedere. Ripeto, prima che ti attacchi a cose che non ho scritto: UN ERRORE DEL GENERE IN GUERRA PUÒ SUCCEDERE. Meno comprensibili sono stati i bombardamenti sulle basiliche di S. Ambrogio e S.ta Maria delle Grazie, ma non è il caso di soffermarvisi.
La strage provocata dalle bombe incendiarie, al contrario fu un’operazione attentamente studiata e non finalizzata alla semplice distruzione di obiettivi strategici, ma per ficcare il morale della popolazione. Oggi lo chiamiamo “terrorismo”, ma solo se non è praticato dai nostri alleati. La stessa tecnica la deploriamo oggi per il Vietnam e (meno) per l’Iraq.
Vedi, ragazzino (non mi spiego altrimenti la leggerezza delle tue argomentazioni), è comodo giustificare tutto con “la guerra è uno sporco affare”. Non tutto in guerra è lecito, esiste anche un diritto bellico ed esistono i crimini di guerra, di cui però sono accusati soltanto i perdenti.
Non aveva nessun senso strategico la strage (anche) di persone innocenti in operazioni come il bombardamento di Amburgo (o pensi che i bambini fossero responsabili della Guerra mondiale e della Shoah?), come non l’ha avuto l’uccisione della Petacci (neanche quella del Duc3, _in_quel_momento_storico_, che andava fatto fuori nel ’43, ma non si può dire che non se la sia meritata), o le violenze compiute nei confronti degli italiani dalle truppe nordafricane inviate dai francesi (o le vittime meritavano gli 5tupri e le uccisioni per l’ adesione italiana al f4scism0?), o quelle compiute dai soldati mongoli sulle detenute ebree al momento della liberazione dei campi di concentramento nelle aree di occupazione sovietica.
Probabilmente per te il fine giustifica qualsiasi mezzo. Per me – per quanto sia felice che gli Alleati abbiano vinto la guerra – no.
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Topolino mio, purtroppo la guerra è un fatto terribile, scatena i peggiori istinti di tutti. Tu bombardi le mie case, io bombardo le tue etc etc ne possiamo discutere all’infinito ma, in ultima analisi, se il 1 settembre 1939 i tedeschi non avessero alzato la sbarra del confine con la
Polonia, o se il 7 dicembre 1941 i giapponesi non avessero vigliaccamente aggredito gli USA, tutte queste tragedie non sarebbero successe. Gli USA poi, così odiati in questo forum, se ne sarebbero rimasti tranquilli al di là dell’oceano data la loro storica tendenza isolazionista, ancora oggi molto viva.
Allora guardiamo con attenzione chi ha scatenato queste tragedie, ossia dittature che non obbedivano a null’altro che alla propria volontà di potenza e di sterminio.Di queste bisogna aver paura, non delle democrazie che, con tutti i loro difetti (e chi li nega) hanno la possibilità di mediare, analizzare, discutere , progredire anche in base ai propri errori. Qualcosa dí meglio, fino ad oggi, non l’abbiamo ancora trovato.
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A parte il fatto che è accettato dagli storici che l’uso delle bombe atomiche servì, oltre che a sperimentarla, a intimidire L’URSS, tant’è che la bomba su Nagasaki fu sganciata non appena Stalin dichiarò guerra al Giappone, che stava per arrendersi – vedi “Storia militare della seconda guerra mondiale” di Basil Liddell Hart o “PSYOPS” di Solange Manfredi, per citare due titoli – se fosse come dici tu, la risposta bellica sarebbe concepita in termini di vendetta e non di neutralizzazione del nemico, per cui, immagino, se l’esercito occupante commette 57upri sulla popolazione civile, tu saresti favorevole al fatto che quello occupato, in un’eventuale controffensiva, facesse altrettanto.
Non funziona così, o meglio, nella pratica funziona esattamente così, in barba al diritto bellico. Ti cito un passaggio delle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949:
>> Le persone che non partecipano direttamente alle ostilità, compresi i membri delle forze armate che abbiano deposto le armi e le persone messe fuori combattimento da malattia, ferita, detenzione o qualsiasi altra causa, saranno trattate, in ogni circostanza, con umanità, senza alcuna distinzione di carattere sfavorevole basata sulla razza, il colore, la religione o la credenza, il sesso, la nascita o il censo, o altro criterio analogo. A questo scopo, sono e rimangono vietate, in ogni tempo e luogo, nei confronti delle persone sopra indicate:
a) le violenze contro la vita e l’integrità corporale, specialmente l’assassinio in tutte le sue forme, le mutilazioni, i trattamenti crudeli, le torture e i supplizi;
[…]
b) gli oltraggi alla dignità personale, specialmente i trattamenti umilianti e degradanti
Prevengo l’eventuale obiezione per cui il trattato è entrato in vigore nel 1949: il fatto che sia stato riconosciuto un diritto in quell’anno, non significa che non ci fosse anche prima. Bisogna vedere poi lo stato del diritto di guerra precedente, perché non è una novità del ’49, ma è un argomento che non conosco.
Se mi dici “ma sono gli altri che hanno aperto le ostilità”, ne consegue che uno stesso comportamento è crimine di guerra se attuato da chi ha torto, mentre se lo pratica chi ha ragione… no. Quindi l’attentato del 7 ottobre era un crimine (e sono d’accordo), mentre l’apertura del fuoco il 29 febbraio a Gaza sui civili in fila per gli aiuti umanitari no, perché l’attentato l’aveva fatto Hamas. Mi spiace, ma nessun giurista ti darebbe ragione.
Più recentemente gli USA hanno fatto prima, perché tanto l’Iraq non aveva sottoscritto la Conversazione di Ginevra, quindi 8r364v4 c422i e sono andati giù di bombe al fosforo. Per il tribunale dell’Aja andava tutto bene, quelli commessi dagli USA non sono mai crimini di guerra.
Un altro tuo errore marchiano è di identificare gli USA con la democrazia, affermazione quantomeno peregrina se si intende con “democrazia” qualcosa di più del semplice rito elettorale, in una nazione in cui manca il diritto all’assistenza sanitaria gratuita, in cui metà del sistema carcerario è appaltato ai privati e in cui l’iscrizione alle liste elettorali ha dei meccanismi creati apposta per ostacolare la componente afroamericana e che si è autonominata “poliziotto del mondo”.
L’alternativa poi del “o con l’America o con le dittature e le teocrazie” è una fallacia logica detta “del falso dilemma”: non è vero che ci sono solo due alternative. Ad esempio, un’Unione Europea politica, con un esercito comune, farebbe da contraltare tanto agli uni quanto agli altri.
Io non temo le democrazie. Temo gli USA (a proposito, alleate degli USA sono le democraticissime Turchia e Arabia Saudita) stanto quanto la Russia, con l’esportazione forzata del loro modello economico che abbiamo già sotto gli occhi da decenni: a che servono le politiche dei tagli alla sanità e ai servizi in generale se non per favorire le società finanziarie? La consolazione dell’ “almeno ci fanno votare” la lascio volentieri a te.
Ad ogni modo, mettiti l’animo in pace, ché il crollo dell’impero USA è inevitabile. Ciò non significa che saranno soppiantati da chi temi tu, ma probabilmente da un equilibrio tra grandi o medie potenze. Il paradiso in terra? No, ma tanto vale iniziare prima a pensare di governare il passaggio.
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Certo, ci penseranno Putin, Xi Jinping e Kim Jong-un a strappare la storia dell’umanità alla deriva opaca ed infelice in cui è precipitata.
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Ecco, è arrivato il re dell’argomento fantoccio. Possiamo aprire le bibite.
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No no, questo è un argomento serissimo e fondatissimo. Saranno quei tre, dopo avere sconfitto l’Impero del Male (USA, UE e quindi anche l’Italia) a garantire a tutti che potranno pensare, parlare, scrivere liberamente; che potranno eleggere liberamente i propri rappresentanti; che non potranno essere illegalmente arrestati etc. Gli stati da loro governati sono li a dimostrare la bontà dei loro intenti.
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La tua insipienza si dimostra anche dal tuo fraintendimento di “argomento fantoccio”. Si tratta di un espediente retorico (da quattro soldi) per cui si attribuisce all’altro una posizione diversa da quella che si sostiene e si attacca quella.
L’argomento fantoccio, pertanto, non è il tuo, ma quello che credi di aver criticato, ossia, il fatto che Etuligalia abbia detto che Putin Xi Xing Ping e Kim Jong-Un siano i buoni e l’Occidente il cattivo, quando invece ha espresso dei concetti ben diversi.
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Riassumendo i concetti “ben diversi” espressi o sottintesi da Etuligaia: USA = Il Male.
Ossia: il solito antiamericanismo trito e ritrito che sento dagli anni ’70 in poi. Roba così ammuffita che fa quasi tenerezza a sentirla ripetere come un disco rotto da decenni.
Il mondo sta cambiando rapidamente, datevi una svegliata. Forse, prima di quando ve lo aspettate, dovrete decidere da che parte stare. Dalla parte della democrazia (con tutti i problemi e difetti che potrà avere) o dalla parte delle dittature, oligarchie, teocrazie che infestano il mondo.
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Eh, no. Etuligalia a mettendo in discussione il primato morale degli USA. A leggerti, sembra che con la scusa del “ma gli altri sono cattivi” sia necessario chiudere gli occhi sui crimini dei nostri alleati, come se fosse una questione fisiologica.
Questo fa il paio con la perla “fai un salto in Cina o in Russia” che hai scritto più sotto, che fa parte della tua consueta tecnica di cambiare argomento (vedi che spero che tu sia un adolescente?). Credo che tutti qui preferiamo vivere in Occidente, ma credo che abbiamo il diritto, per lo meno ancora, di pretendere che l’Occidente adotti politiche diverse.
Il tuo argomento assomiglia molto a quello dei d357r0n2i quando, a criticare le politiche del governo Meloni sull’immigrazione, rispondono: “E allora perché non te li prendi a casa tua?”. La fallacia logica sottostante è identica.
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Ma infatti: come potrebbe essere criticata una democrazia in cui sei eleggibile se riesci a racimolare circa 1 mld di dollari per la campagna elettorale e ingraziarti tutti i ricconi che puoi, legiferando poi negli anni successivi violando la Costituzione (tipo il Patriot Act), costruendo crisi artificiali (tipo Taiwan), sottomettendo l’Europa costringendola a comprare il GNL ameri-cano invece che il metano di quei cattivoni antidemocratici dei russi.
Proprio un dem-ente come te ci mancava su Infosannio 😀
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smsparviero dovresti essere grato alla democrazia che permette, anche a sprovveduti come te, di scrivere su un forum come questo. Fai un salto in Russia o in Cina e vedi se riesci a fare altrettanto.
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Bambino mio, sai qual è
il vostro problema? Che voi dedicate il 99% dei vostri pensieri ai problemi che ci sono in Occidente (non vedo che continue critiche agli USA) e l’1% ai problemi che ci arrivano dal resto del mondo. Problemi che sono sempre più numerosi, che ci interessano sempre più da vicino e che metteranno a rischio il modo di vivere in cui tranquillamente vi cullate. Problemi che non sono causati dal “mostro USA”, ma da potenze affamate di potere e nemiche dei diritti umani. Verrà il momento di decidere da che parte stare. Con l’Occidente democratico (con tutti i problemi che ha) o con i paesi (Cina?Russia? Corea del Nord? Iran?) dove ti sbattono vent’anni in galera per aver espresso un’opinione. A voi la scelta.
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Etu, sei un mito🏆👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻
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Grazie, carissima Anail, ma non diciamo sciocchezze…😁❤
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Volevo scrivere che ti lovvo❤️per quello che scrivi…ma mi sono contenuta! 🤗
👋🏻😆🤣😂
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😁😁😁😁❤
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In questi giorni sei una tenerona. 😉
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Visti i commenti pieni di amore per lo Zio Sam, ci sono due video che penso possano interessare.
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Mi pareva di ricordare che ce ne fosse uno sullo schiavismo ma non lo trovo, c’è però questo:
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Come sottolinea travaglio la democrazia è ormai una parola vuota, una facciata di cartone dietro la quale si nascondono sostanzialmente oligarchi. La Spectre ha vinto da decenni, e 007 è passato a lavorare per lei.
Gli Usa sono un impero fondato sul commercio, dove l’unica libertà è quella di comprarsi un sacco di cose inutili (ma sempre meno), sulla pelle di tutto il resto del mondo che sovvenzionando il dollaro paga il conto.
Il presidente, burattino di turno, è considerato un prodotto da vendere e la politica è diventata marketing, o meglio: propaganda. Ti vendono un candidato come si vende un’automobile, puntando solo su lustrini e paillettes, e tralasciando la qualità, che costa e addirittura intralcia, tanto il compratore non si accorge. Poi se vince uno o l’altro per i padroni del mondo cambia poco: li hanno in mano entrambi. La contrapposizione destra sinistra serve solo a rafforzare l’idea di essere in democrazia (vale anche in Italia).
Ma il ballo dei vampiri volge al termine, e come ogni impero in declino che si rispetti tenteranno di trascinarsi dietro tutti, a cominciare dalla cameriera tuttofare Europa. Lo sanno di essere al crollo ma ballano nel salone del Titanic fino all’ultimo. E’ tipo la mentalità di borsa, dove anche alla vigilia del crollo si tenta di fare profitti. Magari una bella guerra atomica potrebbe essere abbastanza coreografica per festeggiare la conclusione di un ciclo (quello umano).
Invece civiltà nate una decina di millenni prima, e ancora vive e vegete e fiorenti, e magari anche pacifiche (la Cina e l’Iran per esempio), sono descritte come stati canaglia da abbattere, solo perchè ostacolano la cupola mafiosa.
Biden è un perfetto esempio della democrazia USA: un involucro vuoto, da riempire a piacere. Da reagan in poi hanno smesso anche di fingere: il presidente è un attore, che finge di giocare alla democrazia mentre esegue soltanto ordini.
La mia impressione è che i dem contassero sull’omicidio di trump (e magari ci riproveranno meglio, le tradizioni sono tradizioni) per eliminare la concorrenza e vincere, perchè era chiaro e ufficiale dopo l’incontro tv che non c’era partita.. Invece hanno avuto sfortuna, e solo allora hanno ritirato il rimbamito biden e proposto la sua improponibile vice. Ma anche la harris non ha speranze di vincere, i sondaggi sono bugie consapevoli.
(non che trump rappresenti la democrazia eh … è solo un’altra cupola mafiosa, però meno potente)
In Venezuela hanno fatto un sondaggio finto dove si diceva che Maduro era in minoranza e quando ha vinto hanno gridato ai brogli e tentato di rovesciare il governo, come già con Guaidò tempo fa (i valori della democrazia: il petrolio è uno dei più importanti).
Ora molti sondaggi danno la Harris vincente, e a forza di ripeterlo ci hanno già convinti, quando invece è ovvio (secondo me, a intuito complottista da bar) che vincerà trump se solo arriva alle elezioni vivo.
Forse contano sui brogli, oppure il piano A è sempre lo stesso e sempre valido: ammazzarlo, alla peggio dopo l’elezione.
Da qui a novembre la strada è ancora lunghissima, e ad ogni curva ci si può aspettare un agguato.
Quel che è sicuro è che il popolo non conta niente, e che la democrazia non esiste.
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Per vari motivi ritengo che l’attentato a Trump, per cui ho la massima disistima, sia autentico, che si sia salvato solo per una botta di cu10 (come Reagan, del resto) e che sia stato attuato grazie anche ad apparati deviati dello Stato.
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Per affermare che l’attentato a Trump “sia stato attuato grazie anche ad apparati deviati dello Stato” avrai sicuramente informazioni, fondate e documentate, di cui non siamo a conoscenza. Saresti così gentile da illustrarle?
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Ho scritto “ritengo”, non “possiedo la verità”. Spero sia il caldo.
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Ah quindi erano solo fantasie, come mi aspettavo.
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Figliolo, tra avere delle certezza e avere delle fantasie ci sono vari gradi intermedi. Nel mio caso si tratta di “opinione”, personale e fallibilissima, basata in parte su fatti concreti (la noncuranza della polizia riguardo alla presenza del tizio armato sul tetto), in parte su supposizioni, in parte su analogie con avvenimenti che non c’entrano nulla, in parte per ragioni emotive, in parte per altre ragioni che non ho intenzione di trattare. Immagino che anche tu, prima di formarti un’opinione, non attenda di avere tutti i dati che ti con sentano di esprimerti oltre ogni ragionevole dubbio. Se così fosse, non ti invidio.
Ad ogni modo, è lecito avere delle opinioni basate su euristiche anziché una rigorosa verifica di tutti i fatti. Anzi, la maggior parte delle nostre opinioni (e delle nostre decisioni) è basata su processi del genere. Basta esserne consapevoli, riconoscerne il carattere provvisorio, dichiararlo ed essere disposti a ricredersi. Stammi bene.
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Amore, nessuno vuole privarti delle tue fantasticherie, tranquillo.
C’è chi crede che la Terra sia piatta e per quanto mi riguarda può continuare a crederlo, se questo lo fa stare bene.
Poi c’è la realtà, e lì contano solo i fatti. Ma questa è un’altra storia.
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Va bene, raccontami come sono andate le cose, portandomi un’ampia documentazione.
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Mi sembrava che fossi tu quello che sapeva tutto…allora guarda, io invece ho un metodo diverso: aspetto indagini,
risultati, riscontri, dati di fatto. E dopo ne parliamo. Per me è meglio fare così che sparare a caso o tentare di piegare la realtà sulla base dei nostri pregiudizi.
Un metodo semplice, lineare, razionale che consiglio a tutti.
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Per favore, mi riporti il passaggio dove dico di “sapere”? Grazie.
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Buonanotte Ciccio credo che ci siamo capiti
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Sovranità popolare in democrazia? Suvvia! Ma dove? E poi fosse solo altrove…è che a volte, carta, se la suona più che canta e nei fatti poco conta.
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I partecipanti al DNC si coprono le orecchie mentre vengono letti i nomi dei bambini palestinesi morti mentre lasciano la convention
https://x.com/BTnewsroom/status/1826479453414850813?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1826479453414850813%7Ctwgr%5Ef9775f7b227a96aab916fd6b87950d73430ba0c4%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.lantidiplomatico.it%2Fdettnews-il_video_che_non_vi_hanno_mostrato_sulla_convention_democratica_di_gaza%2F45289_56339%2F
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Siamo alle solite. Se schiatta la popolazione civile di un popolo che ci è antipatico, ‘sti c422i (vedi quel fenomeno di lepolett in altri commenti), tanto noi stiamo col cul0 al caldo. Razzisti di m3rd4 tanti i repubicani quanto i demencratici.
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Bidet che perde contro Trump è stato uno spettacolo tragico. Rimettere le cose a posto dicendo che è stato saggio a dare il cambio alla Harris è patetico.
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