L’intervento del leader M5S: «Lo ius scholae è la soluzione più equilibrata. Proponiamo da tempo questa riforma: i numeri per finalizzarla in Parlamento ci sono»

(di Giuseppe Conte – corriere.it) – In questi giorni, sull’onda dei trionfi azzurri alle Olimpiadi di Parigi e delle becere polemiche razziste che ne sono seguite, si è riacceso il dibattito sull’acquisto della cittadinanza italiana da parte di stranieri che vivono nel nostro Paese. In realtà, sono anni che se ne parla perché ci sono tante ragazze e tanti ragazzi che sono nati e cresciuti in Italia o che comunque vivono qui da anni, parlano italiano, si sentono italiani a tutti gli effetti, ma non hanno i nostri stessi diritti perché il nostro ordinamento giuridico li considera «stranieri».
La politica ha il dovere di affrontare questa questione responsabilmente, tenendo a bada reazioni emotive o pregiudiziali ideologiche. Riassumiamo lo «stato dell’arte». Oggi in Italia la cittadinanza si ottiene principalmente in base allo ius sanguinis, cioè se si nasce da cittadini italiani o se da essi si viene adottati. Lo straniero maggiorenne che pure si sente «italiano» di fatto incontra enormi difficoltà e molteplici paletti: ha la possibilità di acquisire la cittadinanza italiana solo se risiede nel nostro Paese da almeno 10 anni e se dimostra di avere redditi sufficienti al sostentamento, di non avere precedenti penali e di non essere in possesso di motivi ostativi per la sicurezza della Repubblica. I minorenni di origine straniera, poi, pur se nati e cresciuti in Italia, non possono vantare il possesso di un documento che attesti la loro «italianità». Questi ragazzi possono presentare la richiesta per diventare cittadini italiani entro un anno dal compimento del diciottesimo anno d’età solo se hanno risieduto legalmente e senza interruzioni nel nostro Paese sino al raggiungimento della maggiore età.
I partiti di destra, da FdI alla Lega, di fronte a questi problemi preferiscono mettere la testa sotto la sabbia, inclini come sono ad affrontare il tema dell’immigrazione in base a schemi ideologici e propagandistici e perlopiù sotto la limitativa lente dell’approccio securitario legato all’ordine pubblico.
I partiti di sinistra, dal Pd ad Avs, propongono una riforma che contempla l’acquisto della cittadinanza italiana in base allo ius soli, per il solo fatto di nascere su suolo italiano.
Non possiamo rimanere più indifferenti, come vorrebbero i partiti di destra. Nell’anno scolastico 2021/2022 gli studenti privi della cittadinanza italiana erano all’incirca 872.360, pari a oltre il 10% degli iscritti nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie. La formazione scolastica rimane un potente fattore di integrazione, ma la privazione della cittadinanza rischia di alimentare stereotipi e rappresentazioni sociali e culturali costruite sulla «diversità», con il risultato di depotenziare il processo di condivisione di principi e valori fondamentali su cui si regge la nostra comunità nazionale.
Ma non appare convincente neppure una riforma basata sullo ius soli come proposto dai partiti di sinistra. Una riforma del genere produrrebbe l’effetto di attribuire la cittadinanza a chi, anche occasionalmente, nasce su suolo italiano, senza alcuna considerazione per i necessari processi di integrazione. Il sistema complessivo ne uscirebbe completamente squilibrato. Ci ritroveremmo, infatti, a cumulare i due diversi modi di acquisto della cittadinanza (ius sanguinis e ius soli), mentre di solito gli ordinamenti giuridici — per mantenere il giusto equilibrio — privilegiano l’uno o l’altro, salvo gli opportuni contemperamenti.
È per queste ragioni che il Movimento 5 Stelle da tempo si batte per l’introduzione di una riforma basata su un diverso criterio: lo ius scholae, che condiziona l’acquisizione della cittadinanza al compimento di un intero ciclo di studi per quei bambini nati o arrivati in Italia entro i 12 anni d’età. Sin dalla scorsa legislatura abbiamo presentato una proposta di riforma della cittadinanza ispirata a questa soluzione, che abbiamo ripresentato in questa legislatura.
Il dibattito di questi giorni segnala aperture verso una simile soluzione anche da parte di Forza Italia, di Azione e di varie forze sociali e sindacali.
La soluzione dello ius soli — voluta dal Pd e da altri partiti di sinistra — non gode del necessario consenso parlamentare, ma sarebbe irragionevole per questi partiti rifiutare la soluzione meno radicale, ma più equilibrata dello ius scholae. Insomma, ci sono i numeri per finalizzare questa proposta di legge in Parlamento e riconoscere i diritti di tanti bambini e ragazzi che sono nati o comunque sono cresciuti in Italia, che studiano e giocano con i nostri figli e si sentono di fatto «italiani».
In materia di diritti non ha alcun senso fermarsi alla contrapposizione ideologica o invocare schieramenti secondo la logica binaria maggioranza/opposizione. Con il Movimento 5 Stelle, alla ripresa dei lavori parlamentari, proveremo a spingere perché si compia questo passo avanti, questo grande gesto di civiltà, sperando che del dibattito di questi giorni non rimanga solo l’eco di un flatus vocis dovuto alla calura estiva.
Non se ne farà niente di niente per una ragione semplicissima di cui nessuno parla: adulti e ragazzi di origini straniere, anche se di plurigenerazione, non otterrano la cittadinanza perché una volta ottenutala riceveranno, ça va sans dire, il diritto di voto. Una cosuccia da niente che farebbe venire l’orticaria alla furbacchiona al governo e al suo vice capitone verde-pisello (più pisello che verde). Punto
Ps. I forzaitalioti, ma senza più forza, davanti al rischio di caduta del governo, faranno marcia indietro. Ripunto
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Esatto. Mulè dice che FI andrà avanti su questo tema e che il governo non andrà in crisi, ma sa perfettamente che se lo ius scholae dovesse essere approvato con i voti delle opposizioni un minuto dopo il governo cadrebbe. Ma forse lo scopo è proprio quello di provocare la caduta del governo e la conseguente nascita di un esecutivo tecnico formato da FI, PD e centristi vari. Ci sono diversi indizi che portano a pensare che si voglia arrivare a una crisi di governo: le tensioni crescenti tra i partiti di maggioranza, i rapporti non positivi tra i Berlusconi e la premier, la sintonia tra PD e FI su temi come lo ius scholae, Severino, carceri e armi. Senza dimenticare che entrambi i partiti hanno votato Von der Leyen al Parlamento europeo.
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E’ possibile. Che ci sia nell’aria questa tendenza a rifare i giochi mi sembra palpabile. Ma avranno i numeri per realizzarla? Arriverebbe di nuovo Draghi, senza le ali estreme e con un forte centro? Do per scontato che i 5* e AVS non ci stiano, e poi bisogna vedere se tutto il PD sia d’accordo. Occorre inoltre tener conto che la Melona, non appena avvertisse che si andrebbe in quella direzione, giocherebbe d’anticipo provocando lei stessa la caduta del governo ma per andare a elezioni anticipate, forte del fatto che i sondaggi la vedono ancora non sotto il 30% . e con la possibilità di mangiarsi un po’ di elettorato dei suoi attuali compagni di merenda. Secondo me è alla legge di bilancio, vero snodo politico, che si vedrà quale strada prenderà FI. Lo ius cultura è solo un pretesto. Intanto le simpatie della commissione europea di certo non sono a favore di questo governo. Mentre la Germania ha già deciso di non assecondare più come prima le troppo costose voglie di Zelensky; e dallo stato di guerra bisogna pur uscire per non soccombere definitivamente in economia, comunque vadano le elezioni americane.
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No. Infatti si è aperta la caccia ai voltagabbana. Un senatore del M5S è già passato a Forza Italia e pare che stia per fare lo stesso il deputato appena cacciato da Fratelli d’Italia. Ho letto che Tajani starebbe convincendo un altro deputato di FdI a passare con lui. E poi ci sono i parlamentari del Gruppo Misto.
Draghi non è stato eletto alla presidenza del Consiglio europeo, quindi potrebbe guidare di nuovo un governo tecnico in Italia. Ma se non dovesse accettare, troverebbero qualcun altro al posto suo.
Il PD non è un partito da opposizione. Ha bisogno di stare al governo per gestire il potere. E’ un partito di sistema e di potere. Qualcuno potrebbe dissentire, ma sarebbe in netta minoranza.
E’ Mattarella che decide se si deve tornare alle urne. E se dovesse formarsi una nuova maggioranza, non si metterebbe di traverso. Meloni non è più in grado di attrarre nuovo elettorato. Alle Europee ha perso oltre 700mila voti e anche alle Comunali è andata male. E’ iniziata la sua parabola discendente.
La Legge di Bilancio è sicuramente un banco di prova per la tenuta del governo, ma ci sono anche altre questioni che dividono i partiti di maggioranza (le ho elencate sopra). Sul resto sono d’accordo con te.
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il problema sorge poi con il ricongiungimento familiare, ossia riconosci come è giusto la cittadinanza ai ragazzi, ma poi i genitori? I nonni, gli zii ecc, bisognerebbe mettere paletti solo a chi nasce, oppure a chi frequenta la scuole per due cicli, ossia elementari e medie e che non ci sia il riconoscimento dei parenti
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E si ora si da retta al m5s… vuoi mettere gli altri partiti che hanno creato un recinto dove collocare manodopera attuale e pure futura alla bisogna dello sfruttamento.
Almeno anciora per anni il colare a costoro è stato messo e non potranno nuocere se non con una sollevazione generale.
Penso che la proposta del m5s non abbia adesioni …il sistema la rifiuta a prescindere e come si dice sopra ..il problema è pure il voto di costoro!
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proposta di buon senso e di alto senso civico. Se non è la scuola il luogo fondamentale di integrazione, quale altro potrebbe esserlo?
non esistono soluzioni che non presentano problemi. Esistono buone soluzioni checne risolvono la maggior parte.
per chi vuol provare a risolvere i problemi, ovviamente.
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Molti immigrati avrebbero potuto richiedere la cittadinanza decenni fa eppure non l’hanno fatto. I loro figli sarebbero nati italiani.
Mi domando e vi domando: sicuro che i figli di immigrati vogliano la cittadinanza italiana? O magari, come ai loro genitori, non gliene può fregar di meno?
Mio zio, italiano, vive in Germania da 66 anni, ha 2 figli, dei nipoti, ovviamente è in pensione. Né lui, né la moglie, né i figli e né i nipoti ha la cittadinanza tedesca. Non la vogliono.
Molti immigrati la cittadinanza italiana non la vogliono, stanno bene così. Lo ius soli, lo ius scholae, sono seghe mentali di una pseudo-sinistra scollata dalla realtà che non perde occasione per facilitare la vita alla pseudo-destra.
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Infatti. E la questione di civiltà non c’entra un tubo. Le regole ci sono (quelle correttamente riportate da Conte nell’articolo) e non sono affatto incivili, ma giustamente prudenti, com’è giusto che siano quelle di uno stato che al primo posto deve mettere i propri cittadini.
Non c’è alcuna necessità di accelerare i tempi (nemmeno nel senso proposto dai 5s) perché servono per avere una minima ragionevole certezza di evitare abusi.
incommentabile, poi, l’idea che si possa dare cittadinanza a chi nasce qui, ignorando il fatto che un conto è essere in Canada dove arrivano quattro gatti e un conto è essere il porto di approdo di milioni di disperati.
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Ma veramente c’è qualche immigrato che non vede l’ora di diventare italiano? In un mondo globalizzato cosa serve essere italiano? Non siamo tutti europei? E poi Silvio sarebbe d’accordo nel sostenere una legge presentata da gente che non metterebbe nemmeno a pulire i cessi delle sue aziende? (o mi sono perso qualcosa?). Parlano di questo per non parlare d’altro, leggi a costo zero per non fare quelle che servono veramente (ma costano) e che gli italioti aspettano da trent’anni.
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🤝
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esattamente,quali diritti non hanno questi ragazzi che crescono wui e possono chiedere la cittadinanza alla maggiore età?
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Il Partito Democratico, dopo aver rigidamente applicato la « Dottrina Minniti” cerca di rifarsi una verginità tenendo l’asticella altissima…e insuperabile.
Ben vengano, quindi, le proposte realisticamente più praticabili, anche se destinate anch’esse al fallimento.
Il concetto di “identità” è il vizio d’origine che travolgerà queste stucchevoli schermarglie tra una irriducibile destra e quella che, chissà perché, ci ostiniamo a chiamare sinistra.
Quante stupidaggini induce a compiere la paura dell’altro, e il desiderio di tenere lontano ed escludere il diverso!
Stupidaggini inutili ed illusorie, perché il precario “Celeste Impero” del sazio Occidente verrà in ogni caso conquistato.
Sarà semplicemente il naturale compiersi di un processo che attraversa l’umanità dall’inizio dei tempi.
Siamo tutti emigrati, immigrati e migranti…
L’identità è come un albero. Non è soltanto il suo passato e le sue radici. E’ anche il suo futuro con i nuovi germogli, e i giovani rami che crescendo si confondono, e si intrecciano con i vecchi, e si dilatano in cerca della luce. Anche se oggi non se ne vede neppure un barlume, la luce arriverà, arriverà…dopo il lungo buio che ci attende
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