(Dott. Paolo Caruso) – La violenza fisica e verbale negli ospedali e nelle Aziende Sanitarie come emerge dalla cronaca di questi giorni non va in vacanza anzi si accentua con la canicola e il moltiplicarsi degli episodi di arroganza delinquenziale di certi “tirannosauri”. Da Milano a Palermo, in tutto lo stivale è un ripetersi di aggressioni anche fisiche a medici, infermieri e operatori sanitari. Ancora una volta così si assiste e si rimane sconcertati dinanzi a tanta violenza perpetrata sempre più frequentemente all’interno degli ospedali. Una spirale di violenza davvero preoccupante, una conflittualità ingiustificata che sempre più compromette il rapporto medico paziente e ne condiziona il lavoro nella struttura. In questa società non esiste più il buon senso e il rispetto per il prossimo, ma l’individualismo, l’arroganza, l’ignoranza e il deserto morale che producono solo odio e violenza. Dopo l’aggressione fisica ad un medico dell’area di emergenza in un ospedale milanese nel luglio scorso, gli episodi di violenza di questi giorni avvenuti a Palermo all’ospedale Buccheri La Ferla nei confronti di medici e infermieri e al policlinico nei confronti di un operatore socio sanitario rendono sempre più evidente la drammaticità del lavoro negli ospedali. Questi episodi purtroppo aumentano ulteriormente l’elenco delle aggressioni fisiche mentre quelle verbali nella ormai quotidianità non sono più quantificabili. Medici e infermieri sono gli unici a pagare lo scotto delle tante disfunzioni che investono il campo della sanità pubblica, precarietà, organici ridotti all’osso, superficialità degli organi gestionali. Così di fronte alle ruberie, agli insulti, alle minacce e alle aggressioni nei confronti dei medici e del personale sanitario, ci si chiede per l’ennesima volta quale provvedimenti le Istituzioni e la politica intendano seriamente adottare per prevenire tutto ciò a tutela dell’incolumità degli operatori. Che una volta per tutte gli organismi politici di gestione delle Aziende sanitarie abbandonino il loro ruolo prevalentemente clientelare e si calino nella realtà lavorativa degli operatori di salute, nei loro quotidiani disagi e a migliorare la qualità dei servizi ai cittadini utenti. Bisogna che questi lavoratori di eccellenza possano operare con dignità in un ambiente sereno, non sottoposti a turni stressanti e con un adeguato numero di collaboratori. Infatti questa atmosfera pesante che grava sul mondo sanitario tende a logorare psicologicamente l’azione dei medici e degli infermieri e ad aggravare sempre più la violenza nei confronti dei “camici bianchi”. Se poi si aggiunge che il SSN è ormai avviato verso un declino ineluttabile per volontà politica e il privato tende a rappresentare il fiore all’occhiello della nuova sanità allora tutto sembra scontato e consequenziale.