
(di Michele Serra – repubblica.it) – C’è acqua sotto la Sicilia, miliardi di metri cubi a settecento metri di profondità. Lo dice uno studio di vulcanologi e geofisici, lo dice la lunga esperienza delle trivellazioni petrolifere: già negli Ottanta l’Agip pubblicò uno studio sulle acque sotterranee italiane. Cercando il petrolio trovavano l’acqua.
Ci sono giacimenti di acqua dolce in molte zone d’Italia (e della Terra), le falde profonde che sarebbero raggiungibili tanto quanto il petrolio; ma a differenza del petrolio, che dà immediato profitto, i vantaggi economici dell’acqua sarebbero a medio e lungo periodo. Cambierebbe il paesaggio, cambierebbero l’agricoltura e la filiera del cibo, cambierebbe la società, ma non oggi per domani. Bisognerebbe avere in mente almeno il dopodomani.

I privati non hanno lo sguardo così lungo, dovrebbe averlo la politica, capace di investire a lungo termine, di muoversi senza la spinta del tornaconto immediato, e questa è la cosa, in assoluto, che ci manca di più. Una programmazione, un’idea di futuro, uno sforzo di fantasia. Chiunque abbia mai scavato un pozzo artesiano conosce l’azzardo, e quando va bene la sorpresa (trionfale) di veder sortire acqua limpida dalle viscere della terra. Leggo che una trivellazione a settecento metri di profondità, per saggiare la qualità dell’acqua e decidere se prelevarla poi su larga scala, costerebbe circa un milione e mezzo di euro. Lascio a voi ogni considerazione sulle priorità: se la sete o il Ponte.
Potrebbe essere una soluzione, ma potrebbe arrecare anche danni alle falde. Infatti, sottraendo acqua dolce essa potrebbe essere rimpiazzata da altro , inquinanti o acque salmastre .
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oppure, peggio ancora, provocare una subsidenza, in Polesine ed in Emilia-Romagna lo sanno molto bene, e ne stanno pagando le conseguenze ancora adesso.
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Il profitto non pensa mai al “”domani”” ma al presente!
Infatti i capitalisti pensano di essere immortali!!
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Fanno gasdotti lunghissimi migliaia di Km e non possono fare acquedotti dal nord, dove ormai marciscono per l’abbondanza idrica, al sud?
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Considerando che su distanze molto più piccole (leggasi “in città”) gli acquedotti son dei colabrodi che perdono tipo i due terzi dell’acua che trasportano in giro, esamino due punti:
1 – Non vorrai mica togliere l’acqua al “produttivissimo Nord”, per caso? Poi come fanno con tutte le migliaja di allevamenti intensivi, poveracci? Il consumo di acqua e suolo serve prevalentemente per quello, per innaffiare e coltivare il foraggio da usare come alimento per gli animali, e anche, in minor parte, per la “pulizia” delle acque reflue che arrivano, inquinate come pochi, proprio dagli allevamenti intensivi; non è certo acqua che serva per esser bevuta dall’animale umano. Tra l’altro, è proprio quella mostruosa densità di allevamenti intensivi, interi distretti industriali creati solo ed esclusivamente per creare carne e latte da mangiare e da bere, che si sviluppò, espressamente in Lombardia, il focolajo di CoVid. Che era, val la pena ricordarlo, una zoonosi, non chissà che. Domandiamoci perché e contiamo i giorni prima della prossima pandemia. Che è solo una questione di “quando” e non certo di “se”, e non sto parlando di cento anni nel futuro. Sto parlando di, ehm… ‘dopodomani’.
2 – Toglier l’acqua al Nord per darla al Sud, nientemeno. Poi come fanno gli imb3c1ll1 come Salveenee a proporre di sp00tt4n4r3 miliardi pubblici per fare una str0nz4t4 come il “Ponte sulo Stretto”?
Conclusione: a parte che l’acqua c’è, sta nelle falde acquifere sotto terra, ma se ascoltiamo i pensieri di Adriano e Cesare, sopra, potrebbe essere una soluzione non attuabile, pena disastri ancora più grossi. La mia considerazione è che alla fine della fiera, l’acqua c’è, la trasporta la mafia da un capo all’altro dell’isola facendosela pagare a peso d’oro. E la Sicilia in quanto appunto “isola”, inizierei a desalinizzare a palla l’acqua salmastra che la circonda. Si investa sulla desalinizzazione industriale, anziché sui ponti dell’arcobaleno, io propongo. Non conosco la fattibilità, non so neanche come si desalinizzi, alla fine, tecnicamente parlando (ci posso arrivare per deduzione logica pensando alla fisica, ma nella pratica non ho idea dei problemi connessi e generati), però alla fine qualunque soluzione, almeno nell’oggi e sicuramente nel domani, c’è, e con costi pur sempre meno esorbitanti, non solo in termini meramente economici. Sul dopodomani, eh, lì abbiamo tutti dei dubbi immensi, a iniziar dall’articolista per finire con me. Ma il punto è che se non si comincia mai, non si finirà mai.
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c’è anche il nord europa.
P.S.
è quasi tutto il sud che patisce la sete non solo la sicilia, l’acquedotto pugliese ha fatto previsioni preoccupanti per il 2025.
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Fanno da anni in Israele la desalinizzazione dell’acqua di mare (famoso il deserto “fiorito).
Certo, in Sicilia è fattibilissimo ma le lobbies del cemento chi le le sente? Sai che strilli e ricatti…
Certo sarebbe necessario dare l’acqua ai poveri isolani che la comprano a peso d’oro, circondati da miliardi di ettolitri di liquido…
E invece si devono beccare i deliri del cazzaro che gli impone il Ponte!
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