
(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – La schizofrenia del dibattito pubblico è talmente patologica che pare di vivere in due Italie, ciascuna con i suoi politici e giornalisti. Invece è sempre la stessa Italia, con gli stessi politici e giornalisti. Che cambiano lingua, logica ed etica a seconda delle convenienze. Una vita umana vale 0,1, o 1, o 100, o 1000 a seconda della nazionalità di chi muore e soprattutto di chi lo ammazza. Se Israele bombarda una […]
Due Italie, due lingue
(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – La schizofrenia del dibattito pubblico è talmente patologica che pare di vivere in due Italie, ciascuna con i suoi politici e giornalisti. Invece è sempre la stessa Italia, con gli stessi politici e giornalisti. Che cambiano lingua, logica ed etica a seconda delle convenienze. Una vita umana vale 0,1, o 1, o 100, o 1000 a seconda della nazionalità di chi muore e soprattutto di chi lo ammazza. Se Israele bombarda una scuola e trucida cento palestinesi in preghiera, fra cui molti bambini, nessuno sdegno: si continua ad annunciare (da nove mesi, dopo 40 mila civili morti) l’imminente tregua a Gaza. Se un missile russo fa 14 morti ucraini, lo sdegno è unanime. Ma subito si spegne se di morti ne fa molti di più l’“incursione” ucraina in Russia contro obiettivi civili. E guai a parlare di invasione o aggressione, sennò – come nota Michele Ainis – dovremmo togliere le armi all’aggressore Zelensky e inviarle all’aggredito Putin.
Lo stesso metro a fisarmonica viene applicato alla questione carceri. Gli stessi politici e commentatori che tuonano contro l’Italia delle “manette facili”, lo Stato di polizia che mette tutti in galera e butta la chiave senza pene alternative, lodano e invocano “riforme” svuotacarceri, amnistie, indulti, depenalizzazioni, limiti alla custodia cautelare, sconti e saldi di fine stagione, si stracciano le vesti appena esce anzitempo o non entra neppure in cella un criminale comune. Il brigatista condannato nei processi Biagi e D’Antona. L’americano del delitto Cerciello Rega. Il rapitore del bimbo assassinato dal complice. Gli stalker e gli indiziati di stupro a spasso per la gioia delle vittime. E l’ergastolano Chico Forti che in America avrebbe finito i suoi giorni in cella, ma curiosamente sceglie l’Italia manettara e giustizialista, dove uscirà nel 2025. Non passa giorno senza che la cronaca ci mostri gli effetti delle leggi-colabrodo fatte dai colletti bianchi per se stessi, ma usate da tutti. L’anno scorso un tribunale della California ha negato per la sedicesima volta la libertà vigilata a Sirhan Sirhan, 78 anni, da 55 in galera per l’omicidio di Bob Kennedy, perché “ancora pericoloso”. Da noi il 99% dei terroristi rossi e neri con decine di morti sulla coscienza sono fuori da anni. Ogni 2 agosto politici e parenti delle vittime si azzuffano sulla strage di Bologna: intanto Giusva Fioravanti, condannato per quegli 85 morti e per altri 10 omicidi a 8 ergastoli, 134 anni e 8 mesi, mai pentito, era già semilibero dopo 18 anni di carcere e totalmente libero dopo 31. Tra la severità del sistema Usa e l’indulgenza plenaria del nostro, si potrebbe trovare una via di mezzo. Nell’attesa, piantiamola almeno con la leggenda delle “manette facili”: in Italia di facile ci sono solo le scarcerazioni. Il difficile è metter dentro i criminali e soprattutto tenerceli.
"Mi piace"Piace a 16 people
[…] “Non passa giorno senza che la cronaca ci mostri gli effetti delle leggi-colabrodo fatte dai colletti bianchi per se stessi, ma usate da tutti.”
Proprio usate da tutti non direi. Delle leggi-colabrodo, i detenuti comuni perlopiù non ne usufruiscono per il semplice fatto che non possono permettersi un avvocato col… dono della parola. Infatti per i poveracci esistono solo gli avvocati d’ufficio, di solito giovani da poco usciti dalle università che, all’eventuale richiesta degli assistiti su cosa diranno al processo, rispondono (giuro d’averne sentito uno con le mie orecchie): “Non c’è bisogno di parlare, il giudice sa quello che deve fare”. Risultato: andranno in carcere, restandoci sino a fine pena, a meno di uscirne prima ma in posizione orizzontale per suicidio. E’ così che va il mondo.
"Mi piace"Piace a 3 people
Be’, con Bossetti sono stati severissimi, sono passati sopra a tutte le irregolarità del processo pur di avere un colpevole – e forse di proteggere i Locatelli.
"Mi piace"Piace a 1 persona
"Mi piace"Piace a 3 people
“Se Israele bombarda una scuola e trucida cento palestinesi in preghiera, fra cui molti bambini, nessuno sdegno: si continua ad annunciare (da nove mesi, dopo 40 mila civili morti) l’imminente tregua a Gaza. Se un missile russo fa 14 morti ucraini, lo sdegno è unanime.”
Ma la prima è “Guerra Santa”…
"Mi piace"Piace a 1 persona
I ns eroi criminali al governo con giornalai di quasi tutti i colori al seguito (l’Italia è terza nell’invio di armi a Israele) pensano così di far perdonare dagli ebrei il concorso attivo dei mitici “ragazzi di Salò” nello scoprire i loro nascondigli per consegnarli ai nazisti, negli ultimi anni della guerra mondiale. Quando quel gentiluomo di Violante (pres. della Camera) tentò di riabilitarli in quanto (presunti) ignari leali collaboratori dei nazisti, non pensò di considerarli corresponsabili di quegli orrendi crimini. Praticamente dando loro la patente di cojones esecutori puntigliosi degli ordini tassativi dei capi repubblichini fedeli alleati della Germania di Hitler. In perfetta linea coi cani pallidi d’oltreoceano (proprio ieri son partiti altri 3 mld di dollari in aiuto a Israele), figli degli stessi cani pallidi che sorvolavano i lager con aerei carichi di bombe ma senza gettarne alcuna sui muri con torrette di quei campi. Gli ebrei erano anche per loro una “razza” subumana. Ma questa è storia.
Per tornare all’attualità, da una parte riempiono gli arsenali di Netanyahu, mentre dall’altra hanno approntato un porto galleggiante per fornire aiuti alimentari ai palestinesi di Gaza. Non sia mai che muoiano a stomaco vuoto!
PS. I sostenitori italiani degli Usa ne sanno qualcosa di quanto sopra scritto?? Scommetto di sì! Sono pienamente consapevoli, ma fanno finta di niente. Guai a fare un governo con costoro!!!
"Mi piace"Piace a 4 people
gli americani son rigidi, son potestanti, noi col nostro cattolicesimo buonista siamo di un’altra pasta (frolla).
Guy e Tanassi dopo che erano stati condannati si pentirono e Paolo VI indulgente, subito intervenne: “se veramente sono pentiti….”
"Mi piace""Mi piace"
i criminali politici invece il carcere manco lo sfiorano
"Mi piace"Piace a 4 people
Ciao Adriano58
sicuramente intendi i politici criminali 🙂
"Mi piace"Piace a 4 people
Ciao,
si,
inversione dei termini
"Mi piace"Piace a 1 persona
Beh, insomma, la frase gode della proprietà commutativa, nel senso che in Italia tutti i politici son criminali, salvo qualche rarissimo caso nei 5S (ma anche lì ci sarebbe da dibattere). Ma è anche vero che questo sia vero grazie a una serie di leggi e leggine create ad hoc per evitare che il politico criminale/criminale politico finisca in galera. Perché il punto è che il legislatore È il primo dei criminali, in linea di principio. E si torna al punto di partenza, come Travaglio ci fa notare. Insomma, la Casta è degli intoccabili, prima di tutto. Letteralmente The Untouchables.
"Mi piace""Mi piace"
Non proprio: il criminale politico è chi si macchia di un crimine politico, il politico criminale è un politico che delinque. Di solito proprio perché l’essere politico gliene da la possibilità
"Mi piace""Mi piace"
Il merito di M.T. è grande. Mettere alla berlina l’ ipocrisia mista a demenza della classe politica e di quella della propaganda (sarebbe l’informazione) è cosa buona ,giusta e anche umoristica se non fosse allo stesso tempo drammatica .
Vivono lontani dalla realtà rivolgendosi a se stessi ma facendo finta di parlare alle genti che per lo più se ne fottono di loro ma anche di tutto il resto.
Non c’è che dire : quadro sconfortante.
"Mi piace"Piace a 6 people
Un GRAZIE alla Redazione di Infosannio
"Mi piace""Mi piace"
La giornata nera della democrazia
Data: 10 agosto 2024
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il Ministro della Giustizia Carlo Nordio
di Massimo Giannini – repubblica.it
“Ha firmato, ha firmato”, esulta la tronfia Trimurti delle destre italiane. Sergio Mattarella ha aspettato l’ultimo giorno utile, il ventinovesimo, per promulgare la legge sull’abolizione del reato di abuso d’ufficio. Ma infine l’ha fatto, non senza aver palesato i suoi dubbi. Carlo Nordio fa festa: già in viaggio verso le sudate vacanze, può finalmente godersi un altro meritatissimo spritz. Alla faccia di chi gli vuol male, dei giacobini dell’opposizione e anche dei poveri cristi che schiumano e crepano nelle patrie galere. Il ministro dell’evanescenza giudiziaria — prigioniero di un complesso d’inferiorità pari solo al suo spirito di rivalsa verso gli ex colleghi — ha finalmente portato a casa l’unico provvedimento che è riuscito a sfornare in ventuno mesi. Non è “la grande riforma della giustizia”, sulla quale sproloquia inutilmente dal giorno in cui ha messo piede a Palazzo Piacentini, nel dicastero di Via Arenula. Per lui è comunque “uno storico passo avanti”. Ma per la democrazia e per lo stato di diritto è invece una giornata nera. Da segnare nel calendario degli orrori e degli errori compiuti da questo governo. Questa non è una misura di pulizia giuridica o di “deflazione penale”, utile ad alleggerire e a sveltire il lavoro degli amministratori pubblici, liberandoli dal famoso “incubo della firma”. Questo, molto più banalmente, è un colpo di spugna su uno dei reati tipici dei colletti bianchi, che cancella in un amen 3.623 condanne definitive e apre un buco enorme nella rete predisposta dalle direttive europee contro il malaffare.
È vergognoso che ad autorizzare questo scempio sia stata Giorgia Meloni. Proprio lei, figlia di una destra sociale e radicale che — tra le innumerevoli nefandezze post-missine di cui deve ancora farsi perdonare — aveva avuto almeno il principio di legalità come unica dote civile da spendere nell’agorà repubblicana. Proprio lei, giovane militante del Fronte della Gioventù che aveva iniziato a fare politica attiva dopo la mattanza di Via D’Amelio in cui furono massacrati Paolo Borsellino e la sua scorta. Proprio lei, da donna del popolo diventata donna sola al comando, oggi fa questo regalo indebito alla casta, ai potenti della terra di mezzo, ai manovali della criminalità organizzata. Per la premier è uno stigma, un destino, una maledizione. Nell’autunno del 2022, durante la velenosa trattativa sulla lista dei ministri, fu capace di mettere in riga Berlusconi dicendogli “Io non sono ricattabile”. Solo due anni dopo, si piega al ricatto politico — e postumo — del fantasma del Cavaliere, che credevamo estinto ma non lo è. Silvio c’è, è il morto che afferra la viva, e attraverso i suoi eredi la inchioda alla “parola che tutto squadra”: la Giustizia, la guerra santa contro le toghe, i “Lodi Alfani&Schifani”, le norme-vestitino cucite a misura degli eletti e il garantismo di Palazzo usato come foglia di fico per nascondere la pretesa di impunità. L’alfa e l’omega del berlusconismo, che diventa alfabeto apocrifo del melonismo.
È un paradosso che sia proprio l’Underdog della Garbatella a portare avanti le crociate dell’Unto del Signore di Arcore. Ma è esattamente quello che sta succedendo, in questo eterno ritorno dell’uguale in cui la nuova destra, proprio come la vecchia, non combatte solo contro le procure, ma un po’ anche contro se stessa e contro i suoi fantasmi, contro i suoi totem e contro i suoi tabù. L’attuale Guardasigilli, con rispetto parlando, è suo malgrado l’utile idiota di questa specie di “esecuzione testamentaria”. Una specie di Golem Berlusconiano, incaricato di completarne il disegno. Il “pacchetto Nordio” — già spacciato infinite volte all’opinione pubblica e ai media — contempla l’intero catalogo delle diavolerie giudiziarie concepite a suo tempo nel laboratorio di Palazzo Grazioli dai Dottor Stranamore del Cav, Niccolò Ghedini e Gaetano Pecorella. Dalla separazione delle carriere tra giudici e pm all’istituzione di un secondo Csm di estrazione partitica per giudicare i magistrati, dalla tagliola sull’utilizzo delle intercettazioni al bavaglio alla stampa nel pubblicarle. La depenalizzazione dell’abuso d’ufficio è in teoria solo l’inizio di questo viaggio negli inferi, al quale adesso — nella migliore tradizione delle leggi <CF2002>ad personam</CF> — potrebbe aggiungersi addirittura un altro ambìto “golpetto”: l’immunità preventiva per i sindaci e i presidenti di Regione. La potremmo chiamare “norma-Toti”, visto che non solo il partito azzurro di Tajani, ma anche il Carroccio verde di Salvini ha pensato bene di sfruttare l’inchiesta sul presidente della Liguria, per proporre una specie di scudo penale per tutti i governatori.
L’obiettivo è sempre lo stesso: proteggere il Potere, con tanti saluti al Popolo, in nome del quale si pronunciano le sentenze. Nulla a che vedere con la fame di vera giustizia della gente comune. Nulla che migliori l’efficienza della macchina giudiziaria. Nulla che velocizzi i procedimenti penali. Nulla che snellisca il contenzioso e le cause arretrate. Per giustificare la cancellazione di uno dei più importanti reati-spia — attraverso i quali si arriva spesso ai reati più gravi di corruzione, peculato e associazione mafiosa — i “patrioti” usano a sproposito il partigiano Giuliano Vassalli e abusano del ricordo dell’eroe Giovanni Falcone. Una vera e propria impostura, etica e politica. E se il presidente della Repubblica ha firmato la legge — per dovere istituzionale e per “non manifesta incostituzionalità” — questo non significa che la medesima non sia in contrasto con le sentenze della Consulta e con le raccomandazioni formulate nel 2000 dal Consiglio d’Europa. Lo ha fatto capire alla presidente del Consiglio, il Capo dello Stato, e lo spiegherà anche al ministro della Giustizia, se e quando deciderà di riceverlo al Quirinale. Lo dice con chiarezza l’Anm: d’ora in poi i cittadini sono più soli. È proprio così: quel reato — previsto dall’articolo 323 del Codice, corretto e opportunamente “tipizzato” con ben quattro revisioni tra il 1990 e il 2020 — era stato introdotto proprio per tutelarli dai comportamenti scorretti dei pubblici ufficiali.
C’è da indignarsi, ma in fondo non c’è da meravigliarsi. Il cinismo è di casa, tra le tre destre. Mentre i politici si scambiano doni tra “pari” e combattono la calura d’agosto con gli aperitivi, i detenuti muoiono come e più di prima. La legge salva-colletti bianchi in Gazzetta Ufficiale, il decreto-carceri in Consiglio dei ministri: sarà pure una casualità temporale, ma fa veramente paura questo “uno-due” normativo, consumato in appena quarantott’ore. Chi ci governa ha davvero un sasso nel cuore, se ha potuto servire al Paese questa mostruosa “doppia morale”, che si cura dei forti e se ne frega dei deboli. Le “disposizioni urgenti” varate per fronteggiare l’emergenza carceraria gridano vendetta perché non fronteggiano niente. Dopo 65 suicidi in cella in sette mesi, e con 14.537 derelitti in eccesso rispetto alla disponibilità di posti, l’unico rimedio che questa “Coalizione degli Ignavi” riesce a immaginare è l’assunzione di mille guardie penitenziarie in due anni. Nient’altro che questo, a parte un codicillo che rende ancora più pelosa l’anima del legislatore: le telefonate che i detenuti possono fare ai familiari in un mese passano da quattro a sei. Di fronte all’immensa disperazione dei ragazzi che si impiccano alle sbarre o si soffocano con le buste di plastica, quei geni di Meloni e Nordio non hanno chiesto consiglio sul da farsi al Garante dei detenuti o ai cappellani delle carceri. Hanno pensato alla vecchia pubblicità della Sip: “Una telefonata ti allunga la vita”. Figuriamoci due.
“Fanno pena”, come ha titolato giustamente il Manifesto. Sul sovraffollamento disumano delle nostre prigioni non ci si deve aspettare proprio niente da un esecutivo che in meno di due anni, tra decreti sicurezza e altri deliri sparsi, ha introdotto 23 reati nuovi e 10 inasprimenti di reati già esistenti. Dai rave-party alla gestazione per altri, dalle rivolte carcerarie alle proteste dei minori nei centri di accoglienza, dai blocchi stradali all’occupazione di immobili, dalla cannabis light alla resistenza a pubblico ufficiale per fermare opere pubbliche o infrastrutture strategiche. Un Codice Penale parallelo, ispirato da isteria securitaria e ideologia carceraria. Ma soprattutto codificato sui “nemici appositi”: individuati e selezionati con precisione chirurgica, da una capocrazia sempre più reazionaria e sempre più autoritaria.
Tutte le reazioni:
16Tu, Katia Bellucci e altri 14
"Mi piace"Piace a 4 people
Appena leggo “di Massimo Giannini” non so perché mi viene sonno. So già che per lui siamo circondati dalle camicie nere e che la Meloni è la fascista da’ Garbatella. Stop. Un pò come quando leggo i post inutili di Adriano58.
"Mi piace""Mi piace"
A me sanguinano gli occhi quando leggo “pò”.
"Mi piace"Piace a 2 people
Addirittura! Con pardon monsieur
"Mi piace""Mi piace"
Sono 40 anni che bramano il potere! Ora che ce l”hanno lo esercitano come avrebbero sempre voluto. Ipocrita è chi si meraviglia ancora che questo governo non faccia le stesse cose del precedente e poi parla di alternanza. Quello che conta è ciò che la gente voterà quando questi arriveranno a fine mandato, quello che la gente ricorderà, quello che l’opposizione avrà fatto in questi anni e cosa offrirà in alternativa per i prossimi.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Non mi sembra ci sia severità nel sistema statunitense: al contrario, quello è un esempio di certezza della pena (cosa che in Italia non avverrà mai).
"Mi piace"Piace a 1 persona
Attenzione. E’ vero che negli Stati Uniti c’è certezza della pena (anche se esistono anche lì gli istituti della liberazione anticipata, del “parole”, ecc…) ma anche quello è un sistema molto classista e direi anche razzista. La maggioranza dei detenuti sono persone di colore e che conducevano una vita indigente prima di finire dentro.
Negli USA se hai i soldi paghi gli avvocati da 500 dollari l’ora usciti da Yale e Harvard, e se meriti la pena di morte magari te la cavi con l’ergastolo o trent’anni.
"Mi piace"Piace a 2 people
sembra che sei si figlio di biden puoi fare tutto quello che vuoi e non rischi niente
"Mi piace""Mi piace"
Appunto Cagliostro. Questo mito della giustizia USA perfetta va anche un po’ sfatato. Certo ci sono degli aspetti positivi, ma anche alcuni a mio parere spaventosi.
Guardiamo il numero dei detenuti nel braccio della morte: sono in stragrande maggioranza neri e poveri (e spesso le due cose coincidono, perché se sei nero con i soldi spesso la sfanghi… OJ Simpson ne sa qualcosa).
"Mi piace""Mi piace"
in italia e nel mondo non esiste la forza della legge, ma la legge del più forte, il quale decide qual’è il bene e quale il male. e le fasce deboli ne pagano le conseguenze. la questione morale? un UFO.
"Mi piace"Piace a 3 people
Bocchino, tra il lusco e il brusco, in una puntata di 8 e 1/2 disse quello che i politici non hanno il coraggio di dire: in carcere ci devono andare scippatori, assassini, svaligiatori di case, stupratori, cioè i reati di maggior “allarme sociale”. Per gli altri (concussioni, corruzioni, abusi, falsi in bilancio ecc), di cui evidentemente per Bocchino non frega niente a nessuno, al massimo una tiratina d’orecchi e via.
E pazienza se, come dice Davigo, per fare i danni che fa un singolo corruttore non basta un esercito di scippatori.
"Mi piace"Piace a 2 people
MARCO TRAVAGLIO – MA MI FACCIA IL PIACERE – IFQ – 12 agosto 2024
Ha stato Putin. “Putin, veleno sui Giochi. Fourest, direttrice di Franc-Tireur: dietro il battage social sulla vicenda della pugile la disinformazione di Mosca”.
“’Guerra ibrida russa sulla vicenda Khelif’. Borghi del Copasir accusa”. “Infezioni, ritiri e paure. La Senna inquinata rovina i Giochi alla Francia. La triatleta belga colpita da gastroenterite, la sua nazionale rinuncia alla staffetta. Malori per due svizzeri e un norvegese, i timori dell’azzurro Paltrinieri”. “Dal fiume balneabile alla sfilata queer. Il tiro a segno sovranista su Olimpiadi e Macron” (Repubblica, 4, 5 e 6.. Mi sa che Putin ha pure cagato nella Senna.
.
L’elmo di Scipio. “Zelensky come Scipione” (Augusto Minzolini, Giornale, 10.
“Da Scipione l’Africano fino ad Ariel Sharon: viaggio nei conflitti le cui sorti sono state ribaltate da un’azione che può essere azzardata o geniale. Come quella degli ucraini verso la russa Kursk” (Maurizio Stefanini, Libero, 11. Uahahahahah.
.
Hit Parade. “Reputazione sul web, Pier Silvio Berlusconi secondo tra i manager” (Giornale, 7. Non osiamo immaginare chi sia il primo.
.
Agenzia Sticazzi/1. “Cesara Buonamici: ‘Vivevo con Cristina Parodi, lei cantava e intanto io cucinavo. Berlusconi voleva che usassi solo gli evidenziatori verdi’”. (Corriere della sera, 10. Accipicchia.
.
Agenzia Sticazzi/2. “Meloni in Puglia (con Giambruno), Renzi espugna la Sardegna. E Schlein fa perdere le tracce” (Corriere.it, 8. Corbezzoli.
.
Agenzia Sticazzi/3. “Racchette d’Italia. Il Campo Largo. Da Capalbio a Orbetello, sull’Aurelia tra la sinistra tennistica e la dorsale tirrenica. Colloquio sotto rete con Giuliano Amato. Presidente del Circolo di Orbetello oggi è Marco Bassertti, numero uno di Banijay, marito di Stefania Craxi. Ma Amato è sempre il boss”. (Foglio, 10. Ma non mi dire.
.
Lo scudiero. “Serve uno scudo per i governatori” (Matteo Salvini, segretario Lega, Verità, 5.
.
“Toti incontra Salvini: ‘Vanno allargate le immunità’”. (Giornale, 7. “Salvini: ‘Mollo solo se mi arrestano’”. (Repubblica, 7.. Sa qualcosa che noi non sappiamo?
.
Veti e voti. “L’apertura a Renzi piace ai big del Pd. Schlein al lavoro per superare i veti”. (Repubblica, 9. Ma soprattutto per perdere i voti.
.
Ambiguità. “Delrio: ‘Fastidiosa ambiguità di Conte su Trump. L’equidistanza del M5S mi sembra un grave errore. Ma ognuno si sceglie le sue amicizie’” (Repubblica, 11.. Lui per esempio ha scelto Renzi.
.
Campo Lardo. “Lei vuol sapere se Renzi porterà più voti di quanti ne toglierà. Ma la politica non è aritmetica e il campo largo è uno spazio di valori, di interessi e, se vuole, anche di conflitti sedati, di dialettica. Il suo successo dipenderà dal carisma di Elly Schlein, ma solo tenendo tutti dentro, la sinistra umiliata, dimessa e bastonata potrà rialzare la testa e vincere” (Francesco Merlo, Repubblica, 10. Dài che magari ci scappa un’altra consulenza Rai da 240mila euro l’anno.
.
Beccati. “I putiniani nostri, che sono uno spettacolo… provano a deformare e a intorbidire la verità con espedienti che probabilmente gli stessi russi suggeriscono… E dunque per ora hanno rilanciato l’intrigo internazionale… cioè il ‘giallo’ di uno scambio di prigionieri e di un complotto per impedire la liberazione concordata di Navalny che era lì lì per essere rilasciato” (Merlo, Repubblica, 20.2). “L’ex collaboratore Shaveddinov: ‘Tra i dissidenti liberati doveva esserci Navalny’” (Repubblica, 4. Ma quindi è putiniano il collaboratore di Navalny o Rep o tutti e due?
.
Storici. “I grillini storici vicini a Grillo all’attacco di Conte” (Verità, 8.
Ah sì, quelli espulsi perché contestavano Grillo sul governo Draghi.
.
Riforma scolastica. “Per promuovere la festa dei giovani di FdI lanciano post e meme e il tono da liceo Mariuccia è questo” (Foglio, 8. Che poi era un asilo, ma fa lo stesso.
.
Sacre sentenze/1. “Italicus e Bologna, linea rossa di Mattarella: ‘Stragi neofasciste’. Ma FdI nega le sentenze” (Repubblica, 5. Come quel giornale che fece scrivere per anni il mandante del delitto Calabresi?
.
Sacre sentenze/2. “Mollicone e il negazionismo di FdI, cresce l’insofferenza di Forza Italia” (Repubblica, 6. Che alle sentenze è sempre molto affezionata.
.
Il titolo della settimana/1. “Così l’intelligenza artificiale ha riaperto il caso Pantani” (Sole 24 ore, 9. Poi s’è scoperto che era l’idiozia naturale.
.
I titoli della settimana/2. “Tajani riunisce i ministri G7: ‘No a un conflitto regionale’” (Messaggero, 5. “Telefonata di Meloni con Teheran. La chiamata col presidente Pezeshkian per evitare l’escalation” (Libero, 9. Ecco perché gli ayatollah non chiudono più occhio.
.
Il titolo della settimana/3. Non bastava la gip figlia di una del Pd. Il giudice del processo Toti è il fratello di un ex M5S” (Pietro Senaldi, Libero, 6. Urge la separazione delle famiglie.
.
Il titolo della settimana/4. “Il generale Figliuolo vola in Libano per le missioni Unifil e Mibil. L’obiettivo è sostenere la fragile stabilità di Beirut ed evitare tensioni con Tel Aviv” (Giornale, 7.. Con la sola imposizione delle mani.
.
"Mi piace""Mi piace"