Giorgia Meloni si celebra nonostante una «opposizione feroce»: ma la storia della destra missina trabocca di battaglie «feroci» contro norme e riforme

(Gian Antonio Stella – corriere.it) – «Chi si loda s’imbroda», dice un vecchio adagio che Giorgia Meloni, vista l’auto-sviolinata dell’intervista a Chi dove dice che meglio di così non avrebbe potuto governare, ignora. Ma almeno su un punto l’autocelebrazione (povero Cavaliere convinto allora d’essere stato «di gran lunga il miglior presidente del consiglio di tutti i tempi») avrebbe dovuto essere un po’ più cauta, quando si descrive come trionfatrice nonostante l’«opposizione feroce».
Perché se certo non aveva senso mesi fa la lagna del magistrato della Corte dei Conti che twittò contro una presunta arrendevolezza delle sinistre («Potevamo farli sbavare di rabbia»), la storia della destra missina trabocca di battaglie «feroci» contro norme e riforme. Basti ricordare, assai prima di quello contro il «ddl Zan» contro l’omotransfobia o altri ancora, l’ostruzionismo irriducibile (migliaia di cavilli, richieste di numero legale, mozioni d’ordine, interruzioni, intoppi procedurali…) contro la legge Scelba che vietava la ricostituzione del partito fascista.
O l’alluvionale invettiva di quasi dieci ore alla Camera con cui nel gennaio ‘70 Giorgio Almirante, tra i miti di Giorgia, si guadagnò il nomignolo di «vescica di ferro» scagliandosi «contro il pericolo che venisse meno l’unità nazionale» (parole dell’elogio dal sito destra.it) a causa dell’introduzione delle Regioni, pallida anticipazione dell’autonomia differenziata salvinian-meloniana. O ancora la guerriglia di An («Il primato è mio: ho chiesto il numero legale 174 volte», gongolò Riccardo De Corato) contro una riforma ulivista della Rai. E i 74.652 emendamenti vantati dal Polo (An compresa) nella legislatura 1996-2001 dei quali ben 6.800 presentati coi leghisti contro la prima sanatoria immigrati. E gli 86 iscritti a parlare in aula nel 2000 a sostegno di tremila emendamenti contro la Par condicio.
Avvisaglie dei record che sarebbero stati sventolati dal leghista Roberto Calderoli: «Ho preparato 6,5 milioni di emendamenti per affossare la riforma, la legislatura e mandare finalmente a casa Capitan Fracassa Renzi». «Mi sono attrezzato. Ho un programmino informatico che da un testo base è capace di ricavare decine di migliaia di varianti». «Ho consegnato oggi 82.730.460 emendamenti alla riforma Costituzionale…». Per carità, tutto legittimo. Ma sarebbe «feroce» l’opposizione di oggi?
Che cavolo di articolo è? Pure ‘st’altro s’è giocato i neuroni!
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Credo voglia far capire che se vuoi gli strumenti per fare opposizione feroce, li hai
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