
(Giuseppe Di Maio) – Il nostro Presidente del Consiglio era al governo quando Berlusconi fu costretto ingloriosamente alle dimissioni. Il vecchio corruttore, che non governava l’Italia ma la usava, era stato oggetto di un attacco interno ed esterno al paese che l’aveva portato a cessare in anticipo il suo mandato nonostante la larga maggioranza posseduta. Tutti ricordiamo la voce del Financial Times: in nome di Dio, vattene!
È stato lungo il periodo in cui l’elettorato di destra è restato orfano del suo leader storico, un periodo in cui la sinistra non ha saputo e voluto approfittarne. Ma rifondati che furono partiti alla dritta dell’emiciclo, e aiutati dalla stampa servile in funzione anti 5 stelle, i loro capi risorsero. Primo fra tutti la lega, poi anche i fratelli d’Italia, che noi avevamo già visto arrivare da lontano nel tumultuoso e ribollente calderone dei voti reazionari. Da allora il nostro Premier ha alzato la voce, ha dichiarato più balle di sempre e con maggiore acredine, fino a diventare la maschera attuale: la faccetta piena di mossette che irride la stampa, i poteri di garanzia, e l’elettorato avverso. Memore della lezione di B. ha composto una politica idonea a pararsi le chiappe nelle sedi che decidono il destino italiano e fare i propri comodi in patria, indisturbata. A causa di una sciagurata legge elettorale processa i governi precedenti con un tribunale di maggioranza, accusa la sinistra e gli avversari di ogni sua incapacità a generare risultati politici. A causa di questa legge ha occupato lo Stato, l’informazione, ha costruito una giustizia di classe, e sta attentando alla Costituzione per disfarsi definitivamente della volontà popolare. Ecco perché, a differenza della destra francese, ad esempio, che è contraria alla guerra contro Putin, lei è più atlantista e americanista che mai; sostiene i maggiorenti europei e pretende pure di far parte del loro governo sebbene non appartenga alla famiglia dei partiti che a Bruxelles hanno la maggioranza. Ma sta rischiando di restare isolata, a cavalcioni di due nature: l’una, quella conservatrice, occupata stabilmente da Tajani e il suo partito filo europeo, l’altra completamente reazionaria, che vede in Salvini un rappresentante più adeguato.
Tuttavia, dopo aver sbandierato patriottismo a buon mercato e svenduto la politica italiana ai padroni delle sanzioni, dei mercati e del rating, ha ridotto la nazione in un posto dove sta morendo la repubblica parlamentare, l’unità nazionale, dove non c’è welfare, giustizia, informazione, dove la vittoria di Melenchon in Francia sta passando per una sconfitta.
fumo nero e non solo si eleva da Palazzo Chigi e la caciottara affumicata non sa più in quale mercato europeo urlare la propria bontà
"Mi piace"Piace a 3 people
Ora probabilmente si alleerà col Ppe per non restare isolata. E probabilmente voterà Von der Leyen con i socialisti e i popolari. Siamo ormai abituati alle giravolte di Giorgia. Prima filoputiniana, poi filo-Nato e filoatlantista. Ricordo quando accusava Draghi di svendere l’ex Alitalia ai tedeschi, ora gliel’ha svenduta lei. Ma ricordo anche che era contraria alle trivelle in mare e al rigassificatore di Piombino, poi ha cambiato idea. Aveva promesso un ‘blocco degli sbarchi’, ma i numeri sono triplicati. Aveva promesso il taglio delle accise e ha disatteso anche questa promessa. Diceva ‘con me finirà la pacchia in Europa’, ma è finita per noi. 😠
"Mi piace"Piace a 8 people
Niente altro che lo specchio di una nazione che non conta e non vale più niente ad eccezione della minima parte rappresentata dai giovani che mi auguro lasceranno al più presto in massa questo cimitero in cui decidono e governano da anni vecchi elefanti.🤔
"Mi piace"Piace a 4 people
“Preferisco avere ragione che essere coerente “
La caciottara sicuramente ha fatto suo questo principio. E avere ragione, nel contesto attuale, significa assecondare in tutto e per tutto la dottrina atlantica: culle e urne vuote ma arsenali pieni.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/07/03/media-maxi-commessa-del-governo-italiano-alla-tedesca-rheinmetall-per-550-cari-armati-pronti-20-miliardi/7610283/
Quanti asilo nido si possono costruire con 20 mld?
Ops, ma quanto sono populista ..
"Mi piace"Piace a 5 people
Culle e urne vuote segnalano la morte di una nazione senza scampo. Probabilmente nella mente di soggetti malati sono i carri armati a fare tornare la speranza..
Se il popolo non si dà una sveglia la vedo molto male.
"Mi piace"Piace a 2 people
Pensavo pressappoco la stessa cosa, ma poi mi son chiesto: “Cosa significa darsi una sveglia(ta)?” È vero che molti non votano, e la ducia che fa le boccacce riesce a sgovernare con un numero di voti irrisorio grazie a una Legge Elettorale criminale costruita ad hoc per romper le uova nel paniere dei 5S e che ovviamente nessuno ha la benché minima volontà di correggere, ma è anche vero che alla fine della fiera, un cittadino italiano ha pochissimo potere all’atto pratico. Può votare, ammesso e non concesso, ma poi… che altro può fare? Potrebbe andare a manifestare il proprio dissenso per qualcosa, ma ammesso che serva, da oggi, per fare un esempio, grazie alla Lega e al suo prode bevitore di mohito, se vai a Messina a dire che sei contro il “ponte-sullo-stretto” rischi addirittura 25 anni di carcere (lo so, sembra una favola, ma è vero! Cfr. Il Fatto Quotidiano di oggi, 10.07.2024), mentre se un qualche maniaco pazzoide delle FFOO ti schianta di botte, le spese legali che dovesse eventualmente (ripeto “eventualmente”) mai sostenere, sono pagate in anticipo dallo Stato (che poi siamo tu, io, noi, eccetera) che ha deliberato per un fondo apposito a tal fine (cfr. lo stesso articolo di cui sopra), il tutto mentre mancano soldi per i servizi essenziali, dalla sanità pubblica agli asili e scuole. Insomma, pur facendo parte del G7… siamo o non siamo il paesucolo di provincia più bello del mondo?
"Mi piace"Piace a 3 people
20 miliardi per 550 carri armati che si possono distruggere con 550 droni per una spesa di 5 milioni e mezzo (senza considerare lo spauracchio atomico)
"Mi piace"Piace a 3 people
Esatto.
"Mi piace"Piace a 1 persona