
(Tommaso Merlo) – Nonostante non siamo mai stati così istruiti, curati, comodi e ricchi, la droga non è mai stata così diffusa. A drogarsi non sono solo gli straccioni, ma anche quelli in doppiopetto. Droghe per ogni tasca e per ogni casta. Polverine, pastiglie, bottiglie ma anche persone che per tutta la vita lavorano e basta e continuano anche quando cadono a pezzi oppure passano la vita da una festa all’altra come ragazzini attempati o vivono in perenne fuga riempiendosi la vita di cose da fare nel disperato tentativo di fermare i pensieri che li affliggono. Droghe talmente diffuse da venire spacciate come normalità. Ma colpevolizzare i drogati è ingiusto, non ci si droga perché cattivi ma perché si sta male. Le droghe in fondo sono degli antidolorifici, servono a sedare traumi, paure e malesseri insopportabili. Rispetto ai nostri avi facciamo tutti una vita da signori, eppure in Occidente i problemi di salute mentale hanno raggiunto livelli spaventosi. Qualcosa di profondo non torna. Se il nostro benessere dipendesse solo dalle conquiste materiali, oggi dovremmo tutti sprizzare gioia da ogni poro, mica essere un branco di drogati e depressi o di violenti che è un altro sintono del malessere interiore. Quello che non torna è la dissonanza tra chi siamo davvero e la vita che facciamo. Noi non siamo solo esseri materiali, ma abbiamo anche una dimensione più profonda. Abbiamo un cuore, abbiamo un’anima e le credenze non c’entrano nulla. È la nostra natura di esseri umani di cui alcuni sono consapevoli e altri meno. Il punto è che per stare davvero bene, dobbiamo soddisfare sia la nostra dimensione materiale sia quella più profonda. Oggi invece abbiamo la pancia gonfia, ma dentro un vuoto che ci lacera. Un vuoto che ci illudiamo di colmare con qualche chimera materiale e non riuscendoci ricorriamo a qualche droga. Siamo vittime di una bugia epocale oltre che del nostro avido ego. La bugia che il nostro benessere dipenda dall’avere sempre di più e che più arriviamo in cima più siamo felici. Bugie che rendono un sacco di soldi in un mondo in cui il profitto capitalista è l’unica ideologia sopravvissuta. Mentre le masse lavorano e consumano a livelli demenziali, una minoranza sempre più esigua accumula fortune. Eppure, invece di fermarci e prendere atto che serve un modello più intelligente, alziamo sempre di più i livelli assuefazione rischiando l’autodistruzione personale e collettiva. Perché il malessere che ci attanaglia dentro si manifesta fuori con una devastazione sociale ma anche ambientale inaudita e guerre ormai permanenti. Una deriva autodistruttiva pericolosa che rende sempre più urgente un nuovo equilibrio che consenta all’essere umano di esprimersi appieno, soddisfacendo cioè sia i suoi bisogni materiali che la sua natura più profonda ed autentica. Un equilibrio che permetta alle persone di crescere in maniera sana, di conoscersi a fondo, di trovare supporto e di vivere davvero libere anche dai condizionamenti. Che gli permetta di vivere in una società virtuosa e sicura, in un ambiente pulito e a ritmi accettabili. Un nuovo equilibrio che permetta non solo di mantenersi degnamente e contribuire alla comunità, ma anche di esprimere al meglio i propri valori, le proprie passioni, i propri talenti, la propria unicità. Un nuovo equilibrio tra esigenze interiori ed esteriori che curi il dolore con l’amore invece che con la droga. Arginando la deriva neoliberista e permettendo a tutti di vivere una vita degna di essere vissuta.
Non ricordo chi l’abbia detto: la verità ci renderà liberi!
Ma il solo fatto di riuscire a convincersi dell’origine di quella che una volta veniva chiamata alienazione, se è vero che forse questa conoscenza non basterà a condurre una vita soddisfacente… almeno ci porrà nelle condizioni di non essere più vittime supine dell’opera di turlupinatura del POTERE. Questo arriva persino ad ammettere le sue colpe e a dirti: sì è vero, hai ragione ma… vedi, caro, devi convincerti che… There is no alternative… Non c’è niente da fare, la realtà è questa e non ci si può fare niente. E’ come l’aria che respiriamo. Dobbiamo rassegnarci a questa condizione. Tu potrai reagire quanto vuoi, ma sappi che è tutto inutile: il mondo è ingiusto e dobbiamo accettarlo così com’è!
Addirittura le parole chiave scritte nell’articolo “neoliberismo” “capitalismo” “profitto” ecc., pongono, chi le accetta e usa per riuscire a percepire la verità, nelle condizioni di essere condannato. Allo stesso modo del personaggio del romanzo Fahrenheit 451 che continuava a leggere libri in un mondo distopico in cui era vietato persino stamparli.
PS. Lorenzo Merlo, tu continua a scrivere i tuoi pensieri.. che prima o dopo la gente… s’incaxxa veramente! Anche perché non c’è alcuna alternativa… allo scrivere e soprattutto al pensare. Fa parte della natura umana. Per fortuna!
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Tommaso Merlo
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Bel casino ribaltare un modello cognitivo, mentale e culturale iniziato con quella trasformazione antropologica indotta dal consumismo ed indicata da Pasolini! Ci sarebbe da ripartire da zero, ripensare tutto….come fermare un treno lanciato a 200 km orari, si ferma , ma deraglia, e dopo la catastrofe i sopravvissuti rallentano la velocità! Perché un passaggio epocale da una tale condizione prima di tutto “culturale” e conseguentemente economica e sociale non può essere indolore, visto che chi gode di predominio, privilegio e profitto non mollerà la presa facilmente per una possibile distruzione del pianeta……la ricchezza esorbitante di alcuni crea pure l’ illusione di potersi salvare fregandosene degli altri, egoismo personale e sociale in linea con il pacchetto neoliberista di cui sopra! Prima che la consapevolezza ,esigenza/necessita’ di cambiare modello, di pochi diventi massa consapevole ed attiva, passano decenni, nel frattempo ci avranno dimezzato di numero fra guerre, inquinamento, povertà e malattie ,senza possibilità economiche di accesso alla cura, elementi diretta conseguenza dello stesso pacchetto……siamo troppi, ed i sacrificabili sono sempre gli stessi!
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Caro Merlo, Tu auspichi Una società più giusta e a misura d’uomo, Vana speranza: già Marx aveva fatto un’analisi spietata del capitalismo che molti hanno voluto leggere come un nuovo umanesimo! Il filosofo Althusser, sebbene criticato violentemente, ha chiaramente dimostrato che in Marx non c’è umanesimo ma scienza! Al capitalismo è impossibile emanciparsi è scientificamente nato per agire così! per fare un piccolo grande esempio: in una fabbrica di camice, Dice Althesser, vengono prodotte camiceie per tutta la società, un’innovazione tecnologica permette di produrre le stesse camicie con metà tempo. Una società umana si aspetterebbe che gli operai lavorassero metà giornata e pensassero alla cura dell’anima nell’altra metà della giornata che si è liberata . No, la legge del profitto, che va applicata altrimenti il capitale ti butta fuori mercato, pretende che nel tuo armadio ci debbano essere 10camicie non più cinque!Ergo, consumo sfrenato e senza senso! perché in Marx non c’è l’umanesimo che tutti ci vogliono vedere ma la prova scientifica che il capitalismo è irriformabile !
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