
(Gennaro Totorizzo – bari.repubblica.it) – Il Kom di certo non le manda a dire. Vasco Rossi aveva dedicato “Asilo Republic” a Giorgia Meloni – “Dice che ci vuole più ordine e disciplina” – e poi è passato a un attacco frontale a Matteo Salvini durante i suoi concerti a San Siro e a Bari (un record da 600mila spettatori in totale), l’ultimo nella serata di ieri 30 giugno. Sulle note di ‘Basta poco’:
“Basta poco per essere intolleranti, ditelo a Salvini – è stata la prima variazione sul tema del Komandante – Basta poco, basta esser solo un po’ ignoranti, come Salvini”, la seconda. Vasco per questo tour aveva costruito una scaletta ‘sociale’, molto forte e dura, con brani di denuncia
Come dargli torto? Però…., quando si denuncia da posizioni privilegiate non bisognerebbe essere “clementi” con nessuno. In politica la pochezza e ipocrisia di Salvini gode di ottima compagnia, o forse vogliamo dire che l’altro Matteo risulta essere migliore? Però lui è stato segretario del partito “the untouchables” o, comunque, difficilmente criticati dagli artisti; mai sentito nessuno… “cantargliene” quattro da un palco, anzi. Ricordo bene chi, da sempre “sponsor” della Costituzione fino al giorno prima “la più bella del mondo”, sostenne l’ipocrita seriale perché la modificasse in diversi punti. L’ideologia – ahimè – colpisce non solo le menti deboli, anzi. Difatti, ne “Il banchetto” della PFM, accanto al sire, troviamo , “riverenti come sempre”, “il poeta, l’assassino e sua Santità”. Tutti, fedeli amici suoi… aaaaahhhh, maestà!
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Forse che sia perché questo Matteo è un Ministro della Repubblica, mentre l’altro attualmente non è niente (e speriamo che lo rimanga) ed è meglio dimenticarselo?
Inoltre, se non hai mai sentito nessuno cantargliele, vuol dire che sei stato poco attento, visto che è stato fatto da un artista e da un palco entrambi di primissimo piano:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05/02/primo-maggio-pelu-dal-palco-renzi-boy-scout-di-licio-gelli/970681/
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Ciao Jonny, sei andato con la lente d’ingrandimento a cercare un ago nel pagliaio, bravo! Non bisogna essere particolarmente “attenti” per capire che il mio discorso era in senso generale, non focalizzato sull’odierno (difatti avevo scritto di Benigni, cantore della Costituzione italiana, salvo schierarsi con il “secondo Matteo” per stravolgerla nel 2016), ovvero la cosiddetta “buona società” difficilmente critica a… mancina. E il “secondo Matteo” ricoprì, non per pochi giorni, carica decisamente più importante per il Paese, remember? Di critiche ne sentii, soprattutto per un anno abbondante, davvero pochine (il Pd, con lui prese il massimo storico – risultato anni ’70 da Dc – quasi il 41%), mentre Salvini, da quando è nato politicamente, ne riceve a bizzeffe. Tutte meritatissime, per carità, ma l’indulgenza verso la sinistra è tutt’altra cosa, almeno da parte dell’ “intellighenzia”. Nel merito della canzone dimentichi che la diatriba iniziò per questioni personali, oltre al fatto che il paragone non regge: Vasco Rossi, piaccia o meno (il sottoscritto, generalmente, ascolta altra musica), è l’artista più seguito in Italia, farebbe sold out anche suonando all’aperto in… Pianura padana, Pelù uno dei tanti. Tra l’altro fu mio vicino di tavolino al Blue Note, per David Weckl con la Buddy Rich big band. Non un simpaticone però spesso succede, credo sia uno degli effetti della notorietà.
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Quello che è forse il più grande rocker italiano, “uno dei tanti”?
Ma ammettere di aver detto una cazzata, mai?
Se la caratura di un artista si misurasse solo da quanto riempie gli stadi, bisognerebbe dedurne che Taylor Swift è più grande degli U2.
Fra l’altro, la tua ricostruzione che vorrebbe ricondurre tutto a mere “questioni personali”, oltre ad essere identica alle giustificazioni addotte da tg e giornaloni dell’epoca (tutti renziani, ça va sans dire), fu smentita dallo stesso Pelù, proprio in fondo all’articolo del FQ che ti ho linkato.
Piuttosto si potrebbe argomentare che da noi, rispetto a quanto avviene ad es. negli Stati Uniti, gli artisti sono poco schierati in generale, a parte qualche rara e lodevole eccezione, e il motivo te lo spiega Fiorello:
https://www.agi.it/politica/referendum/news/2016-10-24/da_benigni_a_vattimo_come_si_schierano_vip_e_intellettuali-1189864/
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Di c@zzate devi intendertene parecchio, dato che definisci Pelù “quello che è forse (appunto, forse…) il più grande rocker italiano”. Quanto agli U2, evidentemente, non sai di cosa parli, perché gli stadi li hanno sempre riempiti: visti “live” a Glastonbury ti assicuro che, nonostante il tempo inglese, davanti alla Piramide c’erano ben oltre 100 mila persone. Come Pelù, insomma. Poi che tu venga a scrivere al sottoscritto “Se la caratura di un artista si misurasse solo da quanto riempie gli stadi”, che mi ritrovo continuamente a vedere giganti, dal punto di vista artistico, suonare davanti a pochi intimi (beh, “pochi” rispetto ad uno stadio gremito, ovviamente), in teatri nemmeno sempre pieni, fa veramente sorridere. Ma è il punto di vista mediatico ad essere ben diverso tra Vasco e Pelù, come paragonare “Rai uno” a “Rai storia”. Piero che, evidentemente, dev’essere tuo cugggino, visto che citi le sue dichiarazioni come oro colato; vogliamo forse sentire cosa ne pensa Renzi? E’ ironia, Jonny, mi raccomando, prima che ti venga voglia di accusare l’interlocutore di scrivere c@zzate… Insomma, vuoi fare polemica a tutti i costi, attaccandoti ad una delle poche situazioni dove un politico di sinistra in auge venne criticato sul palco da un artista, con il quale – combinazione – c’erano attriti personali. Negli States gli artisti saranno maggiormente schierati, questo non lo metto in dubbio, mentre qui in Italia, quando lo sono, pendono quasi tutti a mancina. Questo è un dato di fatto, riconosciuto da tutti, quindi lascio c@zzate e polemiche volentieri a te.
N.b.: tra l’altro proprio tu, poco tempo fa, facesti i complimenti al sottoscritto in quanto avevo chiesto scusa per un errore d’interpretazione, ma fa niente… “di0 perdona” e anch’io, ogni tanto!
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