
(Tommaso Merlo) – Secondo molti francesi il loro paese sta diventando in una colonia africana. Karma nazionale dopo decenni di colonialismo. Hanno paura, Macron è inutile e così votano Le Pen. Volano gli stracci ma l’antidoto a certi rigurgiti è farli governare, non ghettizzarli. Certe giurassiche contrapposizioni ideologiche servono giusto per spartirsi le poltrone e presto ci arriveranno anche oltralpe. Quanto all’immigrazione, siamo solo all’inizio. Si va verso il meticciato globale e il tema rimane giustamente al centro della scena politica in tutto l’Occidente dove il cielo è sempre più nero. Anche in Inghilterra presto al voto e negli Stati Uniti dove Trump addirittura rilancia il muro col Messico. Già, l’immigrazione clandestina di massa è il fenomeno storico più significativo degli ultimi decenni, esodi che fanno tremare i fragili equilibri esistenziali di noi occidentali ed alterano le nostre società con conseguenze ancora tutte da decifrare. Un fenomeno che genera paura e non c’è come la paura per smuovere le masse. Paura di perdere roba e false certezze e perfino identità. Neoliberalismo che prima ti sprona ad identificarti con le cose materiali e poi ti fa vivere nella paura di perderle. Paura che la politica sfrutta senza combinare nulla perché di fatto impotente. Le migrazioni di massa possono al massimo venire gestite meglio, ma servirebbero istituzioni e classi dirigenti internazionali che non esistono. Già, l’Europa intera rischia di diventare una colonia africana mentre i veri nativi americani anche del sud, si riprenderanno gli Stati Uniti. Karma occidentale dopo secoli e secoli di colonizzazioni, guerre e spensierato neoliberalismo. L’unico modo per arginare almeno in parte gli esodi sarebbe fare in modo che i poveri del mondo abbiamo di che vivere decentemente a casa loro, ma questo vorrebbe dire rimettere in discussione il nostro modello economico e sociale oltre che considerare la pace come scelta obbligata e l’ambiente come emergenza. Vorrebbe dire guardarsi allo specchio. La grande maggioranza degli esseri umani vive in miseria mentre una minoranza sempre più esigua nel lusso e nello spreco, volano missili ovunque, il pianeta è una discarica eppure la politica occidentale litiga per qualche poltrona e promette muri immaginari. Col paradosso che gli occidentali non fanno più né figli né certi lavori e quindi hanno un dannato bisogno dei poveri per mantenere in funzione la loro folle macchina neoliberista. Altro che ipocrisie politiche. Solo una giustizia sociale globale permetterebbe all’Occidente di sopravvivere come è oggi, altrimenti il suo destino è il meticciato globale. Tra qualche decennio gli esseri umani non saranno più né bianchi né neri ma di diverse sfumature di marrone così perlomeno cesserà la scemenza delle razze oltre che quella dei confini anche mentali con cui ci dividiamo. Ma se non verrà risolto il problema di fondo, anche i meticci esclusi prima o poi si metteranno in viaggio verso quelli privilegiati e si ripeteranno le stesse dinamiche. Macron strilla, la Le Pen vince e i cieli occidentali son sempre più neri ma la tempesta all’orizzonte è tutt’altra. Altro che giurassiche contrapposizioni ideologiche, in attesa del meticciato e quindi di una società civile globale, va riformato il modello neoliberista.
Ma per far finire la guerra in Ucraina, dobbiamo tifare per la Le Pen?? Ho capito bene o no?
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Guarda che la Le Pen ha già fatto la sua conversione all’atlantismo.
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Amleto abita in Francia
Date: 1 Luglio 2024Author: ilsimplicissimus 12 Comments
In altri tempi avrei esultato per i risultati delle elezioni legislative francesi e non tanto per la vittoria della Le Pen che umilia Macron, quanto per il successo del Nuovo fronte popolare formato sostanzialmente dai socialisti e da France Insoumise di Melenchon. arrivato alle spalle dei conservatori con il 28 per cento dei voti. Purtroppo non funziona così: nei sistemi maggioritari – e in quello a doppio turno francese in particolare – tutto è costruito attorno al mantenimento del potere e non all’espressione della volontà popolare. Si tratta di democrazie assistite, per così dire, che non permettono grandi cambiamenti e possono premiare le opposizioni solo nella misura in cui esse fanno proprio l’assetto del sistema. Così se il lepenismo si è via via andato configurando come forza conservatrice che dice sì alla Ue e dunque ai suoi predicati neoliberisti, con qualche differenza sull’immigrazione, la sinistra è diventata la colonna portante del globalismo equivocandolo – molto spesso ipocritamente – come internazionalismo. Così in realtà essa fa il gioco del suo avversario di un tempo e nel caso particolare di Macron.
Jean-Luc Melenchon che all’inizio della sua traiettoria – parlo ormai di una decina d’anni fa – era parso voler spezzare il sortilegio di una sinistra che va contro se stessa, ha già annunciato che nel caso ci fossero ballottaggi a tre (questo accade quando c’è un candidato arrivato terzo, ma che abbia preso il 12,5 per cento degli aventi diritto al voto) il fronte popolare ritirerà il suo candidato. Non c’è ovviamente bisogno di una dichiarazione esplicita per comprendere che quei voti andranno all’Ensemble macronista. E dal momento che saranno tantissimi gli scontri a tre nei collegi elettorali è probabilissimo che alla fine il perdente Macron sarà il vincitore. Non lui come persona che è solo un burattino, ma l’idea di un’Europa antisociale, neoliberista e guerrafondaia: la Francia si salverà dal fascismo lepenista che tra l’altro vuole abbassare le spese militari, per ribadire il proprio appoggio al fascismo finanziario globale e alla sua scia di sangue. Amleto abita in Francia, altro che in Danimarca
Non è finita qui, la sconcertante evocazione da parte del presidente di una guerra civile, qualora egli non risulti vittorioso – cosa questa che colloca la Francia in Centroamerica – fa pensare che si potrebbe ricorrere a tumulti di piazza per convincere i renitenti: dipenderà dai sondaggi che vengono attivamente condotti giorno per giorno. Si tratterà di una sorta di messa in scena di rivoluzione colorata domestica in cui i servizi dello stato hanno ampia esperienza fatta altrove e possono tranquillamente applicarla a casa. Tuttavia senza arrivare a questo è già in atto il ricatto finanziario per ora utilizzato in modo morbido, ma che domani potrebbe essere brandeggiato come una clava.
Se poi dovesse accadere che i francesi ne abbiano davvero le scatole piene del macronismo, delle sue mosse da impiegato di Rothschild e dei suoi ricatti, che il numero record di ballottaggi a tre non sia propiziatorio per la vittoria sostanziale del fronte dell’Eliseo, la Le Pen, anzi il presidente del partito, Jordan Bardella, potrà godere di una modesta maggioranza parlamentare che alla luce della costituzione gollista non sarà in grado di ostacolare il presidente. Un solo sondaggio per ora, quello di Elabe, accredita il raggruppamento lepenista di 288 seggi ovvero della maggioranza assoluta. Ma per puro amore di ipotesi mettiamo che accada proprio questo: lo scontro con la presidenza della repubblica, le operazioni di acquisto in stock che noi abbiamo già vissuto al tempo dei Cinque Stelle, la situazione del bilancio dello stato, il terrore dello spread ( anche questo fa parte della nostra esperienza), impediranno che il nuovo Parlamento possa introdurre significativi cambiamenti e questo non logorerà certo Macron, ma i suoi avversari che perderanno l’aura di cambiamento che li ha portati al potere.
Nondimeno non si può nemmeno pensare che non sia successo nulla: lo spostamento politico o meglio prepolitico a cui assistiamo può essere eluso, contenuto, sgambettato dalle oligarchie di comando, ma rischia comunque di sommergerle. Assistiamo a una disperata corsa contro il tempo nell’introdurre nuove ingegnerie sociali che rendano sempre più difficile cambiare la logica delle cose. Basterebbe che gli altri smettessero di tentare di fare un passo indietro e vadano invece avanti sbilanciando l’avversario. Nuova utopia cercasi perché è solo puntando all’impossibile che si cambia il possibile.
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La razza unica del genere homo ,NON ESISTE e l’ho già spiegato in un altro post, le differenze riescono in diversità di espressione genica selezionata per adattamento che implica reazioni fisiologiche di verde, ovviamente all’interno dei parametri fisiologici e immunitari oltre che epidermici , di forza fisica e corporatura. Lei potrebbe dire, un genere una razza una specie, la specie umana , ma le diversità permangono . Ma non sono le differenze biometriche che si contesta quanto una volontà dirimente a porre comunità a diverse latitudini come inferiori e il concerto di un’unica razza umana cerca di apporre una toppa filosofica morale ad un comportamento che ha il suo seme nelle sfruttamento e nell’accaparramento di territori nuovi scacciando gli antichi abitanti.
Potremmo parlare di un gene egoista che esiste anche nell’,idea di una sola razza.
E lei né io né i mortali qui presenti si può invertire lo psichismo genetico a meno di un forte condizionamento e anche fra questi pavidi commentatori e giornalisti le differenze insite nella volontà di potere sono ben diverse e diversificate.
Si tratta non di eludere la realtà animale della specie ma di vincere il pragmatismo legato ad un egoismo prevaricatore che usa ogni mezzo pur di giustapporsi e fare proprie realtà che non gli appartengono.
Si potrebbe anche dire un genere , una razza più specie, ma la speciazione è estremamente di nicchia per cui per by passare lo spettro della non superiorità umana si parla di razze e razza.
LE crede di essere felice se per esempio le dicano che appartiene alla razza dei sicofanti?
Lo stesso sistema può dire della delinquenza: esiste un determinismo genetico o è solo adattamento a situazioni socio economiche e familiari deprecabili?
Secondo lei, esiste la degenerazione genetica ? E se esiste una specie di morte molecolare crede che non possa esistere una degenerazione psichica in quel frame che definisce debosciati certo comportamenti ormai fuori contesto dalla dimensione parallela della convivenza civile in un universo spazio con la contumacia di un obbligo collaborativo a tutti i costi?
L’uomo non è un oggetto ma è la stessa politica che lo rende tale assimilandoli ad un n elettore qualsiasi.
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Va da sé che io mi sia rotta pure i COVONI, il post viene scritto con errori di errata digitalizzazione e non da spazi per riscrivere in modo corretto e solo questo le sembra democratico o cerca di selezionare persone a digitalizzare bene come si nei tempi dei concorsi da segretarie per le macchine da scrivere della Olivetti?
La selezione culturale esiste eccome, muro o non muro , a prescindere da Sartre o dai Pink Floyd, perché è la selezione che porta avanti le capacità attitudinali migliori per un ruolo specifico.
Ma qui siamo in Italia, dove l’ipocrisia è una cupola ben più spessa del cupolone del Vaticano, anche lui, millenni, due, per la precisione e nessuno che voglia contestualizzare il suo essere antistorico come il suo essere fisiologicamente debosciato verso il 50% della popolazione femminile. Due millenni di selezione culturale non sono nulla a confronto di un concorso per dattilografe, vero Merlot!?
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