Il ct Luciano Spalletti è un visionario, i calciatori non lo capiscono. Quando escono dal campo sembrano quasi sollevati
![Italy's head coach Luciano Spalletti reacts at the end of the UEFA Euro 2024 round of 16 football match between Switzerland and Italy at the Olympiastadion Berlin in Berlin on June 29, 2024. (Photo by Kirill KUDRYAVTSEV / AFP)](https://dimages2.corriereobjects.it/files/main_image/files/fp/uploads/2024/06/29/66804c3746f4e.r_d.2014-1399.jpeg)
(di Fabrizio Roncone – corriere.it) – Sentite, è un po’ complicata da scrivere. Ma è una sensazione precisa. Questa: visti dal vivo, qui, adesso, sul prato dell’Olympiastadion, mentre indugiano prima di uscire, e si danno pacche, e si soffiano frasi tenendo la mano sulla bocca, osservati attentamente, ecco, gli azzurri paiono come sollevati.
Tenete a mente: sollevati.
Tra qualche capoverso capirete, meglio, il perché.
Subito, a caldo, poche righe di cronaca battente e dolorosa: perché è una sera mortificante, drammatica, memorabile per il calcio italiano. La Svizzera ci ha umiliato. Non c’è solo il racconto di una sconfitta con cui veniamo sbattuti fuori dagli Europei. Siamo dentro qualcosa di più profondo e radicale. Di storico, forse.
Ma andiamo subito al nocciolo: Luciano Spalletti ha colpe? Sì, certo, per forza. Va bene: quali? Bisogna spiegarla così: il cittì ha un’alta considerazione di sé, e la merita (o meritava, obietterà qualcuno). Comunque: quando arriva alla guida della Nazionale si accorge di avere a disposizione un materiale umano a dir poco modesto. Non ha giocatori di rango internazionale (a parte Donnarumma). Non ha uomini di personalità ed esperienza. Non ha fantasisti. Non ha centravanti. Deve scegliere tra quel pochissimo che offre il nostro campionato.
Però invece di immaginare una squadra che giochi un calcio semplice, accessibile, dignitoso, decide che la strada migliore sia quella di metterci del suo. Cioè, più o meno, pensa: questi ragazzi li miglioro con le mie visioni. Non è presunzione: è Spalletti. Walter Sabatini, amandolo, sostiene che è un «dirimpettaio della follia». Perché il calcio di Spalletti è sempre stato un meraviglioso miscuglio di puro genio tattico e di pignoleria prossima all’ossessione. Così, arrivati in Germania, lui ha cominciato a spiegarci il suo «calcio perimetrale», che poi doveva diventare «relazionale». Noi cronisti, francamente, ci abbiamo capito poco. Il guaio, enorme, è che non l’hanno capito nemmeno i suoi calciatori (per insegnare certi schemi occorrono esercitazioni quotidiane, e mesi di sedute psicologiche).
Uno dei primi tempi più brutti
La partita contro l’Albania è stato un colossale equivoco. La Spagna, poi, ci ha preso a pallate. Con la Croazia soffriamo fino al minuto 98’, quando entra Zaccagni, che la butta dentro. Zaccagni, a quel punto, viene descritto in qualche titolo generoso come un incrocio tra Bruno Conti e Claudio Sala: ma è Zaccagni. Spalletti, contro gli svizzeri, gli preferisce addirittura El Shaarawy, che nella Roma fa la riserva. Cambiando, di nuovo, formazione e schemi. Stavolta dovrebbe essere un 4-3-3 piuttosto scolastico, però fatichiamo in modo spaventoso. Chiudiamo, sotto di un gol, forse il peggior primo tempo mai giocato dagli azzurri negli ultimi cinquanta anni. Sono quasi solo appunti della memoria. È tutto talmente brutto che resta impresso. Di Lorenzo, imbarazzante. Scamacca, irritante. Loro hanno questo Xhaka, che è un ottimo regista: ma sembra Schiaffino, tra Barella (male male) e Fagioli. Che gioca al posto di Jorginho. Diciamo che, vedendolo in azione, resta piuttosto incomprensibile il motivo per cui sia stato convocato, nonostante avesse ancora addosso il tanfo di una squalifica, e non giocasse da sette mesi. Ma siamo al pettegolezzo.
Azzurri escono quasi sollevati
La verità è che i nostri, anche per tutta la ripresa, faticano in modo oscuro, quasi irrazionale, sbagliando raddoppi, diagonali, in uscita perdiamo palloni assurdi e allora s’intuisce che non solo hanno un problema di autostima (comprensibile, dopo che hai visto da vicino gente tipo Rodri, Yamal, Modric), ma che sono come confusi, stanchi di testa. Il ritiro blindato imposto da Spalletti — e qui, probabilmente, c’è un altro suo grave errore di valutazione — li ha precipitati in una condizione di pura claustrofobia. L’arbitro che fischia la fine li porta fuori da un incubo. I loro sguardi sollevati, di cui parlavo all’inizio del pezzo, si spiegano così.
Certo, poi resta tanto ancora da spiegare. Dov’è il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina? Che pensa di questo disastro, di questa nostra crisi abissale? Lo sa, presidente, che adesso è purtroppo anche legittimo farsi assalire dal dubbio che a Londra, tre anni fa, vincemmo solo per una generosa botta di benevolenza — chiamiamola così — del destino? Ma Gravina non parla. L’hanno visto andare via con il ministro per lo Sport, Andrea Abodi. Pure Spalletti ora va verso il pullman.
Gli azzurri sono già bordo. Con le cuffie alle orecchie e i loro nécessaire pieni di oli giapponesi e cremine antirughe. Solo una cosa, ragazzi: in vacanza — quando sarete alle Maldive e a Porto Cervo — ripensateci. E un po’ di vergogna, comunque, provatela.
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Sembravano il gruppo degli
Sbandau Spallett!!
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A ESTREMI MALI, ESTREMI RIMEDI
FUORI SPALLETTI, DENTRO GIUSEPPE CONTE
Se il destino cinico e baro colpirà (dio non voglia) le sorti del M5s e del suo capo… l’Avvocato potrebbe cimentarsi in altri settori, forse a lui più confacenti. Perché no il calcio?? peraltro molto bisognoso di novità dopo la debacle della Nazionale in terra teutonica.
Ferma restando la mia precedente proposta di staff della Nazionale di calcio che qui di seguito ripeto, potrebbe aggiungersi la figura di SUPERVISORE impersonata da Giuseppe Conte. E magari con lui l’adozione di un nuovo, inedito e rivoluzionario schieramento tattico tipo: 2 – 2,5 – 3,4 – 2,1
STAFF:
CAGLIOSTRO nuovo commissario tecnico.
GIANSENIO vice commissario
RE SALMONE direttore sportivo.
GATTO… raccattaballe o magazziniere
Augh… ho detto!
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ONORE AL MERITO
Alla succitata soluzione, si spera risolutoria, manageriale del calcio italiano, mi corre l’obbligo di affiancare a Giuseppe Conte, come segretaria, Anail, in quanto depositaria della memoria di Gigi Riva, indiscusso fuoriclasse mai dimenticato del Cagliari.
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😆👍🏻… e, tuttora, capocannoniere della Nazionale! 😇💖
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malgrado io sia un appassionato di calcio, la partita non l’ho vista.
dopo quei spezzoni delle altre partite sapevo già come sarebbe finita.
Bene, ora i vertici del calcio, per restare inchiodati alle poltrone, cosa s’inventeranno?
le solite scuse, temo.
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Ma chissenefrega…. una macchina mangia soldi…denaro buttato nel cesso.
Lo sport come attività commerciale!
Alla faccia di chi sta davanti alla TV e godersi lo spettacolo vergognoso di chi guadagna una barcata di solti perchè attori di uno spettacolo da due soldi.
Mentre gente si spacca la schiena per due soldi di m3rda!
In tutto lo sport e in tutte le sue discipline crei le prime donne per pubblicizzare prodotti.. lo sport non è più “benessere” è “corpo insano in mente insana” e strumento di distrazione di masse!
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La frase completa sarebbe “lo sport non è più “benessere” è “corpo insano in mente insana” e strumento di distrazione di masse di co9!ioni !”
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”’ Lo sa, presidente, che adesso è purtroppo anche legittimo farsi assalire dal dubbio che a Londra, tre anni fa, vincemmo solo per una generosa botta di benevolenza — chiamiamola così — del destino? ”’
Eehhhhhhhh, lo sospettavano in molti, però guai a dirlo a Jonny Dio, il quale era pronto a citare la statistica di chi in Sudamerica aveva vinto due gare a fila con i rigori.
Ma era l’estate del Drago, tra europei, olimpiadi e pallavolo. Tutto si poteva bere come se non ci fosse un domani.
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