(Giuseppe Di Maio) – “Questo non è un paese buono”, dice Sony, la moglie di Satnam Singh. E’ un paese dove l’assassino dà la colpa al morto. Un paese dove non appena ci si distrae e si dimentica, ci assalgono i ladri, i mostri. Gli economisti francesi e inglesi, capofila Thomas Piketty, hanno da tempo scoperto che la disuguaglianza ha radici ideologiche e politiche, ma in Italia stiamo ancora rincorrendo teorie lombrosiane che parlano di una disuguaglianza naturale, o peggio ancora di quella generata dal differente impegno, dai meriti, dagli sforzi di ognuno di noi e dalle conseguenti gratificazioni della vita. Da noi si critica il Sud, la sua malavoglia di lavorare, mentre da 160 anni le politiche hanno progressivamente avvantaggiato il Nord fino ad affogare il Mezzogiorno nel sottosviluppo e ridurlo ad una palla al piede della nazione. Da noi si disprezzano i meridionali al nord, mentre li si tiene lontani per quanto si può dalle migliori retribuzioni, dai quartieri più valutati, dai coniùgi contesi, fino a espellerli dopo averli sopportati. Peggio ancora per gli stranieri, di cui si odia la religione, lo stile di vita, la vicinanza, l’odore, e poi si riducono in schiavitù. Come si vede la vera differenza, la disuguaglianza, nascono dall’opinione che ci si fa di un altro a cui si deve rubare la vita, di uno che si deve mettere in condizioni di non poter mai più competere, proprio come disse Carlo Bombrini, senatore del Regno d’Italia e governatore della Banca Nazionale dal 1861 al 1882: “I meridionali non dovranno mai essere più in grado di intraprendere”.

Ma questo, signora Sony, è stato anche un paese capace di grandi sogni, di cui il più grande del ‘900 è stata la Costituzione della Repubblica. Un sogno così grande, e così pericoloso, che non appena varata ha fatto alleare i ladri per demolirla. Nel 1952, l’on Gonella, democristiano, voleva rafforzare l’autorità dello Stato e modificare la legge elettorale proporzionale; fece seguito la Legge Truffa bocciata dal popolo nelle elezioni del ’53. Da allora la destra compose in segreto le sue modifiche costituzionali, come nel “Piano di Rinascita democratica” di Gelli, la cui parola d’ordine era: dare più potere all’esecutivo, ma era l’art. 3 della Costituzione ad infastidirli: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge…”. Si susseguirono i tentativi delle Bicamerali per le Riforme Costituzionali: Bozzi 1983; De Mita – Iotti nel 1994; D’Alema 1997; finché la riforma del Titolo quinto nel 2001 – voluta dal governo Amato – non cambiò l’assetto costituzionale. Furono bocciate la riforma Berlusconi del 2006 e quella di Renzi del 2016, ma passò il taglio del numero dei parlamentari del governo Conte del 2020. Tutte le riforme di destra, e di chi ha rincorso l’elettorato di destra, sono state pensate per sovvertire l’intrinseca uguaglianza dei cittadini che è a fondamento ideologico della nostra Costituzione.

Signora Sony, questo non è un paese buono perché è un paese ingiusto, un paese da 4 euro l’ora che ha un governo a cui sembra normale questa retribuzione. Ma cosa crede, che chi ha lasciato suo marito davanti casa sua col braccio mozzo non si è sentito superiore ed intoccabile, non si è sentito autorizzato ad essere carogna nel clima attuale di impunità e laisser-faire?