(di Michele Serra – repubblica.it) – Magari uno ottimista di carattere, e politicamente generoso, sarebbe orientato a dire: si sta esagerando, con questa storia dei fascisti al governo. Basta con gli arroccamenti ideologici, non aiutano l’Italia a schiodare dal passato e pensare al futuro. Bisogna voltare pagina e parlare dei famosi problemi della gente.

Poi, con cadenza fissa, a fascicoli, sbuca fuori l’album di famiglia di questi maturi giovanotti, tutti del giro della Fiamma, tutti sistemati al governo, a ricordarci che molti di loro arrivano diritti dalla peggio gioventù nazionale. Parlano come le comparse di Jeeg Robot, non è un gergo molto ariano ma pazienza, ce ne faremo una ragione.

Ma la cosa dura da digerire è che pensano come le comparse di Jeeg Robot, avendo per idoli i boss della Roma criminale, i camerati ultrà che sghignazzano su Anna Frank (che ridere! Una ragazzina ebrea bruciata nei forni!) e, a ritroso, i protagonisti dell’eversione nera: gente che puzza di tritolo.

È il caso di ricordare che il “Ciavarda” del quale Paolo Signorelli parlava come di un amicone è stato condannato per la strage di Bologna: 85 morti scelti a caso, così come usavano fare i bombaroli neri.

Ogni volta viene il dubbio che si tratti di un errore nella selezione del personale. Sono stati sfortunati. Sono stati sbadati. Qualche mela marcia può capitare.

Ma gli episodi, tra festicciole in uniforme nazista, saluti al Duce, antisemitismo, sono davvero tanti; così da far temere che il problema non sia la selezione del personale, ma il personale stesso: che è composto unicamente da loro e dai loro amici. Forse potrebbero rivolgersi a un’agenzia specializzata, che peschi fuori da quel mazzo fatto di sole carte nere.