(di Michele Serra – repubblica.it) – Piccolo giallo: si può sapere chi ha materialmente selezionato la lista di scrittori per rappresentare l’Italia (Paese ospite) alla Fiera del Libro di Francoforte? Secondo l’Associazione Italiana Editori, la selezione è stata fatta “a partire dalle proposte di agenti letterari ed editori italiani”. Aggiungendo che “non avrebbe mai permesso e non permetterà mai ingerenze esterne rispetto alla volontà degli editori”. Benissimo. Perfetto. Siamo nella normalità. La delegazione italiana alla fiera del libro è faccenda che compete al mondo editoriale. Così come, a una fiera dell’auto, spetta ai costruttori d’auto scegliere i modelli da esporre.

Ma allora, perché mai il governo, per iniziativa della presidente del Consiglio, avrebbe nominato Mauro Mazza commissario straordinario per coordinare la presenza dell’Italia alla Buchmesse? Si tratta per caso di una specie di commissariamento dell’Associazione degli Editori? E se sì, perché mai l’AIE non solo non lo dice, ma esclude sdegnosamente influenze esterne?

Il rapporto colloso e ambiguo tra politica e cultura, sempre esistito in forma di febbriciattola endemica, con questo governo si è trasformato in un febbrone devastante. Ha già prodotto i suoi guasti alla Rai e in tutte o quasi le istituzioni culturali pubbliche. Ma se tutti fingono che la situazione sia ottima e abbondante, e solo un pugno di scrittori sceglie, individualmente, di denunciare che il clima è fetido, non si vede come si possa stoppare il padrinaggio governativo sulla cultura. L’editoria italiana ha ancora a cuore la propria insindacabile autonomia di scelta, o gli è più comodo fare finta di niente? Possibile che non si possa sapere chi ha scritto materialmente, alla fine, quella lista di nomi?