
(Giuseppe Di Maio) – Sì, è vero, l’abbiamo detto più volte: l’Italia è una dittatura mediatica. Segue un popolo ignorante che tenta di ragionare qualche giorno prima delle elezioni su ciò che i media gli presentano. Cosa può venire fuori da un impreparato cronico a cui si danno lezioni false? Ho sempre sostenuto che gli italiani sono una popolazione straordinaria che esprime tuttora una grande civiltà, ma è incapace di esprimere una classe dirigente. Da qualche tempo però, ho seri dubbi anche sul nostro primato morale e civile più volte celebrato.
L’attuale premier è subentrato a una specie di campione assoluto a cui nessuno poteva lanciare critiche, una stupidaggine allevata da tutta l’informazione per giustificare l’assassinio del miglior governo della repubblica. La realtà purtroppo è distante anni luce dalla narrazione mediatica, che invece lavora per proteggere una classe di abbienti e dominanti a cui non frega niente delle sorti del paese e di chi lo abita. La destra concepisce il potere democratico come un pulpito da cui fare propaganda, un mantello per coprire le malefatte, un organismo da cui trarre profitto. Nasconde i veri obiettivi dietro richiami per allocchi, falsi traguardi come la stabilità di governo, il giusto processo, il pugno di ferro contro le minoranze, la libertà… E gli allocchi abboccano. Credendo che gli interessi dei ricchi siano i loro stessi interessi. E un popolo così dovrebbe eleggere il premier? Speriamo di no. Gente così, e una stampa così, non possono che creare una prigione a cielo aperto, con scarse possibilità di porvi rimedio.
Stiamo assistendo a un’allucinante informazione governativa: con una premier che sfugge i giornalisti da quasi due anni, affida i suoi notiziari a informatori domestici, e parla agli italiani sui social. Una premier che prepara un piano di riforme che servono da propaganda agli alleati di governo, a trasformare la sua fortunata avventura ai vertici politici in stabile dittatura. Il suo governo trucca i dati dell’economia e della finanza e li spaccia per successi, rispondendo alle sofferenze del paese reale con le accuse a quelli di prima, anzi, a quelli che hanno preceduto quelli di prima. Difatti, di quelli smantella una dopo l’altra le riforme, e li incolpa di errori politici scellerati mentre invece li sta governando lei. Un’oppressione della menzogna a cui fanno da contrappunto le corbellerie dei suoi ministri e i guai giudiziari dei seguaci del suo partito.
Si vabbè, la stampa dice tutt’altro (se è per questo dice anche che Elly è un fenomeno), ma prima di rassegnarci a una mazzata elettorale che testimonia di un popolo senza speranza, almeno ci deve essere chiaro che questi non sono fascisti, e forse nemmeno berluscloni, sono ignoranti raccomandati.
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“L’attuale premier è subentrato a una specie di campione assoluto a cui nessuno poteva lanciare critiche, una stupidaggine allevata da tutta l’informazione per giustificare l’assassinio del miglior governo della repubblica”: vero e condivido. Ma ancora non mi spiego la conferenza stampa con quel tavolinetto davanti palazzo Chigi, con i foglietti in mano. E non ci fu nessuna discussione parlamentare, sfiducia o altro, se non la salita al Quirinale. Insomma, mi chiesi perché non lottò
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Per dignità.
Non era neanche stato sfiduciato, avrebbe potuto instaurare un governo di maggioranza relativa, come fece persino, a suo tempo, Andreotti.
Ma Mattarella fremeva, col nome di Draghi in tasca…
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