DOMANI L’INTERROGATORIO DI SIGNORINI – Dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia davanti al Gip.

(DI VINCENZO BISBIGLIA E MARCO GRASSO – ilfattoquotidiano.it) – I pm di Genova sospettano che Giovanni Toti avesse provato a rallentare l’iter del rinnovo della concessione trentennale del Terminal Rinfuse all’imprenditore Aldo Spinelli, quando si diffuse la notizia – nell’ottobre 2021 – che quest’ultimo aveva incontrato sul suo yacht il rivale principale del governatore, il dem Claudio Burlando, e altri esponenti del Pd ligure. Una tesi che, se fosse confermata dai fatti, potrebbe peggiorare la posizione di Toti, dimostrando la stretta correlazione tra gli affidamenti portuali e i finanziamenti alla sua attività politica.

I sospetti dei magistrati emergono durante l’interrogatorio di Toti, il 23 maggio scorso. Chiede il pm: “Per quale motivo lei in data prossima al 30.10.21 scrive un messaggio a Spinelli in cui si lamenta di non aver visto nulla per le elezioni di Savona? Spinelli le aveva promesso un finanziamento per le elezioni di Savona? (…)”. La risposta di Toti pare un’ammissione: “C’era stato un pranzo con tutto lo stato maggiore de Pd di cui aveva parlato la stampa e cui aveva partecipato Spinelli. Non ricordo il momento preciso in cui mi aveva fatto la promessa. Preciso che nel frattempo avevo saputo che il finanziamento di cui ho detto prima non era arrivato e quindi mi lamentavo, anche un po’ ironicamente, con lo stesso Spinelli”.

È qui che i pm incalzano il governatore: “Se c’era l’urgenza di approvare la proroga, e se era una pratica ‘strategica’ per la Regione per quale motivo il 3.11.21 chiede a Signorini (Pier Emilio, l’allora presidente dell’Autorità Portuale, ndr) di rallentare la trattazione della pratica? ‘no, no, lasciali lì, butta anche avanti il Comitato Portuale! Tanto nessuno fa le corse, per quella roba lì, tranne loro…’. Lo stesso concetto – prosegue la domanda del pm – viene ripetuto nella telefonata con Signorini del 23.11.21 (…)”. Toti è preso in contropiede, nega: “Non è vero che io ho chiesto di rallentare la pratica perché non era arrivato il finanziamento di Spinelli ma la mia intenzione era di dare tempo a tutti i soggetti coinvolti (…) di elaborare un testo finale della delibera di proroga che fosse condiviso da tutti e superasse così le perplessità dei due commissari riottosi”. Qui gioca a sfavore di Toti, però, l’intervista al Secolo XIX del 13 novembre 2021 in cui affermava che “non c’è nessuna fretta per questa pratica”: “La pratica, alla luce delle notizie che avevo, pareva avviata nella direzione giusta e quindi non c’era alcuna esigenza di bruciare i tempi”. Peccato che l’inchiesta abbia poi mostrato le spinte di Toti per l’ok alla concessione trentennale del Terminal.