(Dott. Paolo Caruso) – Si è da poco celebrata la Giornata mondiale della libertà di stampa, una ricorrenza che vuole accendere i riflettori sulle condizioni in cui sono costretti ad operare molti giornalisti per dare voce ad una informazione libera priva dei lacciuoli del Potere. Sono passati trentun anni ma ancora oggi e più di ieri si registrano episodi intimidatori nei confronti dei giornalisti come quelli accaduti in Italia che turbano le coscienze e provocano sgomento nell’opinione pubblica. Episodi che mai avremmo voluto si verificassero nel nostro Paese, che sembra aver preso con il governo Meloni una piega repressiva nei confronti del dissenso e della libera informazione. Così si è passati rapidamente dalle manganellate a studenti inermi al fermo di tre giornalisti nel pieno svolgimento del loro operare. Quanto accaduto un paio di giorni fa a questi giornalisti la dice lunga sul clima che si respira oggi in Italia. Infatti mentre seguivano in qualità di cronisti davanti il Ministero del Lavoro a Roma la manifestazione di “Ultima Generazione” venivano fermati e identificati dalle forze di polizia che li caricavano in macchina sequestrando cellulari, attrezzatura da lavoro, e portandoli in Questura nonostante l’esibizione dei tesserini dell’Ordine. Qui venivano trattenuti per alcune ore in una cella angusta anche se a porte aperte. La stessa richiesta di recarsi in bagno per la giornalista Angela Nittoli si è trasformata in incubo in quanto le veniva concessa a condizione di tenere la porta aperta. Tutto questo senza motivo e senza alcuna spiegazione. Il rilascio dei tre giornalisti di certo non ha rasserenato gli animi ne ha risolto e cancellato la gravità dell’azione poliziesca che ha violato l’articolo 21 della Costituzione. Articolo 21 della Costituzione che tutela il diritto di cronaca. L’informazione libera rappresenta le fondamenta del vivere democratico di un Paese, la crescita civile di un popolo, ma come accade purtroppo oggi anche in Italia si cerca di sottometterla, con una volontà intimidatoria e repressiva, a esclusive logiche di Potere. Nei confronti di giornalisti e intellettuali si va sempre più affermando la cosiddetta “Querela temeraria”, e la violazione dei diritti elementari in maniera strisciante si va facendo strada nel Paese. L’attacco alla libertà d’espressione, l’intolleranza al dissenso costituiscono una novità sempre più reale nell’azione politica di questa destra di governo e tra censure e forzature di ogni genere ci si avvia rapidamente verso un passaggio epocale dalla Democrazia dei Padri Costituenti alla Democratura Meloniana di stampo Ungherese. Si comprende allora quanto grave possa rappresentare una svolta al cosiddetto “Premierato” che limitando in un sol colpo le prerogative del Presidente della Repubblica e i poteri del Parlamento accentra in una sola mano il governo della Nazione. Scriveva Calamandrei che “La libertà è come l’aria, ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”. Allora cominciamo a difenderci…