(DI MAURO LISSIA – ilfattoquotidiano.it) – Cagliari. Nove funzionari assunti con contratti a termine al Crp (Centro regionale di programmazione) costituito in base a una legge del 1962 incassano da circa vent’anni stipendi da direttore generale e da dirigente senza aver superato alcun concorso e senza alcuna responsabilità diretta. Accade in Sardegna: tre dei cosiddetti esperti del Crp trovano nella busta paga 166 mila euro all’anno, più del presidente della giunta, degli assessori e dei consiglieri regionali. Gli altri sei si accontentano di una cifra appena inferiore pur essendo fuori dal ruolo unico dirigenziale. Entrati negli uffici regionali per chiamata diretta, i nove fortunati lavorano coi dipendenti regionali in ruolo ma guadagnano il doppio e il triplo degli altri. Le curiosità non finiscono qui: il Crp, nato 62 anni fa per gestire gli interventi programmati nel Piano di rinascita, è stato abrogato nel 2016 insieme a tutte le leggi approvate tra il 1949 e il 1969. Doveva restare in piedi solo per definire i rapporti e gli impegni di spesa in corso. A distanza di 8 anni il settore c’è ancora e con quello i 9 esperti rimasti al lavoro dopo il pensionamento degli altri 11. Nel 2021 qualcosa si è mosso: la Corte dei Conti ha chiesto all’amministrazione di porre rimedio alla situazione e a ottobre 2023 un parere dell’avvocatura interna ha escluso che gli esperti possano essere qualificati ai vertici amministrativi. Risultato: l’amministrazione non ha battuto ciglio, tutto come prima. Riepilogando: a maggio del 2024 nove funzionari fantasma operano in un servizio fantasma. L’ex governatore Christian Solinas aveva cercato di salvare il salvabile regolarizzando i nove superstiti, indicati da sempre come personale qualificato. L’idea era di resuscitare il Crp infilandolo tra le direzioni generali perché mantenesse “le peculiarità organizzative”. Un rimedio piuttosto strano, eppure è bastato perché i nove esperti potessero tenersi strette fino ad oggi e per chissà quanto ancora le poltrone e soprattutto i sontuosi stipendi, in aperto contrasto con qualsiasi norma compresa la Costituzione, che obbliga le amministrazioni pubbliche ad assumere i dirigenti stabili solo con il concorso pubblico. Ora l’anomalia passa nelle mani della giunta Todde. Risolvere un problema ignorato per anni non sarà facile.