(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Ormai, dopo le fanfare meloniane per l’ergastolano Chico Forti, vale tutto. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, magistrato in aspettativa, riceve a Palazzo Chigi l’ex generale Mario Mori, indagato dalla Procura fiorentina per le stragi politico-mafiose del 1993 a Firenze, Milano e Roma. Poi, non contento, appena si viene a sapere dell’ incredibile udienza, dirama una […]
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Eversori al governo
(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Ormai, dopo le fanfare meloniane per l’ergastolano Chico Forti, vale tutto. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, magistrato in aspettativa, riceve a Palazzo Chigi l’ex generale Mario Mori, indagato dalla Procura fiorentina per le stragi politico-mafiose del 1993 a Firenze, Milano e Roma. Poi, non contento, appena si viene a sapere dell’ incredibile udienza, dirama una nota per rivendicarla e aggiungere senza pudore: “Conosco Mori da oltre 25 anni, ne ho sempre apprezzato la lucidità di analisi e la capacità operativa, nei vari ruoli che ha ricoperto, in particolare alla guida dei Ros e del Sisde (soprattutto quando trattò con Riina tramite Ciancimino, non perquisì il covo di Riina e non arrestò Provenzano che il confidente Ilardo gli aveva servito su un piatto d’argento, ndr). Gli ho manifestato per un verso vicinanza di fronte alle contestazioni che gli vengono rivolte…; per altro verso sconcerto, nonostante che decenni di giudizi abbiano già dimostrato l’assoluta infondatezza di certe accuse (che non c’entrano nulla con la nuova indagine, ndr)”.
Alla gara d’impudenza non poteva mancare il ministro della Difesa Guido Crosetto: “È stata aperta una nuova indagine contro il Gen. Mario Mori, per le stragi mafiose del 1993. Del 1993!! Stragi mafiose!! Non ci si poteva accontentare di avergli reso la vita un calvario per decenni; non si poteva accettare il fatto che fosse stato assolto… No, occorreva dimostrare che chi sfida il potere di alcuni, chi non si inchina alle logiche della casta, deve essere distrutto… Queste cose non dovrebbero accadere, nelle democrazie… Sono atti che si vedono nelle autocrazie, sono la dimostrazione che la legge non è uguale per tutti”. L’unica dimostrazione che la legge non è uguale per tutti è proprio negli sgangherati, eversivi deliri di due pezzi grossi del governo che – come gli autocrati – calpestano la separazione dei poteri, intimidiscono i magistrati che indagano a rischio della vita sui retroscena indicibili delle stragi del 1993 (sì: il delitto di strage non si prescrive mai, per fortuna) e s’improvvisano difensori d’ufficio (anzi di casta: quella vera) di un indagato per accuse gravissime di cui non sanno nulla. Che Crosetto, passato dal mercato delle armi alla Difesa senza fare un plissé, ignori le basi dello Stato di diritto ormai è cosa arcinota. Ma che li ignori anche il giudice Mantovano dà il segno dell’abisso tutto berlusconiano in cui il governo Meloni ci sta trascinando. Decidono lorsignori chi va indagato e chi no: l’azione penale dinanzi a una notizia di reato, obbligatoria contro i cittadini comuni, noi paria, non vale contro i bramini della casta e i loro amichetti. Un giorno, forse, scopriremo che cosa sapevano per avere così tanta paura.
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Insuerabile Travaglio quando parla di giustizia
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Chissa’ quali indicibili segreti conoscerà Mori sulle tante stragi occulte e palesi, a partire dall’omicidio di Moro del 1978, dove il nostro prode generale era già in pista.
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Mori. Mi ribolle il sangue, se ci penso.
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Mori quante volte è stato già assolto? Tre?
Questa, per come la vedo io, è una legge da fare subito: tu mi puoi processare anche mille volte, ma poi se finisco assolto mi rimborsate le spese per l’avvocato (che va pagato in ogni caso, anche se magari sono finito sotto processo perché il PM è interista e io juventino).
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C’è da qualche tempo quella legge, credo almeno 2000 anni.
NE BIS IN IDEM
Quindi è evidente che non hai capito che non è stato processato per lo stesso reato né sarà processato per lo stesso reato!
Perché non ti dedichi a letture più adatte a te?
Libero per esempio potrebbe fare al caso tuo!
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E basta con questa storia che se qualcuno non la pensa come te/voi deve leggere Libero, o il Giornale, o altra cartaigienica simile. Siete monotematici, per non dire altro.
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hai ragione!
tu leggi “Il Riformato”
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Abbeh! Se lo dici tu allora basta!!!
Ma vattene a leggere il riformatorio, ché giusto quello ti compete!
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È meglio che vai a studiare perché il ne bis in idem non c’entra niente con questa storia.
Il ne bis in idem vieta di processare due volte per lo stesso reato. Io sto parlando di altro, cioè che se uno viene assolto, le spese per l’avvocato devono essere rimborsate. Ecco perché ho detto che a un cittadino gli puoi fare anche mille processi diversi per reati diversi, basta che se assolto gli rimborsino le spese legali.
Che caxxo c’entra il ne bis in idem lo sai solo tu.
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Vai a studiare tu, e soprattutto non fare il furbo ché non ne hai facoltà.
Infatti, hai scritto ” tu mi puoi processare anche mille volte” e non hai scritto per reati diversi.
Quindi non ci provare!
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Chiunque dotato di intelletto capisce quello che ho scritto. E solo uno con seri problemi di comprensione della lingua italiana capisce quello che hai capito tu.
L’idea che sia sotto processo per gli stessi reati da vent’anni non mi è mai passata per l’anticamera del cervello.
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Bla bla bla
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che ci vuoi fare,
è stato TANTO tempo all’estero (dice lui), che non lo può sapere.
ma ricorda il titolo dell’articolo di MT del 2012
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Ah certo, dimenticavo Il Riformista… Vi siete dimenticati i programmi tv. Patetici.
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Ma se sono così convinti che Mori sia innocente come è risultato dai precedenti processi, di cosa hanno paura? Di cosa si indignano? La magistratura se è venuta in possesso di nuovi indizi e/o nuove prove, deve procedere. E’ la legge che lo impone. Si chiama obbligatorietà dell’azione penale. Ci sarà un Gip che valuterà, e poi un Gup e chissà quali altri filtri per poi eventualmente procedere in giudizio e… per ben tre volte, perbacco! E se come le altre volte i comportamenti omissivi (CHE CI SONO STATI, ECCOME SE CI SONO STATI, CAXXO!) di Mori rilevati non risulteranno sufficienti per una condanna, si procederà con un’altra sentenza di assoluzione. E amen!
Non possono però pretendere che i magistrati facciano finta di niente e archivino il caso. Dura lex sed lex!
PS. C’è sempre la possibilità che il generale, se messo alle strette dalle nuove prove, spifferi qualche segreto scomodo per qualche potente ancora in vita che abbia goduto, tra gli altri, della protezione di Licio Gelli & affini. E con questo ho detto tutto!
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non penserai davvero che adesso ci rivela i segreti di stato, credo sia della vecchia guardia, non rivelerà mai i segreti di stato!c è troppa roba sotto!
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E pensare che le TV (e non solo quelle del berlusca) sono riuscite a fare credere che Crosetto sia una persona seria e non uno dei tanti politicanti opportunisti che lavorano per i propri interessi e disponibili anche a mentire sapendo di mentire quando lo trovano conveniente.
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Un condannato in via definitiva per omicidio viene accolto dal pdc per una passerella a solo scopo elettorale senza alcuna vergogna, perché un conto è attivarsi affinché un concittadino possa tornare in Italia a scontare la propria pena, altro è la passerella istituzionale di accoglienza…..Mori viene descritto come una vittima per il calvario subito, cioè le dovute indagini per stabilire responsabilità in stragi mafiose dove vere vittime hanno perso la vita……non solo la legge non è uguale per tutti, ma neppure giustizia ed etica di cui senza ombra di dubbio la casta e’ assolutamente priva, e di cui fanno parte i due ministri….casta che difende i propri componenti indipendentemente da reati commessi o coinvolgimento in fatti gravissimi…..siamo al revisionismo storico, giuridico e morale dove alla fine le vittime sono colpevoli ed i delinquenti innocenti! Direi che siamo oltre l’ arroganza, piuttosto nel pieno di un’ orgia di potere, dove l’ eversione non è limitata al delirio!
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Chissà se anche per l’ex generale Mori – con i suoi inconfessabili segreti – potrebbe un domani “servire” un ‘Infarto di Stato’ come Travaglio ebbe a titolare nel 2012 a proposito delle sorti di Loris D’Ambrosio, all’epoca consigliere giuridico dell’ex PdR Napolitano…
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Uno dei titoli più infami nella storia del giornalismo mondiale.
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Lei probabilmente non ha capito niente del significato di quel titolo del Fatto ed insulta Travaglio per il puro gusto di insultarlo.
O forse lei è uno di quegli avvocati tipo Ruby nipote di Mubarak che hanno in odio il direttore che li sgama sempre?
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A me quel titolo non piacque. Posso dirlo o no? Vedo che qui parecchi sono abituati ad avere scarso rispetto delle opinioni altrui.
A me quel titolo fece schifo, poi ogni giornalista scrive quello che gli pare e ci mancherebbe.
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E chi le impedisce di insultare scusi?
Nin impedisca lei a me, però, di rispondere al suo insulto gratuito verso un giornalista che ci mette da sempre la faccia contro delinquenti di ogni risma.
Specie quellli che nascondono le loro malefatte approfittando deli lor ruoli di potere.
ps.
Ieri ha sciorinato diti eccelse di avvocato per difendere il personaggio accolto in pompa magna dalla Meloni.
Su legga oggi pag. 6 del Fatto Quotidiano. O non vuol gratificare Travaglio nemmeno dei 2euro del giornale?
Semmai si faccia raccontare dall’ing. Tufillaro.
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Io non ho insultato Travaglio, che stimo professionalmente, anche perché non sono abituato ad insultare la gente a differenza di quello che fanno molti utenti qua dentro che si agitano se non gli si bacia il posteriore.
Sul caso Forti, io non l’ho difeso affatto, mi sono limitato ad evidenziare che è un processo indiziario, senza una vera prova diretta.
Tra l’altro, ho appreso stamani da Tommaso Cerno che lo stesso giudice che presiedeva il processo ha messo nero su bianco che Forti con tutta probabilità non era colpevole. Poi la verità la sanno solo lui e il morto ovviamente.
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Da quel che leggo io sul Fatto, non da Cerno, solo un giudice non era d’accordo sulla sentenza. L
Poi se quel giudice era colui che presiedeva, rimane il parere di uno contro tutti gli altri che erano a favore della sentenza, cioè di coloro che avevano l’onere di decidere.
Se è stato un processo indiziario che vuol dire? Che non ha valore?
Certo, quelli a cui non interessano i diritti delle vittime di avere giustizia, possono dormire sempre sonni tranquilli e… Pilateschi.
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Viste le inchieste precedenti finirà con un nulla di fatto, anche perché ha 85 anni e non credo vivrà ancora a lungo.
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In un paese normale ci si domanderebbe semmai come mai i processi durano tutti questi anni, perché non possiamo escludere che ci sia gente davvero innocente che deve passare i migliori anni della sua vita a difendersi, con la spada di Damocle di un giudizio che gli potrebbe dare la morte sociale.
Una vera riforma della Giustizia sarebbe quella che dia più mezzi alla Magistratura, snellisca le procedure e abolisca reati inutili (magari commutandoli in ammende) .
Il problema è questa classe politica non può permetterselo, sennò la metà vedrebbe il cielo a scacchi.
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Un GRAZIE alla Redazione di Infosannio……….!!!
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ingenuamente io ancora mi auguro che uno di questi ultraottuagenari (ci metto per dire anche Biden ) abbia un momento di illuminazione prima di tirare le cuoia e faccia per una volta nella vita la cosa giusta invece di portarsi nella tomba i loro orribili segreti
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L’ editoriale di Travaglio….??? ineccepibile….👏👏👏
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E siamo alle solite ! Verrebbe da dire . Sotto il cielo del bel paese c’è sempre qualche rigurgito di vecchie storie mai chiarite e che , purtroppo, probabilmente non verranno mai assodate . Che il governo sia pieno di lestofanti non vi è dubbio, ma avete ascoltato dall’altra parte qualche sussulto ,alla Travaglio ,alle dichiarazioni del sottosegretario e del ministro Corsetto ?
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PER CHI NON RICORDA O RICORDA MALE oppure fa della disinformazione
e mi riferisco a chi si nasconde dietro il nick HHG44 (nuovo?)
che spesso invia commenti fuorvianti
https://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/28/infarto-di-stato/309055/
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I nickname cambiano ma i profili restano sempre gli stessi.
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Come le vostre risposte.
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Vedo che le malelingue – alla cui categoria umilmente appartengo – sono in fibrillazione per addossare colpe indicibili al valente generale sacrificatosi alla causa patriottica della giustizia civile che al confronto l’immagine di Salvo D’Acquisto viene fulminata in un baleno. Voglio ricordare ai colleghi commentatori che il nostro illustre condottiero ora in pensione (ma i generali sono sempre in servizio!) è un alto graduato dell’Arma al cui comando supremo svettava l’indimenticato PdR Napolitano, per l’appunto capo delle italiche Forze Armate dal quale prendeva nobilissimi ordini operativi.
E sull’incommesurale saggezza dell’ormai defunto Presidente Emerito (che il Signore Iddio lo tratti adeguatamente) nessuno – a parte Travaglio e quasi tutti noi perfidi suoi ammiratori – può eccepire.
Qual è il problema?? Vogliamo davvero abbattere tutti i simboli di grandezza del Belpaese?? Forse dovremmo inginocchiarci col capo cosparso di cenere e a mani giunte avanzare su un tappeto di ceci crudi chiedendo perdono e pietà per aver dubitato di tali immani splendide figure di indefessi servitori della Patria… qui provate voi a scegliere tra punti interrogativi ed esclamativi, quali piazzare a chiusura della frase.
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Non è uno scoop
Norway, Ireland and Spain recognize Palestinian state; Israel condemns move
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Il riconoscimento formale avverrà il 28 Maggio 2024
Riconoscimento ufficiale dello Stato della Palestina
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Comunque la si pensi, aprire un’indagine dopo 31 anni dai fatti lascia a desiderare.
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Memento mori.
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Un altro bellissimo e interessantissimo OT per tutti gli sc3mettimannari Jeromiani (a proposito di “I nickname cambiano ma i profili restano sempre gli stessi”) che infestano questo folle Pianeta
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Grazie Gatto! Illuminante video… Si stanno svegliando un po’ ovunque. In Italia ancora hanno il coraggio di difendere i malefici sieri. Ancora non si convincono che la gente gli lascia gli Hub vuoti e se ne frega delle milioni di dosi che stanno marcendo nei depositi e dovranno essere buttate nella spazzatura.
Tanto che gliene frega mica pagano loro, anzi il contrario! E intanto noi si discute di politici mazzettari, di quanti se ne scoprono al giorno, quanti sono ai domiciliari. E’ tutto normale nel paese alla rovescia. Mai che si pensasse di andare in piazza, chiuderli nel loro nido confortevole e farli dimettere.
Sempre a sperare che arrivi il “salvatore” con bacchetta magica che cambi la situazione, che trasformi ‘sti parassiti ladri corrotti in persone perbene!
Aspetta e spera…
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Chè poi, non è OT il video, ma fa parte sempre dello stesso pacchetto maleodorante che riguarda la situazione dell’Occidente, il degrado di istituzioni, la supremazia della finanza, delle lobbies, sulla politica che ne è serva.
La salute è ormai in mano a questi delinquenti pazzi che vogliono comprare tutto. Si sono impadroniti di settori chiave e non mollano. Ma loro sono pochi e noi siamo in tanti. Basterebbe che tutti ne prendessero coscienza e ‘sti poveracci sarebbero relegati in ospizi affidati a badanti se noi saremmo liberi.
Si riuscirà a illuminare chi vuole restare al buio e vuole sempre delegare?
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E.C. e noi saremmo liberi
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Allora già che ci siamo (anche se la costruzione della frase non sarebbe il massimo):
la gente li lascia gli Hub vuoti
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Gatto, se proprio vogliamo cavillare, dovrebbe essere: la gente lascia loro (cioè a essi) gli Hub ecc. Ma fa troppo letteratura primi del novecento.
Perciò, anche se di corsa, ho messo “gli” che mi sa di più moderno e leggero. Ormai il “loro” (in questo caso complemento di specificazione se non ricordo male) è andato in soffitta nella lingua attuale e si preferisce il singolare “gli”. Almeno a me piace di più.
Mi spiace ma la tua costruzione non funziona.
Volendo adottarla sarebbe: la gente gli Hub li lascia vuoti ecc.
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Ma infatti Chia, avevo premesso che la frase non andava, solo che volevo lasciarla come l’avevi scritta (giusto come l’hai corretta).
Solo che quello che hai precisato cambia tutto: quel gli (pronome personale mascile con valore di complemento di termine che risponde alle domande “a chi? a che cosa?”) non è un errore allora, ed è riferito a quelli che Ancora non si convincono, giusto? Mentre io avevo capito che avessi scritto per errore gli al posto di li (pronome atono maschile plurale con funzione di complemento oggetto che risponde alle domande “chi? che cosa?”), ché lo credevo riferito agli Hub.
Resta comunque il fatto che gli è corretto con valore a lui e non a loro e l’italiano che lo ammette è solo quello informale, che tu chiami leggero e, non a caso, mooderno, ma non è per nulla andato in soffitta!
Anche in questo bisognerebbe non dare concessioni alla modernità: le parole sono importanti, diceva qualcuno dei tanti aspiranti Grisù nostrani.
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Meglio ancora: la gente li lascia vuoti, gli Hub
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Ok Gatto, ci siamo capiti. Bene la rinfrescata di analisi logica… per quanto riguarda invece l’uso di gli e loro penso che, appunto, questo blog non è certo l’Accademia della Crusca e pertanto ci possiamo permettere tutte le licenze poetiche (sic!) che ci piacciono. Infatti la frase in italiano tradizionale sarebbe stata: la gente lascia loro gli Hub vuoti… non mi pareva il caso! Cotta e mangiata è più fresca e meno sussiegosa la mia versione veloce e immediata. In casi del genere preferisco una forma leggera e discorsiva anziché quella palludata nel senso di pallosa ;)…
Intanto, complimenti per la giusta attribuzione del complemento di termine… Hai attinto dalla memoria o sei andato di Wikipedia?
Io invece non ci ho ragionato tanto, data l’ora e il contesto sono andata a istinto, si vede che ormai ho interiorizzato la giusta costruzione della frase e solo in caso ce ne sia necessità procedo ai controlli.
Nello specifico, ci ho messo del tempo ad accettare di sostituire loro con gli. Ma nel linguaggio parlato, non si userebbe mai la forma canonica e quindi la forma scritta segue la scia.
Comunque resta il fatto che è molto più piacevole disquisire su temi nazional-culturali (a ri sic!) che procedere con volgarità e insulti ingiustificati come spesso si è visto sul blog (che mi pare abbia toni più accettabili negli ultimi tempi)… Quindi grazie per questi spunti di riflessione; è sempre piacevole scambiare opinioni in modo educato e civile anche se si è in disaccordo!
Ho aggiunto sotto uno stralcio della Accademia della Crusca.
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Ricordo sempre, Crusca permettendo, che la purezza della lingua è derivante dalla radice sacra della stessa, cosa che all’occidente manca completamente.
Inoltre, dal Latino in poi, lingua fissata, quindi tutt’altro che morta come sbrigativamente si vorrebbe far credere, quella occidentale ha perso anche la sua valenza liturgica.
La conseguenza è la deriva petalosa che ha assunto, scambiata per evoluzione vitale del linguaggio, mentre testimonia l’esatto contrario.
Restando più raso terra, a me piace citare sempre questi passi di Sciascia:
Il magistrato si era intanto alzato ad accogliere il suo vecchio professore. «Con quale piacere la rivedo, dopo tanti anni!».
«Tanti: e mi pesano» convenne il professore.
«Ma che ne dice? Lei non è mutato per nulla, nell’aspetto».
«Lei sì» disse il professore con la solita franchezza.
«Questo maledetto lavoro… Ma perché mi dà del lei?».
«Come allora» disse il professore.
«Ma ormai…».
«No».
«Ma si ricorda di me?».
«Certo che mi ricordo».
«Posso permettermi di farle una domanda?… Poi gliene farò altre, di altre natura… Nei componimenti di italiano lei mi assegnava sempre un tre, perché copiavo. Ma una volta mi ha dato un cinque: perché?».
«Perché aveva copiato da un autore più intelligente».
Il magistrato scoppiò a ridere. «L’italiano: ero piuttosto debole in italiano. Ma, come vede, non è poi stato un gran guaio: sono qui, procuratore della Repubblica…».
«L’italiano non è l’italiano: è il ragionare» disse il professore. «Con meno italiano, lei sarebbe forse ancora più in alto».
La battuta era feroce. Il magistrato impallidì. E passo a un duro interrogatorio.
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e.c.: passò
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Da Accademia della Crusca:
Uso di gli per a lui, a loro e a lei
È necessario chiarire che, in molti casi, la norma linguistica non è netta: spesso non si tratta di definire la correttezza o meno di fenomeno linguistico, quanto piuttosto di circoscriverne gli ambiti d’uso. In altre parole, molti fenomeni linguistici non possono venire condannati o promossi in toto: è necessario imparare a usarli nel giusto contesto, nella corretta situazione linguistica. Bisogna scegliere il registro (cioè la tipologia di linguaggio: formale, semi-formale, informale), più adatto alla situazione comunicativa.
Da almeno una ventina di anni si parla, nella linguistica, e in particolare nella sociolinguistica, dell’affermarsi di una nuova varietà dell’italiano, definita italiano neostandard (definizione del linguista Gaetano Berruto 1987) oppure italiano dell’uso medio (secondo la definizione di Francesco Sabatini 1985). “L’italiano dell’uso medio è sia orale sia scritto (purché questo non sia formale), ma prevalentemente orale; in concreto, ciò vuol dire che mentre tutti i suoi fenomeni distintivi sono presenti nell’orale, non tutti lo sono nello scritto […]. La differenza dallo standard [considerando come standard l’italiano formale, più attento a rispettare la norma linguistica] sta soprattutto nel fatto che l’italiano dell’uso medio accoglie in sé tratti del parlato che a loro volta spesso coincidono con fenomeni attestati anticamente nell’italiano scritto, prima che la norma classicistica li escludesse (o li confinasse nell’italiano popolare o ai dialetti) e nonostante questa sopravvissuti […]” (Mengaldo 1994: 94).
Sostanzialmente, nel momento in cui l’italiano, da lingua letteraria, è diventato patrimonio (più o meno) comune di tutti gli italiani, ha iniziato cioè a venire impiegato nell’uso vivo della quotidianità, ha subito delle evoluzioni più veloci di quanto abbia fatto la norma linguistica. Questo ha portato, in alcuni casi, a uno “scollamento” fra l’uso e la norma: i parlanti, anche colti, possono talvolta ricorrere a usi linguistici che le grammatiche indicano, o indicavano, normalmente come errati.
Il caso della superestensione di gli a coprire anche gli usi di loro, a loro, a essi, a esse e anche di le è solitamente elencato dai linguisti tra le principali caratteristiche di questo nuovo tipo di italiano (insieme all’uso, per esempio, di a me mi [sul quale è possibile consultare una scheda A me mi: è una forma corretta?], al che polivalente ecc.). Per chiarezza, tuttavia, è meglio distinguere fra gli usato in luogo di loro e simili e fra gli usato per le.
Gli per loro è attestato nei dizionari più recenti, come il GRADIT, “Grande Dizionario Italiano dell’Uso” di Tullio de Mauro (2000, UTET), che nella definizione di gli scrive: “2 gli […] colloquiale, specialmente nella lingua parlata compare in alternativa a loro, a loro, a essi, a esse: quando me lo chiederanno, gli risponderò” [cioè risponderò (a) loro]. Il DISC; “Dizionario Italiano Sabatini Coletti” (1997, Giunti) scrive: “[…] come pl. gli (come esito del dativo latino plurale illis) è assai freq. in quanto forma più chiaramente atona (e quindi proclitica o enclitica) rispetto a loro […]”. Dunque, a parte la ragione etimologica a tale uso (loro invece deriva dal genitivo plurale illorum), esiste una giustificazione “pratica”, dovuta al fatto che per le altre persone esiste la possibilità di scegliere tra pronome enclitico e proclitico: mi dice / dice a me; ti dice / dice a te; gli dice / dice a lui; ci dice / dice a noi; vi dice / dice a voi; per la terza persona plurale questa possibilità non esiste: dice (a) loro e non *(a) loro dice: il pronome “mancante” viene, nell’uso, sostituito da gli. Tale forma è stata usata anche dal Manzoni: “Là non era altro che una, lasciatemi dire, accozzaglia di gente varia d’età e di sesso, che stava a vedere. All’intimazioni che gli venivan fatte, di sbandarsi e di dar luogo, rispondevano con un lungo e cupo mormorio; nessuno si muoveva”. (Promessi Sposi, XIII).
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