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(di Michele Serra – repubblica.it) – Papa Bergoglio piace sempre di meno ai cattolici tradizionalisti e forse è per questo che piace sempre di più a un miscredente come me. La sua idea che un Papa vada vegliato “non sui cuscini ma già chiuso nella bara, come in tutte le famiglie”, è l’ennesimo colpo inflitto alla pompa regale che circonda da secoli il capo della Chiesa romana.
Nel suo nuovo libro (già bestseller in mezzo mondo) giudica “troppo impegnativo” l’attuale rituale, e dice di avere dato disposizione, per i suoi funerali, che il suo corpo non sia esposto.
Sia semplice pudore, sia un gesto “politico” contro il culto materiale di una figura che dovrebbe esercitare soprattutto un magistero spirituale, ma nei secoli è stato soprattutto un regnante e un potente, l’idea che ne deriva è comunque la restituzione del Papa a una dimensione tipicamente umana, un prete nella sua bara (o un frate, come il Francesco dal quale prende il nome), un uomo che scompare e non intende dare troppo disturbo, anche se ringrazia per l’affetto e la vicinanza di tanti.
Questa dimensione “dimessa” e formalmente “povera” di Bergoglio è rivoluzionaria quanto lo fu il francescanesimo. Chi detesta Bergoglio perché lo considera eterodosso e poco dogmatico, deve spiegare prima di tutto a se stesso che cosa c’entra Dio con i troni, gli ori, la forma (controriformista) che fa della religione una replica del potere.
Ogni volta che ascolto o leggo Bergoglio mi domando che cosa direbbe di lui, oggi, Ermanno Olmi, e ripenso ai suoi Cento chiodi, testamento antidogmatico, e umanistico, di un cattolico molto eterodosso. Se Dio esiste, non siede su un trono: è il solo punto fermo, a proposito di religione, sul quale possiamo convenire anche con questo Papa.
Sull’argomento “fede” io sto un po’ di qua e un po’ di là. Di certo non sono praticante. Quando c’era Ratzinger detestavo l’ostentazione e la magnificenza della chiesa. Un solo anello che indossava quel Papa avrebbe potuto sfamare un intero paese africano. Adesso che c’è il “francescano” Bergoglio detesto il suo ostentare la finta povertà della chiesa, il suo voler apparire un prete qualsiasi, il suo svilire il mistero della funzione. Siamo passati dal ripristino della messa in latino, alle telefonate al supermercato sotto casa per ordinare la spesa. Forse la via di mezzo di Wojtyla, pur col suo conservatorismo, era la cosa migliore.
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hahahahah
“io sto un po’ di qua e un po’ di là”
più di là che di qua
è sempre uno spasso leggere le tue battute involontarie
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hahahahah
Sono contento che te la spassi in questo modo. Leggimi più spesso!
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Grazie ragazzi mi avete fatto fare due sane risate.
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“Un uomo che fa il Papa”
Parafrasando: Un Papa che fa l’uomo…………….finalmente.
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ovviamente il Serra
evita astutamente di citare le davvero rivoluzionarie prese di posizione di papa Francesco sulla guerra in Ucraina.
Serra se la fa in braghe e svicola parlando degli addobbi esteriori delle riflessioni di Francesco, per evitare di cogliere la grandezza del suo coraggioso messaggio di Pace e che sta sopra ad ogni parola del suo libro.
Quel messaggio che ai padroni del Serra fanno venire l’orticaria.
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“… la grandezza del suo coraggioso messaggio di Pace”.
Ma un Papa che messaggio vuoi che mandi? Certo, sempre meglio Papa Francesco del patriarca Kirill che ha benedetto l’invasione a forza di bombe e carri armati dell’Ucraina.
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Anche la Chiesa cattolica ha avuto i suoi Kirill.E allora?
La notizia è che Bergiglio non è uno dei tanti che l’hanno preceduto.
Serra, comunque parlava di papa Francesco mica di Kirill. Ossessionato.
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Bergoglio
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