
(di Michele Serra – repubblica.it) – Le interviste a Trump, i discorsi di Trump, i tweet di Trump, insomma le parole di Trump, fanno sempre una certa paura. Non perché è di destra (ma è “di destra”, poi, quella tronfia vacuità? O è qualcosa che arriva “dopo”, dopo tutte le categorie fino a qui conosciute?), ma perché è stato presidente degli Stati Uniti e potrebbe ridiventarlo; e siamo abituati a pensare, da generazioni, che un capo, qualunque siano le sue idee, sia tenuto a una postura e a un linguaggio non al di sotto della media.
Se leggete la recente intervista di Trump su Israele e Gaza, la rudezza dei concetti e al tempo stesso la loro banalità, da chiacchiera mentre si fa la coda a un fast-food («gli ebrei democratici odiano Israele», «a Gaza Israele deve finire il lavoro») vi sembreranno indegni di un leader così importante; e vi sembreranno tali perché lo sono, perché quell’uso basico e presuntuoso delle parole non appartiene ad alcuna delle tradizioni politiche del passato.
Sono “nuove”, nel senso che non esprimono, nemmeno nelle virgole, qualcosa che riveli una riflessione, un pensiero, un’elaborazione dei dati. Al massimo contengono degli istinti, delle simpatie e delle antipatie. Dei giudizi sommari, degli insulti, delle minacce. Un ragionamento, mai. Nemmeno per sbaglio.
Molte cose sono migliorate, nei decenni. Non mi considero un nostalgico. Ma l’idea che pezzi importanti della classe dirigente si sentano esentati dalla cultura, dallo studio dei problemi, dalla riflessione, è un peggioramento secco.
Che sia avvenuto per via dei social, o del populismo, o per un collasso culturale collettivo, è oggetto di dibattito. L’unico dato certo è che quando parla Trump si ha l’impressione che almeno un paio di gradini, nella scala della civilizzazione, li abbiamo scesi.
Trump è stato già alla casa bianca. Questo Serra dovrebbe saperlo come dovrebbe ricordarsi che in quei quattro anni guerre non ne sono iniziate ma addirittura e stata messa la parola fine a quella in Afghanistan. Sarebbe il caso di smetterla con questo terrorismo basato sul nulla e parlare invece di quello che sta succedendo oggi nel mondo ad opera di Biden. Lungi da me l’idea di sentirmi repubblicano anziché dem: a me l’America degli yankee mi sta sul … comunque.
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Ma Serra sta parlando (come al solito a vanvera) di Ciàmp o di Melonee e il suo circo di clown? Non ho ben capito… 😅
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Trump è Nerone che canta con la lira mentre Roma Brucia.
Biden è Caligola che vuol mettere il suo cavallo a fare il Console.
Se l’élite americana ha prodotto questi due candidati, se l’élite italiana produce i nostri e così via, sempre più al ribasso, è perché non c’è più necessità nemmeno di una parvenza di valori democratici, i nostri politici sono marionette da avanspettacolo e non occorre altro che uno show di colore. I contenuti sono pericolosi, così come i progetti politici che personaggi di spessore culturale potrebbero portare sulla scena, perché potenzialmente contrari ai disegni dell’élite. Qui si fabbricano esecutori non Politici senzienti. Le campagne elettorali sono uno show non servono a proporre idee di futuro e programmi per i cittadini; la verità è che siamo in una commedia di Scarpetta.
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“L’unico dato certo è che quando parla Trump si ha l’impressione che almeno un paio di gradini, nella scala della civilizzazione, li abbiamo scesi.” quando leggo un articoletto di uno scribacchino come serra, ho l’ impressione invece che siamo tornati alle caverne…
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