
(Stefano Rossi) – Per la prima volta, al Consiglio di Sicurezza ONU gli USA, si sono astenuti e non hanno salvato Israele.
10 Paesi chiedevano di votare il “cessate fuoco” a Gaza.
Cina, Russia, Regno Unito e Francia hanno votato a favore.
Gli Usa, caso unico da quando è nato il Consiglio di Sicurezza, si è astenuto, contro Israele.
La comunità israelita romana ha presentato una denuncia contro il Prof. Alessandro Orsini, reo, secondo essa, di aver twittato post dai contenuti antisemiti del tipo: “Lo sterminio di un popolo sarà sempre possibile fino a quando ci saranno persone come Netanyahu”.
Vedremo come andrà a finire.
Di sicuro, l’art. 21 della Costituzione, potrà essere d’aiuto al professore.
Ma c’è una domanda che assilla i più curiosi e cultori della materia che viene obnubilata perché spaventa la risposta.
Israele sta commettendo atti di genocidio a Gaza?
Dunque, il Sud Africa ha denunciato Israele di genocidio presso la Corte internazionale di giustizia.
La Corte, in via preventiva, ha emesso un’ordinanza affinché Israele adotti “tutte le misure in suo potere per prevenire e punire l’incitamento diretto e pubblico a commettere un genocidio”.
La denunzia si basa su cinque atti di genocidio: l’uccisione di massa di palestinesi; l’inflizione di gravi danni mentali e fisici; l’espulsione e il displacement forzato; l’attacco al sistema sanitario di Gaza e l’applicazione di misure intese a prevenire nascite all’interno del gruppo”.
In Italia, come spesso succede, vi sono posizioni ambigue.
Il più sicuro che non si tratti di genocidio è Paolo Mieli che, dalla Gruber, fuga ogni dubbio senza spendere un solo pensiero.
Non è questa la sede per parlare dell’origine della legge sul genocidio (Legge 9 ottobre 1967, n. 962. Prevenzione e repressione del delitto di genocidio che ricalca in toto la Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio adottata all’unanimità dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York nel 1948 ed entrata in vigore nel 1951), ma è opportuno che, almeno, si leggano i passi salienti.
È genocidio quando si riscontra anche uno di questi fatti con l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, in quanto tale:
uccisione di membri del gruppo; lesioni gravi all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo; il fatto di sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, totale o parziale; misure miranti a impedire nascite all’interno del gruppo; trasferimento forzato di fanciulli da un gruppo ad un altro.
A Gaza sono morti oltre 30.000 civili, i superstiti sono stati costretti a spostarsi verso Sud lasciando case, beni, parenti feriti. Bombardate scuole, ospedali, uffici pubblici, villaggi, pozzi e ogni cosa che possa lontanamente assomigliare ad un presidio umano.
Gaza è solo polvere, distruzione, ammasso di rottami e inquinamento dai residui bellici.
Il 21 ottobre scorso, il Presidente egiziano ‘Abd al-Fattāḥ al-Sīsī tuonava: “Rifiutiamo nuovamente l’emigrazione forza forzata e lo sfollamento dei palestinesi nel Sinai. Si sbaglia chi ritiene che il tenace popolo palestinese desideri lasciare le sue terre, anche sotto occupazione o bombardamenti”. Per questo l’Egitto fissava la linea sull’emigrazione forzata dei palestinesi di Gaza verso il Sinai egiziano.
Chi si sbagliava, naturalmente, erano gli israeliani che sostenevano che erano i palestinesi a voler andar via dalla Striscia di Gaza.
Proprio ad ottobre, Israele, ordinava l’esodo forzoso ad oltre un milione di palestinesi che verrebbe da chiamare profughi se non fossero a casa loro.
Ora, anche gli Usa e il Presidente Biden saranno annoverati come antisemiti?
Considerando come sono in modalità ‘chagn’efotti’ da 2.500 anni, è probabile che glielo diranno per davvero.
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