MAFIA E SOSPETTI – Gasparri e Sisto contro il sindaco. Oggi la manifestazione a sostegno di Decaro

(DI ANTONELLO CAPORALE – ilfattoquotidiano.it) – Travestito da pubblico ministero Maurizio Gasparri, sedotto dalle virtù inquisitorie del giustizialismo, vive la prova della trasformazione: “Ci dicono che questa è giustizia a orologeria perché si procederebbe alla vigilia delle elezioni. Ma è un’accusa che non sta in piedi: l’orologio scorre sia che fai sia che non fai”. Alla sua destra, Francesco Paolo Sisto, barese, consacrato al rito berlusconiano, garantista al mille per cento, avvocatissimo del Cavaliere nel processo alle escort ingaggiate per il trastullo del Capo: “Sia chiaro che non abbiamo pronunciato neanche per sbaglio la s di scioglimento. Ma sia chiaro che un comune si può sciogliere anche se il sindaco non è indagato”.

A Bari il governo di centrodestra che ha rifilato un avviso di sfratto al sindaco del Pd per mafiosità, propone alla piazza il duo Gasparri-Sisto. Non c’è ressa ai tavoli né folla ai computer. La diretta facebook è seguita da 35 persone. Ma c’è fiducia nel futuro di questo romanzo Viminale. Sisto, garantista di notte e di giorno, oggi viceministro della Giustizia interviene nella breve e curiosa conferenza stampa “come delegato del territorio”. “Devo dire in tutta franchezza che la risposta del sindaco di Bari di considerare ‘atto di guerra’ il provvedimento annunciato dal ministro dell’Interno, è senza alcun dubbio un atto di grave insubordinazione”.

Di lotta e di governo Sisto. Più di lotta, solo di lotta il fantastico Gasparri: “Addirittura lacrimava il sindaco, è stato messo in piedi una specie di teatro con la fascia indossata e tolta. E poi l’acclamazione e poi l’assoluzione coram populo. Cose inimmaginabili”. Il teatro di Decaro secondo il teatro di Gasparri, le lacrime del primo, finte secondo l’accusa, e l’assoluzione concessa nel Circo Massimo, all’adunata di Libera, da Don Ciotti, prete di Dio o, come si suppone da queste parti, del Pd?

In ogni caso la vicenda di Bari, che stamani troverà un esito di piazza, con migliaia di cittadini che sfileranno un po’ per lo stupore, un po’ per il rumore un po’, diciamolo, anche per l’incazzatura di vedersi indicati come inquilini di mafiopoli. Trent’anni fa il centro storico era off limits, si sparava e si rubava. Oggi è un luogo degno, aperto, ripulito. Dunque Bari, che ha vissuto la stagione delle cosche, si dice offesa e ne ha motivo. Non che sia il paradiso, perché l’ombra di un mercato globale delle coscienze, ci si vende e e ci si compra, è successo e succede alla Regione, al Comune, nel sottobosco della politica. E fa tenerezza Gasparri parlare del trasformismo come la vernice che copre le vergogne di questi e di quelli. I trasformisti, finora, quasi tutti del centrodestra, quasi tutti, amici di fede – a parole – perfino di Gasparri. Vedi tu la vita com’è cattiva.

Finisce e si spegne, come il colpo di tosse per un boccone di traverso, la conferenza degli accusatori. Nei prossimi giorni altre puntate, come una fiction.