(di Massimo Gramellini – corriere.it) – Jared Kushner, ex (?) consigliere di Donald Trump e marito di sua figlia Ivanka, sostiene che il lungomare di Gaza ha un grande valore immobiliare. Il suocero aveva appena affermato che in alcuni casi i migranti non sono persone, ma animali: immagino il livello della conversazione nelle cene di famiglia

La prima reazione alle parole del genero è: dai, non può averle dette davvero. Non adesso, non con la gente che su quel lungomare ci muore. Sarà stato frainteso, decontestualizzato. Tra l’altro parlava ad Harvard, mica a una convention di agenti immobiliari. 

Effettivamente Kushner ha poi articolato meglio il suo pensiero, deplorando che la gente di Gaza non si sia mai concentrata abbastanza sul miglioramento del proprio standard di vita. Come non dargli ragione. Se invece di perdere tempo a lamentarsi, i palestinesi avessero messo in piedi un franchising edilizio, sai quanti resort sarebbero riusciti a completare? E oggi Gaza sarebbe un paradiso per milionari in cui Kushner potrebbe giocare a golf con suo suocero.

Ma ormai quel che è stato è stato, sembra riconoscere a malincuore il Generissimo. E suggerisce a Netanyahu di «ripulire» la Striscia, qualunque cosa intenda dire con quel verbo, e spostarne gli abitanti nell’accogliente deserto del Negev. Lì non c’è dubbio che i palestinesi potranno finalmente fare soldi a palate costruendo attici esclusivi con vista su un miraggio e parchi-giochi a tema, compresa una Trump Tower a grandezza naturale, tutta di sabbia.