(tlfattoquotidiano.it) – Ritornano le liste di proscrizione a giornali (del gruppo Gedi) unificati. Ieri due articoli-gemelli, vergati da Jacopo Iacoboni su La Stampa e da Stefano Cappellini su Repubblica, hanno ripristinato la funzione di “colonna infame”. Cappellini nello stesso minestrone butta Michele Santoro, reo di chiamare l’invasione russa in Ucraina “guerra di Biden”, il generale Vannacci, l’ex rifondarolo Marco Rizzo e l’ex missino Gianni Alemanno, Alessandro Di Battista che ci sta sempre bene, il fotoreporter Giorgio Bianchi, che si è permesso di intervistare la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, Amedeo Avondet, “sedicente giornalista che ha ricevuto per primo dai russi la notizia dell’uccisione in Spagna di un ufficiale scappato dalla guerra”, l’ex presidente della commissione Esteri del Senato Vito Petrocelli, “uno che verga Z sul web appena può”. E ovviamente lui, il reprobo del momento, Jorit, che addirittura “bazzica i centri sociali”, inaudito. Peraltro, per il noto critico Cappellini, “di arte se ne vede poca, da Cerullo in giù”.

Iacoboni indaga e aggiunge altri nomi alla lista: Tatiana Santi, “giornalista italo-russa”, oibò, “già collaboratrice di Sputnik Italia e di Pandora, di Giulietto Chiesa”. Giulietto Chiesa è morto. Ornella Muti e la figlia Naike Rivelli, “autrice di improbabilissimi post Instagram”, beccate proprio con Jorit a Sochi. Irene Cecchini, la studentessa italiana che tanto ama la Russia, Vincenzo Lorusso e Andrea Lucidi, giornalisti “pro Putin”. La prof. Mara Morini, che si è azzardata a continuare, anche dopo l’invasione, “collaborazioni con istituzioni culturali russe sanzionate”. Amedeo Avondet si becca la seconda lista di proscrizione in un giorno solo. Il reporter Giorgio Bianchi e Clara Statello. E poi, certo, Al Bano Carrisi che “ha fatto molti concerti in Russia” cantando la pericolosa Felicità.

D’altra parte Zelensky su Rai1 da Bruno Vespa ha redarguito: “Capisco che in tutte le società ci siano persone che non ci sostengono, ma loro non capiscono chi è Putin e cosa sia la guerra. Non la sentono sulla propria pelle”.