(Stefano Rossi) – Quando è scoppiato lo scandalo degli accessi illegali del finanziere Striano, Paolo Mieli, in più trasmissioni televisive, smorzava i toni sostenendo che non si trattava di dossieraggio (anche la Gruber gli dava ragione). Forse perché tra le persone spiate ci sono per lo più politici di centrodestra.

Quando poi abbiamo avuto contezza dell’enorme mole di file scaricati illecitamente dalla banca dati della DNA (Direzione Nazionale Antimafia), cioè di oltre 33mila file e oltre 100mila accessi illegittimi, allora, nelle varie trasmissioni si comincia a parlare di dossieraggio.

Eppure, da buon giornalista, Mieli assolve subito i giornalisti perché, secondo lui, se si chiede al proprio informatore una notizia, il giornalista, non può rispondere dell’eventuale reato commesso per ottenere quell’informazione.

E fin qui, siamo tutti d’accordo.

Ma se il giornalista fosse al corrente di come venivano raccolte quelle informazioni si ravviserebbero gli estremi del concorso. Poi ci sarebbe anche il rischio dell’associazione a delinquere visto il gigantesco giro di accessi e raccolte illegittime non solo di questo finanziere. Ma Mieli tutto questo non lo può sapere.

Stamane, leggiamo la difesa del Prof. Tomaso Montanari, verso la collega Donatella Di Cesare, rea di aver omaggiato la morte della terrorista assassina, Barbara Balzerani, ammettendo di aver condiviso le sue idee rivoluzionarie.

E come sempre vengono snocciolati articoli della Costituzione in difesa ora di un diritto, ora di un altro. In questo caso, il diritto di manifestare il proprio pensiero.

Che esista il diritto di manifestare il proprio pensiero è cosa nota e saggia; altra cosa è manifestare idee del tutto astruse o pericolose o del tutto inopportune. Lo puoi fare ma poi devi accettare almeno le critiche. No, il Prof. Montanari se la prende con chi ha criticato la Di Cesare.

Prendiamo il caso di quel generale che ha scritto un libro con idee irricevibili in una comunità di persone civili; si sono scatenate tutte le trasmissioni, i tg, i giornali per giorni interi. Non si parlava d’altro facendo così schizzare le vendite del libro neanche fosse un premio Nobel.

Per le ignobili parole della Di Cesare non è seguito alcun dibattito. Silenzio di tomba.

Ieri sera, Michele Serra, a Piazzapulita, dopo aver sentito quel gentleman di Proietti (rappresentante degli ambulanti romani) che vituperava Casalino (portavoce del Prof. Giuseppe Conte) con una serie di offese coperte da ripetuti “beep”, si è permesso di dire: “Ho avuto una specie di moto…di simpatia per il mostro (riferito al Proietti, ndr) tanto si può mettere un beep quando dico le cose orribili così salviamo la…ho avuto una specie di simpatia per il mostro perché mi è sembrato una specie di..di..di fiotto di verità..di…in un periodo tutto sommato abbastanza agghindato…non so perché questo signore mi è sembrato l’anti Ferragni… tutti vorrebbero essere come lei…. invece nessuno vorrebbe essere come questo signore e questo me lo rende simpatico…”.

Abbiamo una notizia: per stare simpatici a Michele Serra basta snocciolare parolacce, contumelie, offese pesanti. La simpatia raggiungerebbe livelli massimi se fossero indirizzate ad uno del Movimento 5 Stelle. Non serve cultura o intelligenza.