
(di Massimo Gramellini – corriere.it) – Per dare a Di Cesare quel che è Di Cesare, bisognerebbe prima capire con quale delle due abbiamo a che fare. Con quella che in tv dà addosso alla Nato in nome della pace, della non violenza e della fratellanza tra i popoli? O con quell’altra che sui social si profonde in sentimentalismi per una terrorista che partecipò a svariati omicidi e all’agguato di via Fani senza mai farsi attraversare da un dubbio o da un’increspatura di umanità? Difficile immaginarsi San Francesco intento a scrivere un post come quello che la filosofa della Sapienza ha dedicato alla scomparsa Barbara Balzerani: «La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla compagna Luna». Chi cercasse tracce di una presa di distanza dai metodi di Luna e dell’intero firmamento brigatista dovrebbe aggrapparsi a quel tenue riferimento alle «vie diverse». Un po’ poco per sgombrare il sospetto che l’odio ideologico sia il cemento che tiene insieme le due Di Cesare, fieramente allergiche alla violenza quando a praticarla sono i loro nemici di classe, ma assai più tiepide e comprensive nel valutarla quando viene usata da persone di cui condividono i sogni adolescenziali di palingenesi sociale che da sempre caratterizzano i fanatici di tutte le età.
A dire il vero, c’è anche una terza Di Cesare. Quella che ha cancellato il post dopo averlo pubblicato, dando prova di una resipiscenza che le fa onore, ma che le altre due Di Cesare bollerebbero come piccoloborghese.
Cattedre e libri da vendere: senza la dovuta prudenza tutto questo lo si può perdere in un millisecondo. Epperò “io sono di sinistra e lo rivendico!” 😄
P.s. l’indignazione gramellina, che degna ciliegina sulla torta. E che spasso.
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a vedere certe facce e certe carriere a volte ti viene da dire “peccato che le BR non abbiano vinto!”
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Se fosse così semplice, e non lo è, aggiungerei che, considerando personaggiacci come il gramo che commentano figure non alla loro portata, sarebbe stato meglio che le br non ci fossero state
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Senza confondermi col gramo glorificatore dei nazisti di Azov, dico che pensavo che questa signora Di Cesare fosse più intelligente.
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Spero di poter leggere una risposta meditata della prof.ssa alle contestazioni ricevute. Ho una mezza idea sulla sua presunta “sintonia” con la Balzerani, ma prima di esporla desidero apprendere da un suo testo ciò che l’ha spinta ad affermare la comunanza di idee (e quali) con l’ex brigatista deceduta.
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Se non ci fosse stata “comunanza di idee” le brigate rosse non sarebbero neanche nate o, al massimo, sarebbero state uno dei tanti gruppuscoli capaci solo di fare casino.
Alla fine, le BR furono eliminate, ma nessuno di quelli che avevano protetto i brigatisti finì in galera con l’accusa di “concorso esterno in associazione terroristica”. Anzi, i loro nomi non furono mai pubblicati dal democristiano governo che pendeva a sinistra.
Forse la mancata pubblicazione dei loro nomi faceva parte degli accordi intercorsi tra i pavidi democristiani e la sezione italiana del PCUS quando decisero che era giunta l’ora di far fuori le BR?
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Sei proprio strabiliante e anche un po’ farneticante.
Nel terrorismo brigatista c’erano pure tanti figli di democristiani, ferventi religiosi e nobili. Informati.
Quello che ancora manca in quella storia di quei volgari assassini che hanno contribuito alla definitiva denigrazione dell’ideale di cui dicevano di essere alfieri, è il ruolo giocato dai tuoi amici a stelle e strisce.
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La De Cesare non mi piace, anche quando sostiene opinioni che condivido.
È a pelle che la rifiuto. E quando fece la “sparata” contro Di Battista ebbi la conferma che sostanzialmente è un residuato bellico di quel tipo di “sinistra” che aborro.
Cosa dica sulla Balzerani non aggiunge nulla.
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