(Dott. Paolo Caruso) – Affrontare il tema della gestione sanitaria pubblica particolarmente in Sicilia è come entrare in un dedalo costellato da interessi e da intrecci politici che ostacolano pesantemente la governance della salute pubblica. Una salute pubblica che pare non interessare a nessuno se non agli addetti e ai cittadini utenti. Infatti dietro le nomine dei manager della sanità c’è molta politica e pochissimo di sanità. C’è una rete di potere che imbriglia le scelte meritocratiche gestionali e che periodicamente va aggiornata e ricostruita secondo i nuovi Padroni del Palazzo. Ne è la prova che in Sicilia la nomina dei direttori generali di Asp e Ospedali è stata più volte rinviata con una transizione commissariale negli ultimi mesi ai cui vertici sono rimaste le figure manageriali di nomina precedente. Ora che, dopo un lungo e travagliato “confronto” tra gli alleati di maggioranza, sono stati nominati i direttori generali che governeranno le ASP e gli ospedali siciliani nei prossimi tre anni, emerge dai curricula presentati alla commissione Affari Istituzionali che otto dei diciotto manager della sanità, nominati dal governo Schifani, hanno in corso procedimenti penali. Una scelta come al solito condizionata da logiche esclusivamente di potere e di appartenenza. e mai di trasparenza. E’ così che i nominati diventano espressione dei partiti, pedine nelle mani del politico di riferimento e piuttosto che occuparsi di salute rivolgono la propria attenzione all’incremento del consenso. Infatti spesa, concorsi, assunzioni, carriere in definitiva creano consenso aumentando il clientelismo che rappresenta linfa vitale per la politica. Un quadro allarmante di gestire la sanità pubblica che da oltre trent’anni viene considerata un bottino di guerra, una terreno fertile da conquistare, una vera occasione per sviluppare vantaggi economici e rendite personali. Oggi infatti tra i diciotto manager nominati, otto risultano con procedimenti giudiziari in corso, e i cui reati, a vario titolo, sono “Abuso d’ufficio, omicidio colposo, concorso formale-reato continuato, falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici, rapporto di causalità, interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità, lesioni personali colpose, delitti contro il patrimonio mediante frode e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. Un vero e proprio biglietto di presentazione che la dice lunga sul tipo di uomini a cui i politici affidano la governance della sanità pubblica e che di sicuro non lascia ben sperare per un servizio di assistenza sanitaria di qualità e uguale per tutti i cittadini. E’ proprio vero che il lupo perde il pelo ma non il vizio!