
(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Quand’ero bambino, siccome mio padre lavorava alla Fiat, ogni due mesi ci arrivava a casa IllustratoFiat, l’house organ aziendale che raccontava i nuovi modelli del gruppo, ma anche le storie di dirigenti, progettisti e operai. Due anni fa ha chiuso alle soglie dei 70 anni. Nessuno, leggendolo, si aspettava una visione imparziale dell’industria dell’auto. Era la voce della Fiat, molto più onesta degli altri giornali di casa Agnelli (ora Elkann): prima La Stampa […]
IllustratoFiat
(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Quand’ero bambino, siccome mio padre lavorava alla Fiat, ogni due mesi ci arrivava a casa IllustratoFiat, l’house organ aziendale che raccontava i nuovi modelli del gruppo, ma anche le storie di dirigenti, progettisti e operai. Due anni fa ha chiuso alle soglie dei 70 anni. Nessuno, leggendolo, si aspettava una visione imparziale dell’industria dell’auto. Era la voce della Fiat, molto più onesta degli altri giornali di casa Agnelli (ora Elkann): prima La Stampa (per i torinesi “La Busiarda”), ora anche il Secolo XIX e Repubblica, che se la tirano da testate indipendenti, anche se tutti sanno chi e a cosa servono. A volte, grazie agli attributi di alcuni direttori e alla furbizia di Gianni Agnelli, riuscivano, se non a essere indipendenti, almeno a sembrarlo (nel 2005 Giulio Anselmi mise in prima pagina sulla Stampa il ricovero di Lapo Elkann in coma dopo il festino con droga e trans). Ma sono lontani ricordi. Oggi i lettori di Repubblica e Stampa, per sapere che John Elkann è indagato per frode fiscale, devono munirsi di microscopio elettronico e fare la caccia al tesoro nelle pagine interne: non una sillaba in prima e, dal secondo giorno, neppure nelle altre. Il tutto mentre Stampa e Repubblica gridano un giorno sì e l’altro pure al bavaglio di destra (come se non ne avessero uno incorporato), ai conflitti d’interessi di destra (come se non ne avessero uno grosso come una casa) e alle censure di TeleMeloni, cioè della Rai che nasconde le notizie negative sul suo editore (il governo) esattamente come Stampubblica col suo. Siccome poi il gruppo Elkann è molto filo-Usa&Israele, la catena degli affetti si allunga alla politica estera. Infatti un mostro sacro come Bernardo Valli se n’è andato inorridito da Repubblica.
Martedì Rep apriva col leggendario titolo “La destra marcia sulla Rai. La maggioranza censura le parole di Ghali”. Purtroppo lo stesso giorno il Fatto rivelava che da venerdì Rep aveva un’intervista a Ghali ma, siccome le sue risposte su Gaza e Israele non garbavano al direttore Sambuca Molinari, l’aveva fatta sparire. È riapparsa solo sul sito di Rep e solo quando il Fatto ha rivelato la censura, accanto a un tragicomico comunicato che smentiva categoricamente la censura confessata lì a fianco e poi denunciata anche dal Cdr. In compenso, sempre martedì e sempre su Rep, Francesco Merlo dava dell’“antisemita” e del “cretino pieno di idee” a Ghali per aver denunciato la mattanza di Gaza dal palco di Sanremo: insulti che nessun censore di TeleMeloni si è mai sognato di lanciare, mentre sono il lessico familiare del mazziere di Sambuca, già noto per aver paragonato Zerocalcare agli stragisti di Hamas. Se Stampubblica si decidesse finalmente a chiamarsi IllustratoFiat, sarebbe tutto più chiaro. E più onesto.
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tutti denunciano il genocidio di Gaza, la morte di migliaia di bambini e donne, ma tutto continua ora , in questo momento.
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e uomini.
Praticamente di tutto il genere umano di ogni età, estrazione,
sesso.
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Meglio imparare a resistere allora:
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Anche basta: CESSATE IL FUOCO 🔥 per tutti gli dei in cui credete
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@elimanna
C’è chi crede solo nel dio Denaro che compie il miracolo di rendere insensibili alle sofferenze altrui
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Hai ragione , sono una vecchia idealista a pensare che gli esseri umani potrebbero avere un interesse collettivo di adesione , ma sono troppo vecchia per combattere queste battaglie e non ho nemmeno i mezzi , mi rimane solo esprimere una ” magra ” opinione per quel che vale .
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Almeno quando c’era l’avvocato, la Busiarda le bugie e le omissioni le faceva con classe
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In effetti, la menzogna criminale è interclassista.
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I giornaloni sono ormai in via d’estinzione, come e per lo stesso motivo dei dodo. Sono solo dei contenitori pubblicitari e se non venissero letti i titoli nelle rassegne stampa in TV, manco ci accorgeremo che esistono. Servono da manganello per i loro padroni contro chi non supporta il comitato d’affari di loro riferimento, attraverso i loro cani da riporto che abbaiano e ringhiano a comando contro chi si oppone ai loro interessi. I più sono tenuti in vita artificialmente attraverso il finanziamento pubblico, e quando qualcuno deciderà di staccare loro quella spina non sarà stato mai troppo presto. Avremo così l’intasamento di una marea di cani randagi in giro tra i programmi TV, in cerca di una crocchetta per sfamarsi. Cosa che per altro avviene ormai già da tempo.
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Rendiamoci conto del fatto che questi pennivendoli quando scrivono un…’articolo ‘ non fanno altro che timbrare un cartellino.
Vedi ad esempio su X jacoboni ed altri quotidianamente (non saltano un giorno). Hai visto mai che il padrone dica a se stesso: ” mah… Fammi controllare cosa hanno scritto i miei servetti questo mese…”.
Sfotterli in questo senso intendo…
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ogni giornalista, in italia, sceglie il guinzaglio del colore preferito. travaglio, per adesso, ha scelto quello di Conte. un tempo aveva quello di dimaio.
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Che commento lucido!
Peccato sfugga che se anche fosse, Conte non paga lo stipendio a Travaglio, a differenza di quello che fanno gli Agnelli.
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Da quale galassia proviene per non sapere che il fatto quotidiano non ha mai ricevuto aiuti aĺl editoria ? E che Conte è i 5 stelle non hanno mai occupato la RAI ( grande errore)
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A parte la Fiat e le comunicazioni ,ma la borgatara parlerà dei 24 giovani virgulti di Ferrara?
Io dico di no e voi?
Ma non son fassisti!
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Se vogliamo inquadrare l’informazione nazionale in un perimetro più ampio di quello della stampa di famiglia Agnelli-Elkan, non possiamo che giungere alla conclusione che quasi tutta si comporta come un giornale aziendale che risponde al padrone Confindustria-poteri forti-governo. Si copiano persino i titoli,sono all’ unisono sulle guerre e le bugie correlate ad esse,sparano in contemporanea su chiunque si azzarda ad uscire dal solco(M5S, Conte,Raggi)etc…etc.Non so perché continuano a chiamarla stampa libera. Forse perché è libera di mentire.
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Un GRAZIE alla Redazione di Infosannio
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Ieri sera ho visto, non ricordo in quale canale, non Rai, La 7 o Mediaset, intervista a Marco Tarquinio ed Alberto Negri, che hanno avuto contro Israele parole più gravi di Ghali, perché oltre che del massacro in corso, hanno parlato della recente occupazione e sottrazione illecita ai palestinesi, del mare davanti alle coste di Gaza, ricco di gas, con un blocco navale! Esproprio quindi di un bene di proprietà che in questo caso, a differenza del passato, coincide con il genocidio, mentre al tempo fu la la prima tappa per il dopo…..Non è che cambiando attori e protagonisti, automaticamente si elimina la nefandezza delle azioni ed averle subite in passato, non rende automaticamente incolpevoli, nel momento in cui condanni un altro popolo a subirle per gli stessi motivi, razziali ed economici. E siccome per ogni nefandezza esistono diretti responsabili e complici, che cercano sempre storicamente giustificazioni ed autoassoluzioni, non si può attendere la completa distruzione di Gaza per condannare i colpevoli ed evitare la solita vergogna, artefatta poi da ipocrisie narrative per non chiamarla con il suo vero nome! ENI ha occupato quel pezzo di mare, così fondamentale per interessi economici e finanziari, che rivelano la reale ragione della nefandezza in corso e le sue complicità! Come ha detto Negri siamo oltre il servilismo agli ordini di Israele, ma complici di un massacro….e se ubbidire agli ordini non assolve da colpe neppure un soldato semplice, per una nazione, eufemisticamente detta sovrana, è un aggravante!
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Per i giornali dovrebbe esistere il canone come la RAI (senza ingerenze politiche). Ogni “abbonato” può ritirare in edicola o online un paio di quotidiani, quello meno scelto del biennio chiude. Niente padroni, niente servi, massima libertà e professionalità.
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