(Stefano Rossi) – Dilaga in Europa la protesta degli agricoltori che hanno subito, dal 1992, le imposizioni europee con la passiva complicità della politica locale.

In Italia cominciarono le proteste per le “quote latte”: all’improvviso avevano deciso che bisognava produrre meno latte, così, molti chiusero, fallirono, persero ingenti capitali investiti poco prima nell’azienda.

Poi toccò ai contadini e piccoli imprenditori che allevavano maiali. Dovevano dotarsi di impianti di filtraggio dell’aria e dei liquami; il rischio era il sequestro e una multa per la quale si dovevano vendere la casa di proprietà.

Quanti si sono accorti che in Emilia e Romagna, famosa in tutto il mondo per i salumi raffinati, non ci sono più maiali? In molti paesini dove erano presenti più suini che cristiani, oggi, le porcilaie servono per accatastare la legna quando non le hanno dismesse del tutto.

Però sono diffusi gli allevamenti intensivi: i liquami sparsi per le campagne senza rispettare le norme, i virus e le pandemie dilagano.

L’agricoltura, questa sconosciuta!

Si va per gli agriturismi, le spa a cielo aperto, i politici spesso si riuniscono in luoghi ameni a meditare, dicono loro, poi, però, non sanno nulla di agricoltura.

In tv spopolano gli chef che parlano delle ricercatezze in tavola. Ma da dove vengono?

Bassiano (LT), è famosa per il prosciutto. Ma se giri tutti i comuni limitrofi non si trova nemmeno un maiale.

Così nell’Emilia-Romagna.

I pomodori Pachino. Ma se fossero tutti di Pachino, quel paesino dovrebbe essere più grosso di Los Angeles.

Le più grosse fregature sono i prodotti caseari: dal latte che non ha più alcun legame con il vero latte appena munto, i formaggi che si vendono nella grande distribuzione sempre più bianchi, sempre più finti come lo stracchino che, l’originale, sarebbe piuttosto duro e grigiastro o giallino ma non certo bianco.

Si parla di transizione ecologica ma abbiamo perso decine di specie di frutta perché le industrie spingono per alcune dal calibro e peso studiate a tavolino. Le altre non si producono più.

In questo scempio ci sono gli agricoltori che faticano, lavorano, spesso contro il clima e la politica, costretti ad accettare prezzi stracciati per i loro prodotti che poi vengono rivenduti a costi assai elevati.

Tutto questo non è avvenuto per miracolo ma per la totale assenza della politica e quando il gatto dorme, i topi ballano.

A Milano ci sono poche società che impongono, in tutta Italia, i prezzi dei prodotti da vendere nella grande distribuzione organizzata. È un mondo al contrario dove, le offerte che tutti noi aspettiamo, come il “sottocosto”, altro non sono che imposizioni vergognose ai piccoli imprenditori costretti a vendere i loro prodotti a prezzi che non coprono il costo di produzione.

Ci sarebbe tanto da raccontare ma segnalo, per chi volesse approfondire, la nota vicenda di Fortunato Peron, amministratore delegato della Celox, contro Coop Italia.

Ora, quello che indigna è vedere tutta la politica, che fino a ieri si è girata dall’altra parte per non vedere questo massacro, tifare per gli agricoltori.

Non ce li meritiamo questi agricoltori che financo vengono presi in giro dalla Rai che sta mediando, dicono loro, per far leggere una lettera sul palco di Sanremo.

Per venire a Roma, da Sinalunga (SI) ci hanno messo una giornata!

Forse, e questo è una colpa tutta nostra, è che siamo troppo buoni!

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Oltre il giardino, è un film capolavoro del 1979, che i giovani dovrebbero vedere e rivedere. Si tratta di smascherare una politica inutile, assente, con una televisione che impone i suoi personaggi venuti dal nulla come fantasmi, gretti e ignoranti ma che, alla fine, saranno questi a comandare le sorti di una nazione.