
(di Marcello Veneziani) – Qual è l’effetto Meloni sulla diffusione della stampa in Italia? Una vecchia tendenza dell’informazione di solito premiava in modo particolare i giornali all’opposizione dei governi in carica. E’ più facile e più esaltante fare un giornalismo contro; fa più notizia, capitalizza la critica permanente verso il potere. Stavolta invece il calo è generale e si accanisce con i giornali più ostili al governo Meloni. Ma c’è da aggiungere in tutta onestà che il calo dei lettori non risparmia nemmeno i giornali che sostengono il governo Meloni.
Come leggere allora questa flessione ulteriore e trasversale nelle edicole? Si potrebbe spiegare, al di là degli umori e delle opinioni politiche, con la marcia irreversibile verso il tramonto della stampa, a partire da quella cartacea (l’informazione sul web si difende), che coincide con la sostituzione anagrafica degli anziani con le giovani generazioni, refrattarie alla lettura dei quotidiani acquistati nelle edicole. Ma è una spiegazione solo in parte vera.
Se vogliamo dare una chiave di lettura “politica” di quel che succede dobbiamo piuttosto considerare una mutazione “atmosferica” in atto nel nostro paese: dopo la partecipazione attiva alle vicende politiche, all’indomani del covid e con le ultime elezioni politiche, che sancirono la svolta netta verso un governo di destra, premiando l’unico partito d’opposizione che c’era in quel momento, è sopraggiunto nei mesi il torpore, un certo disincanto e un crescente disinteresse, come se si fosse entrati in una specie di stallo generale.
Non è dunque una perdita di fiducia nei confronti della Meloni e nemmeno del suo governo, che pure non suscita entusiasmi almeno a leggere i sondaggi; quanto una sorta di disilluso consenso o un tacito assenso al governo, ma senza adesione attiva e positiva, come un accettare la situazione esistente perché non si intravedono alternative né vie d’uscita. E’ come se l’orizzonte di aspettativa si fosse ristretto, ci si rende conto che i margini e gli argini di manovra consentiti al governo sono in effetti molto ridotti rispetto all’unione europea, alla Nato e al sistema delle alleanze, dei vincoli e delle pressioni internazionali. E dunque, pur senza passare al dissenso o al Partito degli Scontenti, la maggioranza del nostro paese è per così dire in sonno o in stand by, parla meno di politica e meno è interessata a sentirne parlare. Di conseguenza legge meno i giornali che hanno comunque ancora una prima motivazione politica, polemica e civile che ora pare sopita.
Il discorso naturalmente non riguarda solo la Meloni ma si estende alla politica in generale; anzi bisogna dire che la “fortuna” della Meloni, che spiega in parte la persistenza del suo alto consenso nel paese, è il paragone vincente con i suoi avversari (e anche, vorrei aggiungere, con i suoi competitori interni o alleati). Obiettivamente Elly Schlein è una polizza per la Meloni, ma anche Giuseppe Conte, che pure si sta muovendo meglio della segretaria del Pd, non riesce a catalizzare grandi consensi. Dall’altro versante Salvini e Tajani non destano particolari preoccupazioni per la Meloni. Che se vogliamo, è più impensierita da eventuali fattori esterni, come per esempio la discesa in campo del generale Roberto Vannacci, piuttosto che dagli altri alleati e concorrenti.
Negli ultimi tempi la Meloni ha ulteriormente personalizzato la sua leadership; si fida sempre meno di chi le sta attorno.
Ma sul disincanto verso la Meloni e sull’ulteriore ondata di disaffezione verso l’informazione, non solo scritta ma anche televisiva, contano anche le vicende recenti. Per esempio quel che sta succedendo dal 7 ottobre a Gaza. A un bestiale massacro compiuto da Hamas è seguito ed è ancora in corso da più di cento giorni un genocidio della popolazione palestinese, tra migliaia di morti, di feriti e quasi due milioni di sfollati. L’intenzione di eliminare e non solo sconfiggere Hamas, è comprensibile e legittima, ma considerare migliaia di bambini, donne e vecchi palestinesi come puri ingombri da eliminare o da sgombrare pur di bruciare il terreno intorno ai terroristi di Hamas non può essere accettato dalla pubblica opinione e dalla ipersensibilità a lungo alimentata per quanto riguardava l’Ucraina e altre tragedie umanitarie. Non si può improvvisamente silenziare o sottorappresentare quel che sta avvenendo. Nessuno mette in discussione la rabbia e il dolore di Israele, il diritto alla sua esistenza e incolumità e l’oggettiva ostilità che lo circonda da cui deve difendersi; ma non si possono nemmeno tacere le catastrofi umanitarie in corso, dopo averne enfatizzate altre.
L’opinione anti-establishment è ormai molto forte in Occidente, dopo la vicenda del Covid, la guerra russo-ucraina e le posizioni della Ue, della Nato e degli Stati Uniti; lo dimostrano, tra l’altro, i successi tornanti di Donald Trump e di Marine Le Pen, come lo aveva dimostrato lo stesso successo della Meloni in Italia. E i dubbi assai diffusi che quest’Occidente, e l’Amministrazione Biden in particolare, stiano gestendo male questa situazione internazionale, facendosi tanti nemici e aprendo fronti di conflitto un po’ ovunque, acuiscono questo disagio. Ma di tutto questo c’è scarsa traccia nei regni dell’informazione occidentale, da destra a sinistra. Da qui la tendenza a disertare la piazza dell’informazione, a darsi alla macchia nella prateria dei social, a scomparire dai radar della pubblica opinione e a rifugiarsi ancor più nella dimensione privata e individuale.
Panorama
Che cagata gli articoli di veneziani
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Si vede che non incassa più come prima , e se ne lamenta .
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Cmq è vero, altro che cagata. Tanta gente si è come anestetizzata, non pensano altro che a divertirsi e a farsi i ca22i loro, mentre ai tempi del lockdown erano sulle barricate. Tutto qui? Volevano ballare e andarsene in vacanza e basta? O sono stati messi sottotraccia dal ‘pilota automatico’ che oramai ci sgoverna dappertutto? Boh.
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Un mistero che si risolve semplicemente, hanno rubato tutti, mentre noi perdevano genitori e familiari nelle rsa e loro come sempre stanno benissimo fino a 209 anni ! E solo esclusivamente al San Raffaele ! Tale note , if you want to survive!
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Se partissimo dal presupposto che una riflessione, un’opinione, un articolo di un giornalista/intellettuale di destra sia sempre una cagata faremmo l’errore fazioso che ha costruito questo “o di qua o di là” in cui oggi sguazza la Meloni. Al di là dei nuovi equilibri del Potere che si coccola la “mamma donna cristiana”, la quota irregimentata destrorsa che continua a sostenerla ( pur con le evidenti giravolte che dovrebbero far inorridire il più “militare” dei militanti) è figlia proprio di questa faziosità. Veneziani ( col quale ho il dente avvelenato da almeno 15 anni) non è uno stupido, né un banale cantore del destrismo, non è il megafono antiSinistra a prescindere, né un ignorante che non sa supportare idee proposte. Può essere condivisibile o meno ma se l’approccio nel leggerlo è pregiudiziale ci comportiamo esattamente come vuole questo Sistema. Indipendentemente da questo articolo.
P.s. Ieri ho apprezzato il modello proposto al Congresso di Democrazia Sovrana e Popolare dove la provenienza culturale e ideologica diversa non ha rappresentato un ostacolo a far convergere il tutto in un progetto politico interessante.
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Veneziani non è uno stupido, anzi lo trovo sottile.
Talmente sottile che ritengo l’articolo sibillinamente un cavar terra a favore della Meloni.
Es 1 (La preparazione): “Non è dunque una perdita di fiducia nei confronti della Meloni e nemmeno del suo governo, che pure non suscita entusiasmi almeno a leggere i sondaggi; quanto una sorta di disilluso consenso o un tacito assenso al governo, ma senza adesione attiva e positiva, come un accettare la situazione esistente perché non si intravedono alternative né vie d’uscita”
Es2 (La stoccata): “Il discorso naturalmente non riguarda solo la Meloni ma si estende alla politica in generale; anzi bisogna dire che la “fortuna” della Meloni, che spiega in parte la persistenza del suo alto consenso nel paese, è il paragone vincente con i suoi avversari (e anche, vorrei aggiungere, con i suoi competitori interni o alleati). Obiettivamente Elly Schlein è una polizza per la Meloni, ma anche Giuseppe Conte, che pure si sta muovendo meglio della segretaria del Pd, non riesce a catalizzare grandi consensi.”
In buona sostanza la perdita di consensi viene diluito e sminuito nella disaffezione generale e non per la disillusione per l’operato di questo governo.
Capisci a me?
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I giornali costano e fanno pure schifo mentre in rete si può,se si capaci di farlo, informarsi per bene con modica spesa,leggendo di tutto e di più…persino un Veneziani qualsiasi per sapere come la pensano quelli che non sono fatti come te. Ecco perché i giornali si leggono sempre di meno.Semplice no ?
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Perché chiudono pure le pescherie e la richiesta di fogli di giornali per incartare totani cala drasticamente 🤔
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“Stavolta invece il calo è generale e si accanisce con i giornali più ostili al governo Meloni” e certo, con quelli meloniani il calo si è già accanito prima..
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Sì, però calma Veneziani! Lo vedi perché il “giornalismo” fa schifo, oggi, in italia – e non solo sui “giornaloni”, ma pure sulle “riviste” e “rotocalchi”? A legger le tue parole pare che sia colpa degli “altri”, se “anche” la Melona perde pezzi. Ma non mi pare che sia proprio così. Lei è la prima causa dello sfacelo, anche e segnatamente verso sé stessa. Per come si comporta nell’ambiente istituzionale (meno peggio del m4fi0s0 di Hardcore, certo, ma pur sempre alla Q-lo per la buzzurra che è) e lo stesso soprattutto si dica per i cialtroni che s’è scelta, familiari o meno alla fine pari sono, per seder accanto alla “il” presidente del(lo S)consiglio stra-pagati per ivi sedersi e ruttare bojate quotidiane.
Pare insomma che sia solo colpa di tutta una serie di incredibili sfortunati eventi, ma la caciottara del mercato rionale ci mette del proprio. E ce ne mette moltissimo esattamente come la stampa che tu, come minimo, rappresenti nella sua scarsissima grottesca “forza”. Parliamoci chiaro, su!
Senza dimenticare che poi questa perdita di speranza nel futuro sia in atto già da svariati decenni – col risultato che poi nessuno va più a votare e taaac! Eccallà, la buzzurra in tutto il suo fulgore, arrivata alla vetta pur partendo dal basso del suo poco-percento! – non solo per colpa di una politica dissociata criminale, ma anche di giornalisti (diciamo così) come te! Che oggi siete in troppi e fate discorsi talmente assurdi che le cose le cambiate voi per primi secondo come vi garba, raccontando quel che vi pare, o pare ai vostri boss, da sempre a braccetto con i politici di cui sopra, che vi pagan la pagnottella a fine mese, a loro volta amichetti del presidente USA di turno e dei grandi industriali, oltre ovviamente alle grandi lobby, che poi son quelle che DAVVERO governano il mondo. Te quando scrivi non inventi nulla: passi solo parola! Taci che è meglio!
Sulla “perdita di fiducia”, mah, io personalmente ho iniziato a disperare già alla fine degli anni 80 (nell’ottantotto avevo vent’anni), e certamente ho disperato all’arrivo del bavoso MdF qualche annetto dopo, nel pieno degli anni 90, che sulle fiancate degli autobus urbani si vedevano i poster col bambino e la parola “fozza itaia” che nessuno capiva cosa significassero né perché erano messi lì. Poi s’è capito. Vai, vai, tempo dopo, ma s’è capito benissimo. Bella fregatura ‘sto paese da barzelletta. Che ripeto, anche gente proprio come te provvede a far rimanere così com’è, ove non a peggiorarlo sistematicamente giorno dopo giorno. Fan-Q-lo và!
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