LE TAPPE “ELETTORALI” DEL MINISTRO – Salasso per 4 eventi già spesi quasi 200 mila

(DI LORENZO GIARELLI – ilfattoquotidiano.it) – Fare il ministro e il leader di partito può essere impegnativo. Ma talvolta capitano dei colpi di fortuna: domani Matteo Salvini sarà a Cagliari a magnificare “L’Italia dei sì”, come da convegno organizzato dal suo dicastero dei Trasporti, a un mese esatto dal voto per le Regionali in Sardegna e dunque in piena campagna elettorale.

Le coincidenze, insomma, sorridono al leghista che in questo modo può sfruttare un evento istituzionale (è organizzato e quindi pagato da enti pubblici) per elogiare la sua attività al ministero e illustrare i progetti in cantiere. Cioè quel che Salvini ha già fatto nelle precedenti tappe del tour “L’Italia dei sì”, per il quale il leader leghista sceglie adesso una città in clima da voto.

A ben guardare, non è una novità: a ottobre, il vicepremier aveva inaugurato l’evento itinerante con due tappe a Trento e a Bolzano, pure in quel caso a sole tre settimane dalle elezioni provinciali. Un mese più tardi, il 17 novembre, Salvini si era spostato a Bari (che andrà al voto nel 2024) e poi, sotto Natale, a Milano. Il format del convegno è ormai consolidato. Salvini si arma di slide e parla per un’ora abbondante di fronte a una platea composta in gran parte da cariche istituzionali, imprenditori e manager. Gli argomenti sono intuibili, visto che il leghista sciorina i risultati del suo lavoro talvolta con enfasi un tantino esagerata, come quando a Milano – peraltro ospite in uno spazio gestito da Arexpo, guidata dal leghista Igor De Biasio – elogiò il nuovo Codice della strada per aver ridotto gli incidenti, i morti e i feriti nonostante non sia stato ancora neanche approvato (“anche solo il parlarne qualche risultato lo sta portando”).

Va da sé che il tutto non è a cura della Lega, ma del ministero dei Trasporti affiancato di volta in volta da altri soggetti. Per esempio da Ram – Logistica Infrastrutture e Trasporti, una società interamente controllata dal ministero di Salvini e il cui amministratore unico è un leghista doc come Davide Bordoni. Proprio Bordoni finora ha firmato due delibere di affidamento diretto alla società BePop “per il servizio di organizzazione” delle quattro tappe de “L’Italia dei sì”. Il primo affidamento riguarda i convegni di Trento e Bolzano e “pesa” 58 mila euro più Iva. Il secondo, relativo agli appuntamenti di Bari e Milano, vale invece 68 mila euro più Iva. Non solo. Per l’evento di Bari si è mossa anche l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Meridionale, l’ente pubblico che gestisce l’area in cui si è svolta la messa laica salviniana. Per assicurarsi “servizi audiovisivi” e per il catering, l’Autorità ha firmato affidamenti diretti per quasi 24 mila euro più Iva.

Già solo il conto parziale di queste spese restituisce perciò esborsi di circa 150 mila euro più Iva. Una cifra che sarebbe un salasso per ogni partito, Lega inclusa naturalmente. Molto meglio quindi “appaltare” i costi all’esterno, a maggior ragione se il risultato non si discosta molto da un evento elettorale.

Dalla poltrona del ministero tutto è più facile e avere memoria dei precedenti aiuta a prendere decisioni efficaci. Già nel 2019 la Procura di Roma aprì un’inchiesta dopo che Repubblica aveva notato decine di sovrapposizioni tra gli eventi istituzionali di Salvini e la sua agenda politica: un comizio nella stessa città di una missione ministeriale; una visita ufficiale tra un banchetto leghista e l’altro. Con la conseguenza che il vicepremier si era potuto spostare con voli di Stato, pur presenziando poi a impegni di partito. Dopo un anno e mezzo, la stessa Procura aveva però chiesto di archiviare tutto perché le spese sostenute non sembravano essere “palesemente superiori a quelle che l’amministrazione dell’Interno avrebbe sopportato per il legittimo utilizzo di voli di linea da parte del ministro e di tutto il personale trasportato”. Nessun illecito, quindi. Restano le bizzarre coincidenze.