
(Dott. Paolo Caruso) – Con il voto degli emendamenti all’articolo 1 del ddl Nordio, concluso in senato il 10 gennaio scorso, arriva il via libera all’abrogazione del reato di “Abuso d’ufficio”. Un vero successo del governo per la scelta voluta da tutta la maggioranza e dalla sua ruota di scorta, Italia Viva. La paventata abrogazione dell’abuso d’ufficio inficia il microsistema corruttivo, lo depotenzia e smantella l’avamposto, insieme al traffico di influenze illecite, il delitto spia delle figure di corruzione in senso stretto. I delitti di abuso d’ufficio e di traffico di influenze sono veri e propri perni del sottosistema di lotta alla corruzione presenti nella legislazione penale pressoché di tutti i Paesi della UE. Uno dei pochi casi in Europa quello dell’Italia Meloniana, culla da tempo del malaffare, in cui si abbassano i controlli e viene meno la soglia di vigilanza alle ingenti somme del PNRR. Si tratta di una norma totalmente strumentale e ideologica, un vero danno che va contro la direttiva europea e che probabilmente l’Italia dovrà rivedere totalmente. I partiti di governo e del terzo polo tra l’altro sulla spinta dell’abrogazione dell’abuso d’ufficio tenderebbero a cambiare la “legge Severino”, ridando la possibilità a noti pregiudicati della politica di sedere nello scanno dei due rami del parlamento. Un vero Paese di Bengodi, dove la Meloni e il suo governo lontana anni luce da quella destra illuminata e moralizzatrice che diede nel secolo scorso insieme alle forze di sinistra e a tanti cittadini onesti la spallata definitiva ai partiti corrotti della cosiddetta prima repubblica, resta ancorata al passato recente, alle leggi ad personam dei governi Berlusconi di cui essa stessa era parte attiva, alla mancanza di una legge sul conflitto di interessi, e alle leggi della “schiforma” Cartabia che rappresentano i tasselli di una nuova e scellerata stagione di riforme. Ora infatti il Ministro della giustizia Nordio continua l’opera demolitrice intrapresa dal suo predecessore e dal governo Draghi con l’abolizione del reato di abuso d’ufficio, portando ancora avanti il progetto della limitazione delle intercettazioni ambientali, telefoniche e del trojan. Un vero e proprio paracadute per i cosiddetti colletti bianchi e i tanti politici che attraversano sempre più spesso l’universo oscuro della corruzione. Una destra che fin dall’ insediamento ha mostrato il vero volto dell’ipocrisia, gettando la maschera della menzogna elettorale con le sue false promesse, e delineando confusamente la strategia conservatrice del governo. Un Paese sempre più chiuso con un governo a impronta familiarista, dove le lobby, i parenti, gli amici fidati e “gli amici degli amici” tendono a rappresentare il nuovo tessuto sociale. Un governo di destra che dimenticando il sociale e il riequilibrio economico tra nord e sud del Paese riafferma a più di un anno dal suo insediamento l’incapacità della sua classe politica. La destra dei “miracoli” è venuta allo scoperto con il volto bieco della restaurazione, mostrando all’Europa intera le sue fragilità e la voglia di cavalcare l’onda del garantismo più viscerale in un momento in cui sono a rischio i miliardi del PNRR, affrontando infine con approssimazione e superficialità le complesse sfide del momento.