Pozzolo potrebbe essere espulso in via definitiva dai probiviri

(DI FLAVIA PERINA – lastampa.it) – È arrivato anche per Giorgia Meloni il momento “punirne uno per educarne cento”. L’uno è l’onorevole Emanuele Pozzolo, il pistolero del veglione: sospeso dal partito e deferito ai probiviri, cioè l’organismo disciplinare di FdI che potrebbe pure espellerlo in via definitiva. L’annuncio è stato forse il passaggio più sincero e personale della fluviale conferenza stampa di ieri, quello in cui la premier ha mostrato anche col linguaggio del corpo un accenno di autentico sconforto. «Sicuramente non sono disposta a fare questa vita, con la responsabilità che ho sulle spalle, se le persone che sono accanto a me non capiscono quella responsabilità». È un messaggio rivolto alla sua intera classe dirigente e anche una sconfessione della linea minimizzante con la quale sono stati finora gestiti gli atti di infantilismo, arroganza, stupidità politica che ci hanno fatto un po’ ridere e molto arrabbiare nel 2023.

C’è un limite pure alla fedeltà alla tribù, dice Meloni ai suoi. Quel limite non va cercato tanto in astratti ragionamenti politici quanto nella sua personale indisponibilità a tirare la carretta mentre altri si lasciano andare all’ebbrezza del potere conquistato. Le condotte dei tempi dell’opposizione vanno messe in cantina e chi non lo ha capito è avvisato: non può più esserci «una che si assume tutta quanta la responsabilità e qualcun altro che pensa di non doverlo fare». Un concetto già espresso in passato in occasione di scivoloni politici come la bocciatura del Def o le ipotesi di abolizione del concorso esterno nei reati mafiosi, ma sempre in modo generico, mai riferito a nomi, cognomi, fatti specifici.

Le parole della premier contraddicono in pieno la linea sul caso Pozzolo scelta da Fratelli d’Italia nel primo comunicato dopo lo sparo di Capodanno, quando una nota aveva definito l’incidente un evento di cronaca senza alcun rilievo politico. Altro che irrilevanza. Meloni ha usato il caso per interrompere il format difensivo “i nostri non si toccano” che è finora valso per ogni dichiarazione sgangherata e ogni atto inconsulto, dalle mail mussoliniane ai dirigenti di Claudio Anastasio al treno ad personam di Francesco Lollobrigida, dalle battute ministeriali sull’umiliazione degli studenti o sulle colpe dei profughi di Cutro fino ai casi anche giudiziari di Daniela Santanché e Andrea Delmastro. In ognuna di queste circostanze la premier ha taciuto e FdI ha scelto di fare quadrato denunciando gli eccessi di indignazione dell’opposizione, ma dopo 13 mesi di governo – a quanto sembra – la musica è cambiata.

Certo, Pozzolo è il più piccolo nel cortile degli intemperanti e dei balenghi. Uno già cacciato dalla vecchia An e poi pure dalla Lega, approdato in Parlamento per qualche amicizia di territorio che ora tutti i diretti interessati rinnegano. Ma è anche il più sconsiderato del club, il caso-limite che ha fatto tracimare gli interrogativi sulla qualità della classe dirigente della destra e sulla possibilità di traghettarla da un ventennio di opposizione populista alle modalità più mature e sorvegliate di un grande partito di governo. Senza un altolà a Pozzolo, uno che tira fuori la pistola a una festa con bambini, quale sarebbe stata la prossima stupidaggine, il prossimo gesto inconsulto? Meloni deve essere rabbrividita al pensiero.

Anche l’espressione scelta dalla premier per esprimere il suo disagio, quel «non sono disposta a fare questa vita», rivela uno stato d’animo diverso dalla consueta baldanza. Segnala un senso di stanchezza e solitudine anche in casa sua, è il tipo di frase che abbiamo sentito ripetere da tante madri e da tante mogli indispettite per i capricci dei figli o l’inconcludenza dei mariti. E magari Meloni sarà pure “l’uomo dell’anno”, come ha titolato qualche giorno fa un quotidiano a lei vicino, ma mai come in quel passaggio è sembrata tutt’altro: una donna malripagata dalla sua famiglia politica delle enormi fatiche che affronta ogni giorno e delle enormi fortune che con il suo lavoro ha distribuito tra tutti.