
(dott. Paolo Caruso) – Buon compleanno! Ha cambiato gli Italiani culturalmente e nelle abitudini. Li ha anche omologati. Quel 3 gennaio 1954 la videro per la primma volta con stupore, come la sorpresa per bambini. Sostituì da subito il camino o il braciere attorno al quale si stava la sera di inverno a convivialità. Aggregava i vicini di casa, perché era solo la signora della porta accanto che se la poteva permettere e tutti i vicini con le sedie a corredo si chiedeva ospitalità per guardare, la sera, quel programma che interessava: “Rischiatutto” il giovedì con Mike Bongiorno o “Campanile sera” con “Tortora, o” il Musichiere” con l’eccellente quanto sfortunato Mario Riva, o assistere alle serie com “l’Isola del Tesoro” di Dickens. Non ci si preoccupava se si creava disturbo alla privacy del vicino, anche perché spesso si era parenti. Poi i prezzi dell’apparecchio divennero popolari e facendo compagnia al necessario frigorifero. Senza disconoscere i meriti a Guglielmo Marconi, inventore della Radio, la Televisione diventava più intrigante: c’era lo spettacolo. Ricordo le Commedie d’autori come Pirandello o di Eduardo De Filippo, del martedì, che spesso nelle sere d’estate si guardavano con le sedie dal marciapiede, e la televisione a fare cucù dalla persiana del pianterreno. Stava cambiando l’Italia, uniformando il Nord, il Centro e il Sud, isole comprese. Così si facevano i primi passi per la globalizzazione. In tempo reale assistemmo al corteo dei tremilacinquecento vescovi, paludati, mentre l’11 ottobre 1962 entravano in san Pietro per inaugurare il Concilio Vaticano II. Seguimmo in diretta i funerali del papa buono, Giovanni XXIII, e qualche mese dopo quelli di J. F. Kennedy ucciso a Dallas il 22 novembre 1963. Poi i movimenti studenteschi del ’68 e il terremoto del Belice. La Televisione ci incollò allo schermo la notte del 21 luglio 1969, quando la prima orma umana, quella di Armstrong, si impresse sul suolo lunare. E poi gli infiniti spettacoli di Varietà settimanali, consacravano il Sabato sera, e le dirette di calcio, non più ascoltate alle radioline. E i grandi uomini di spettacolo, Renzo Arbore, Boncompagni, spesso con programmi frivoli ma efficaci ad alleggerire leSanremo tensioni. E che dire del “Carosello”, buono per i bambini, destinati subito a nanna, o dello “Zecchino d’oro” che non meno di Sanremo attraeva. Insomma era “Mamma Rai” , che ormai nutriva culturalmente gli Italiani, che fino agli anni Ottanta la accettarono in bianco e nero, mentre quella a colori prese comprensibilmente il sopravvento. La prima volta che la vidi policroma fu per la serie del film “Gesù di Nazareth”. Non c’era confronto. Quella volta era stata prestata, la volemmo tutta per noi. Insomma, dire Grazie all’inventore, se non sono stati più di uno. La televisione, come la radio e il telefono, hanno aiutato gli uomini a vincere i due limiti, irriducibili per il filosofo Aristotele: lo spazio e il tempo. Ormai si conosce tutto in tempo reale, e il pianeta Terra è diventato un Villaggio, grazie anche alla RAI.
Mah, tolto qualcosa negli anni 60 e 70, fors’anche 80, la RAI rimane una schifezza tipica italiana. Una macchina mangiasoldi da un lato e Bancomat dall’altro. Il classico carrozzone per sistemare amici e parenti e blindarli nel servizio pubblico più mediocre e m4f10s0 che ci sia, quel fantastico posto chiamato bengodi, dove poi perfino alte dirigenze e giornalettisti vari han iniziato il proprio cammino verso il sol dell’avvenire, riuscendo poi fondamentalmente ad andar in quel posto a tutti gli altri. Una a caso, ma proprio a caso, eh?, la Gruber, che non so voi, ma a me quando quella sciroccata coi tacchi a spillo inizia a ragionare (?!) di “giornalismo d’inchiesta” ritenendosi automagicamente una delle più grandi (se non LA più grande) paladina di quella disciplina, mi fa venire esenzialmente il vomito. Perché mi ricordo che se ne sia pure stata seduta a lungo ai banchi dell’Eurparlamento sotto la bandiera nientemeno che del PD. Hai capito, la str0nz4… Bella vita, eh?
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Tutto per dire che “Buon compleanno!” a questa azienda para-statale di m3rd4 non glielo dico proprio! Anzi, se ne vada proprio in Q-lo!
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