
(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Sul finire dell’anno è giusto e doveroso rendere omaggio agli esperti della grande politica e della grande stampa italiane, che sulla guerra in Ucraina non hanno mai sbagliato un colpo, anzi hanno dato prova di un’intrepida e insospettata indipendenza dalle veline targate Usa, Nato e Kiev, basando le scelte, le cronache, le analisi e i […]
30 DICEMBRE 2023
Sul finire dell’anno è giusto e doveroso rendere omaggio agli esperti della grande politica e della grande stampa italiane, che sulla guerra in Ucraina non hanno mai sbagliato un colpo, anzi hanno dato prova di un’intrepida e insospettata indipendenza dalle veline targate Usa, Nato e Kiev, basando le scelte, le cronache, le analisi e i commenti esclusivamente sulla realtà nuda e cruda riscontrata sul campo. Mica come noi “putiniani”.
Default russo. “La Russia andrà in default entro qualche giorno” (Enrico Letta, segretario Pd, 9.3.2022).
“L’impatto delle sanzioni è clamoroso… La Russia è quasi in default” (Luigi Di Maio, ministro M5S degli Esteri, 12.3).
“Mosca è in default (ma solo tra un mese)” (Giornale, 17.3).
“Il rublo non vale più nulla” (Mario Deaglio, Stampa, 1.3).
“Il default russo ora è a un passo” (Repubblica, 7.4).
“Russia verso il default” (Stampa, 7.4).
“Mosca, crac vicino” (Giornale, 7.4).
“Mosca è più vicina al default” (Messaggero, 7.4).
“Per la Russia è default” (Stampa, 11.4).
“Il massimo impatto delle sanzioni alla Russia sarà in estate” (Mario Draghi, presidente del Consiglio, 31.5). Ma non specifica l’anno e il Paese.
“Le sanzioni avranno un effetto devastante” (Paolo Gentiloni, commissario Ue Economia, 4.6).
Putin morente. “Putin è impazzito, gli resta un anno o forse tre” (Mikhail Khodorkovsky, dissidente, Cnn, 5.4)
“Malato? Invecchiato? Sofferente? Intaccato dalla morte… Uccide i suoi figli due volte” (Massimo Recalcati, Stampa, 6.4).
“Ha un tumore del sangue” (New Lines, 13.5)
“Sta morendo di cancro all’intestino” (Daily Star e Daily Telegraph, 7.3).
“Putin ha un tumore alla tiroide e lo cura facendo il bagno nel sangue estratto da corna mozzate di cervo” ( Proekt, quotidiano indipendente russo, 2.4).
“Cura il cancro con i clisteri” (Libero, 2.4).
“Il gonfiore del viso, il problema a una gamba, la fatica a muovere un braccio e il lungo isolamento fisico” (Paolo Mastrolilli, Repubblica, 8.3).
“Gonfiore e scatti d’ira. Sono i farmaci e gli steroidi per il tumore” (Vittorio Sabadin, Messaggero, 14.3).
“Demenza senile o Parkinson” (Stampa, 13.3).
“Problemi alla colonna vertebrale per pregressi traumi sportivi, o una neoplasia al midollo spinale compatibile con difficoltà̀ deambulatorie e irrequietezze posturali… down depressivo ed esaltazione maniacale” (Sandro Modeo, Corriere della sera, 8.3).
“Può anche essere il diabete” (Giornale, 2.4).
“William Burns, capo della Cia: “Putin sembra fin troppo sano” (Rep, 22.7). Pazienza, è andata così.
“Putin è morto? Secondo Zelensky, ‘non è sicuro che sia ancora vivo’. Potrebbe essere una sua controfigura quello che compare sugli schermi” (Messaggero, 19.1.23)
Russia sconfitta. “Putin isolato e in un vicolo cieco” (Maurizio Molinari, Rep, 27.3.22).
“Lo Zar è furioso: gli ucraini stanno umiliando le forze russe” (Margelletti, Stampa, 28.2)
“L’armata rotta dello Zar” (Stampa, 12.3).
“Comunque vada, il fallimento della Russia è già evidente” (Dario Fabbri, Domani, 15.4).
“Il Vietnam dei russi” (Giornale, 18.3).
“Gli ucraini stanno ricacciando gli invasori da dove sono venuti” (Foglio, 29.3).
“Ritirata russa” (Stampa, 30.3).
“Arrivano i nostri” (Giornale, 4.4.22).
“Mariupol non cade”, “L’acciaieria Azovstal resiste: ‘Resa impossibile’” (Rep, 19.4 e 5.5). “Ucraina sotto shock per la resa di Azovstal” (Rep, 17.5).
“L’Ue può trasformare Putin in un moscerino” (Foglio, 22.4).
“40 democrazie sono più forti della Russia. Non c’è storia, vinciamo noi” (Beppe Severgnini, Otto e mezzo, La7, 1.5).
“L’Armata Rotta di Putin” (Giornale, 7.5).
“È iniziata la disfatta militare della Russia” (Federico Rampini, Corriere, 13.5).
“Anche se prende il Donbass, Putin ha perso” (Nathalie Tocci, Stampa, 14.6).
Controffensiva d’estate. “Russi in fuga” (Corriere, 11.9).
“Disfatta russa” (Rep, 11.9).
“Kiev avanza, i russi fuggono” (Stampa, 11.9).
“Riconquista ucraina, russi in ritirata”, “Disfatta russa”, “Tracollo prevedibile” (Giornale, 11.9).
“Disfatta russa” (Domani, 11.9.22).
“Ucraini alle porte della Russia. La controffensiva raggiunge il confine” (Rep, 12.9).
“Caporetto russa a Nord-Est” (Giornale, 12.9.22).
“L’Ucraina le sta dando di santa ragione al colosso russo” (Giuliano Ferrara, Foglio, 13.9.22).
“Putin è sorpreso dalla controffensiva ucraina, sconvolto per la Caporetto dell’esercito… come il topo in trappola” (Gianni Riotta, Rep, 22.9.22).
“L’Afghanistan di Putin” (Foglio, 22.9.22).
“Se Putin usa l’atomica è perché ha perso” (Stampa, 11.10). Ah beh, allora che si sbrighi.
“La grande ritirata russa. Svolta nella guerra” (Rep, 10.11.22). La controffensiva estate-autunno non scalfisce il controllo russo sulle regioni prese a febbraio-marzo: Donetsk, Lugansk, Kherson e Zhaporizhzha (più la Crimea annessa nel 2014). Ma mai disperare.
“Putin sta finendo i russi” (Libero, 21.10).
“Ai russi mancano anche le divise per i soldati” (Giornale, 23.11).
“Mosca avrebbe missili per altri tre attacchi su larga scala” (Libero, 2.1.23).
“L’Ucraina vincerà. Russia anno zero. Come la Germania nel 1945” (Bernard-Henri Lévy, Rep, 6.1).
“Putin sta finendo i missili e non può produrne altri” (Messaggero, 9.1).
Assedio a Bakhmut
“Bakhmut resiste ai russi, Zelensky: È il nostro muro vivente” (Messaggero, 16.2).
“Bakhmut non può cadere” (Lorenzo Cremonesi, Corriere, 11.3).
“Salvare Bakhmut, inviare dal cielo gli angeli sterminatori” (Ferrara, Foglio, 15.3).
“Bakhmut, avanzata di Azov” (Messaggero, 11.5).
“Gli ucraini avanzano a Bakhmut” (Corriere, 19.5). Poi purtroppo cade pure Bakhmut.
“Bakhmut perde appeal” (manifesto, 31.3).
“Bakhmut è caduta, ma rischia di rivelarsi un inutile trofeo di Putin” (Raineri, Repubblica, 21.5).
“Bakhmut ai russi, ma non possono spostarsi e Zelensky dice: sono solo macerie” (Corriere, 21.5).
“Bakhmut è una trappola? Per i russi la conquista può essere uno svantaggio” (Corriere, 22.5). Ecco: li han lasciati vincere per fregarli meglio. E poi l’uva era acerba.
Controffensiva di primavera
“In Crimea le forze ucraine si preparano all’offensiva per chiudere il conflitto entro la primavera” (Ansa, 19.11.22).
“I russi si bombardano da soli” (Corriere, 22.4.23).
“Kiev avanza sul Dnipro: prove di controffensiva” (Messaggero, 24.4).
“Kiev avanza nella regione di Kherson. Prove di controffensiva” (Stampa, 24.4).
“Via alla controffensiva. Mosca è spalle al muro” (Giornale, 24.4). Ma sono solo le prove o è partita?
“Forze russe impreparate. Kiev: l’Est nostro in 3-6 mesi” (Messaggero, 28.4).
“Controffensiva entro il 15 maggio” (Verità, 30.4). Ah, non è partita.
“La controffensiva fa paura e i soldati russi scappano” (, 1.5). Prim’ancora che parta.
“Ecatombe russa” (Stampa, 3.5).
“Dal 20 maggio le condizioni per la controffensiva” (Rep, 7.5). Ma non era entro il 15?
“Kiev frena gli alleati sulla controffensiva: ‘Non dovete aspettarvi troppo da noi’” (Corriere, 8.5). Basta saperlo.
“Kiev, contrattacco a Bakhmut” (Corriere, 11.5). Ah, è già partita.
“Kiev ha iniziato la fase uno della controffensiva” (Rep, 11.5).
“Zelensky: ‘La controffensiva? Non adesso’” (Verità, 12.5). Era la fase zero.
“I soldati ucraini parlano di ‘controffensiva difensiva’” (Corriere, 14.5). La offensiva che arretra.
“Offensiva a tutto campo. ‘Arriveremo a Mosca’” (Stampa, 25.5).
“Putin vivo o morto” (Stampa, 26.5).
“La controffensiva c’è, ma a pezzettini” (Libero, 26.5). Perciò non si vede.
“Pronti alla controffensiva” (Stampa, 28.5). Ma non era già partita una dozzina di volte?
“Il dopo Putin è vicino” (Carlo Pelanda, Libero, 28.5).
“L’offensiva di Zelensky: ‘Pronti a liberare i territori occupati’” (Stampa, 4.6). Ci siamo quasi.
“L’ora dell’attacco”, “È il D-Day di Zelensky” (Rep, 6.6).6). Dài che ci siamo.
“Prove generali di controffensiva” (Corriere, 6.6). E niente, era una finta.
“Kiev: partita l’offensiva” (Messaggero, 9.6). “Controffensiva ucraina” (Stampa, 9.6). No, è vera.
“Le avanguardie di Kiev oltre la prima linea russa” (Rep, 10.6).
“Il cuneo degli ucraini tra le armate di Mosca. Kiev riprende 4 villaggi” (Repubblica, 12.6).
“Gli ucraini più agili, 3 villaggi liberati” (Corriere, 12.6). Ma non erano 4? Facciamo buon peso.
“Controffensiva in pausa” (Giornale, 20.6). “Stop di 7 giorni” (Messaggero, 20.6). Sarà la settimana bianca estiva.
“Zelensky ammette: ‘La controffensiva procede a rilento’” (Domani, 22.6).
“La controffensiva senza testimoni” (Rep, 22.6). Clandestina.
“Il Fattore Zeta: l’omino in maglione militare. Zelensky, comandante in capo della resistenza, protagonista del vertice Nato” (Goffredo Buccini, Corriere, 22.6).
“Stallo, allarme di Washington: ‘Le forze ucraine male su tutti i fronti’” (Stampa, 24.6). “L’esercito di Kiev: la vera controffensiva deve ancora iniziare” (manifesto, 24.6). Che avevate capito.
Il golpe. “Prigozhin: sfida a Putin”, “Uno Zar più debole” (Corriere, 25.6). “Il leader russo mai così a rischio: ora il suo potere può sgretolarsi” (Rep, 25.6). “La sfida di Vladimir è per la sopravvivenza” (Giornale, 25.6). “La debolezza dello Zar” (Molinari, Rep, 25.6). “La Russia si sbriciola. Orsini, Santoro, Di Battista e Travaglio non avevano capito un tubo” (Sallusti, Libero, 25.6). “La marcia su Mosca è appena all’inizio” (Foglio, 27.6).
“La Russia fallita di Putin” (Parsi, Foglio, 26.6).
“Putin come Nicola, l’ultimo degli zar” (Tocci, Stampa, 26.6).
“La fine della propaganda su Putin invincibile” (Luciano Fontana, Corriere, 26.6).
“Al nuovo Putin non crede nessuno. Sempre più commentatori parlano di un sosia” (Anna Zafesova, Stampa, 2.7). È rimorto Putin. Poi invece muore Prigozhin.
“Nona Mikhelidze: ‘La morte di Prigozhin costerà cara a Putin, o la paga o sarà il Terrore e verserà altro sangue’” (Libero, 28.8).
Controffensiva d’estate. “La controffensiva avanza. Primi militari di Kiev oltre il ponte sul Dnepr” (Rep, 27.6).
“Per lo zar è l’inizio della fine” (Rep, 28.6).
“Attacchi su tutti i fronti: così Kiev logora i russi”, “L’élite mollerà Putin anatra zoppa. Occhio alle prossime elezioni” (Rep, 3.7).
“Bakhmut circondata, russi intrappolati” (Corriere, 11.7).
“La Nato vince ancora contro Putin”, “Altra brutta giornata per gli utili idioti del putinismo” (rag. Cerasa, Foglio, 12.7).
“Biden: Putin ha già perso” (Corriere, 14.7).
“La controffensiva ora va a piedi” (Foglio, 20.7).
“Le mosse disperate dello Zar all’angolo” (Giornale, 23.7)
“Parsi: ‘Kiev vincerà. Controffensiva prudente. Kiev è più solida della Russia’” (Libero, 24.7).
“L’Ucraina ha annunciato la liberazione del villaggio di Staromayorskoye. È importante… Girkin disse che, in caso di conquista di Staromayorskoye, si apriva lo scenario peggiore per i russi a sud” (Jacopo Iacoboni, Twitter, 27.7). Mai più senza Staromayorskoye.
“Mosca teme il tracollo: ‘L’artiglieria non ce la fa’” (Rep, 28.7).
“Spinta massima di Kiev” (Giornale, 28.7).
“Kiev ‘sfonda’ la prima linea. Saltata la prima delle tre cortine Surovkin verso Zaporizhzhia e Crimea” (Giornale, 29.7).
“I cecchini hi-tech di Kyiv. Le forze ucraine passano alla controffensiva elettronica” (Foglio, 10.8).
“Petraeus: ‘La controffensiva è solo all’inizio. Putin capirà che non può vincere’” (Stampa, 14.8).
“Offensiva fallita. Per l’intelligence Usa non raggiungerà l’obiettivo” (Stampa, 19.8). Ma in Italia non si bada a certe quisquilie.
“Putin isolato anche dagli amici resta nel suo bunker russo” (Zafesova, Stampa, 23.8).
“Lo zampino della Nato dietro i successi di Kiev” (Libero, 27.8).
“‘In trincea con i lupi’. Così i soldati ucraini avanzano sul fronte Sud” (Rep, 27.8).
“Gli ucraini avanzano: ‘Superata la linea russa a Sud’. Ora puntano al mare, così isolerebbero la Crimea dalla Russia” (Rep, 28.8).
“Perché la controffensiva di Kyiv potrebbe ancora sorprendere critici e pessimisti” (Foglio, 28.8).
“Per la Crimea tutto dritto” (Foglio, 29.8).
“Kiev avanza oltre il Dnipro” (Stampa, 30.8).
“Il prossimo golpe. I soldati russi non combattono, le difese sono bucate”, “L’economia russa: un colabrodo” (Foglio, 31.8).
“Kiev avanza ancora. Lo Zar è nervoso. Gli Usa: ‘Notevoli successi’” (Libero, 2.9).
“Kiev, grande avanzata a Sud: ‘Ko la linea di difesa russa’” (Messaggero, 4.9).
“Stoltenberg: ‘La controffensiva avanza di 100 metri al giorno’” (Ansa, 7.9). Quindi nel 3023 dovremmo essere a buon punto.
“Quei 100 metri al giorno degli ucraini. Ma possono sfondare in 4 mesi” (Corriere, 9.9).
“L’offensiva senza limiti di Kiev: ‘Può durare fino all’inverno’” (Domani, 12.9).
“Controffensiva mai avvenuta” (Lucia Annnziata, Stampa, 13.9).
“La controffensiva da lontano è il metodo meno sanguinoso per ottenere lo stesso risultato: isolare la Crimea e liberare il Sud” (Foglio, 14.9).
“Kiev sfonda la linea Surovkin nel Sud” (Corriere, 23.9).
“Assalto alla Crimea. Sfondata la linea di Mosca a Sud: ‘Arriviamo’” (Stampa, 23.9).
“L’analisi militare. La Russia è in trappola: può cadere prima del voto Usa. Prigozhin è stata la prima crepa all’interno del blocco russo, che alla fine potrebbe implodere di colpo” (Antonella Scott, Sole 24 ore, 28.9).
“Kiev, svolta offensiva” (Giornale, 18.10).
“L’ingiusta solitudine di Zelensky” (Paolo Mieli, Corriere, 20.11)
“La controffensiva è fallita. Kiev s’arrocca in difesa e blinda i confini” (Rep, 3.12). “Putin sta vincendo?” (Corriere, 3.12). Ma non mi dire.
“Perché adesso in Ucraina rischia di vincere Putin” (Tocci, Stampa, 8.12).
“Zelensky va portato al tavolo a trattare. Per il bene dell’Ucraina servono concessioni” (Augusto Minzolini, Giornale, 8.12).
“Tempo, petrolio e Hamas. La ricetta con cui Putin ci ha messo in saccoccia” (Libero, 8.12).
“Ucraina, la Russia lancia la manovra a tenaglia: offensiva verso Avdiivka” (Rep, 13.12).
“Un vincitore nel 2023? Putin, ahinoi” (Rampini, Corriere, 25.12).
“Washington cambia le priorità a Kiev: ‘Adesso l’importante è solo difendersi’” (Verità, 28.12).
Risultato finale della controffensiva primavera-estate secondo il New York Times: in 9 mesi di scontri sanguinosi, i russi sulla difensiva hanno guadagnato 510 kmq a Nord-Est; e gli ucraini all’offensiva appena 385 a Sud. Mosca continua a controllare quattro regioni (il 18% del territorio) più la Crimea: 135mila kmq, l’equivalente di mezza Italia. Kiev ha riconquistato 1/350 dei territori occupati: il corrispettivo della provincia di Prato, la seconda più piccola d’Italia. Il tutto al prezzo di 250 miliardi di dollari tra fondi e armi forniti da Usa, Ue e Regno Unito; e soprattutto 100 mila vittime ucraine tra morti e mutilati dall’inizio del 2022, in aggiunta agli almeno 400 mila caduti sui due fronti nel primo anno e agli 8-10 milioni di profughi ucraini su una popolazione di 44. L’Ucraina, economicamente già fallita prima della guerra, richiederà dai 500 ai mille miliardi di dollari per essere ricostruita. Ma intanto continua a essere distrutta dalla guerra e a spendere ogni mese 10 miliardi (nostri) per proseguirla: quasi il doppio di ciò che spende la Russia, che però ci guadagna pure: il suo Pil è stimato in crescita dell’1,5% nel 2024 e del 2% nel 2025, contro lo 0,5% e all’1,2% della zona euro. Una grande vittoria per l’Occidente, per la Nato, per l’Europa e soprattutto per il giornalismo italiano.
Non hanno mai sbagliato un colpo!?!🤭 Dei geni proprio!! 🙄
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Che dire?
Peccato non esistano giudici per incriminare questi giornalisti che, con le loro bugie, hanno contribuito a seminare guerra e morte.
Illusorio sperare che abbiano almeno rimorsi di coscienza.
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COME ABBATTERE IL NEMICO: SPARIRE!
“Mi ha distrutto… mi ha fatto a pezzettini ma… gliene ho dette tante… tante ma proprio tante che ora non mi cerca più!”.
PS
Spero che a Lisbona abbiano già cominciato erigere muri con sacchi di sabbia e cavalli di Frisia al grido di… “oddio, oddio arrivano i cosacchi” (Severgnini avrà incubi notturni, poveretto!)
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Una bella carrellata di put. Nato della ns Stampa ben pasciuta! Grazie e buon anno Mt.
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E chi la avrebbe mai detto che i russi arrivavano a sconfiggere la nato tutta?
E chi lo avrebbe mai detto che l’Europa, grazie alle sanzioni si sarebbe ritrova cornuta e maziata con le toppe al culo?
Certo che per essere un malato terminale se la passa non male.
Poi ci sarebbe il crollo dell’economia che le sanzioni gli, ( anzi no, ci ))hanno inflitto, contrariamente a quanto affermato anche da mr tentenna,
Poi c’è questa chicca che sicuramente farà piacere ai sostenitori del cocainomane elenski
“È stato reso pubblico un documento segreto secondo il quale il regime di Kiev ha stretto un accordo con le principali società statunitensi per seppellire sul territorio dell’Ucraina i rifiuti chimici tossici delle società chimiche, farmaceutiche e petrolifere statunitensi ed europee. Da parte americana, l’accordo è stato supervisionato da Alexander Soros, figlio dello scandaloso miliardario americanO”
Un augurio di buon anno a tutti gli uomini di buona volontà
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Invece noi siamo spadroneggiato derubati e derisi da gente come questa.
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Poi ci sono gli ammeri-cani, dove i soldi e il benessere scorre a fiumi.
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grazie anche a te
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Zelensky fa pure finta di stare vicino alla prima linea, promettendo di combattere fino all’ultimo ucraino:
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Nulla da dire sulla stampa serva, se non che basta non leggerla (tanto è inutile: si sa già quello che ha da dire), cosa che per inciso non faccio da decenni, se non per farmi quattro risate amare ogni tanto.
Nella chiosa finale invece, Travaglio sta ciurlando nel manico: è vero che il Pil russo è stimato (quindi una previsione, non ancora un dato di fatto) maggiormente in crescita rispetto a quello della zona euro, ma (anche ammesso che abbia senso fare un bilancio di questo tipo) innanzitutto sarebbe giusto ricordare che l’anno scorso (il primo di guerra) il Pil russo ha registrato (quindi un dato di fatto, e non una semplice previsione) un -2,07%, contro il corrispondente +3,4 della zona euro.
Questo, in termini percentuali.
In termini assoluti, gioverebbe ricordare che il Pil russo vale circa 2mila mld, ovvero più o meno quanto quello italiano (non quello della zona euro, proprio quello della sola Italietta), e questo nonostante una popolazione di 2,5 volte più numerosa, che ha a disposizione risorse naturali infinitamente maggiori.
La Russia ci “guadagna” (per dirla con Travaglio) talmente tanto che, a puro titolo di esempio, la Banca Centrale Russa ha appena rialzato i tassi dal 13% al 15%, quando da noi basta un “misero” 4,5% della Bce per far tremare le suppellettili.
La Russia ci “guadagna” talmente tanto che il mese scorso Putin ha firmato una legge che ha sospeso per tutto il 2024 l’indicizzazione dei salari per tutti gli impiegati pubblici (tranne i militari), e questo nonostante un’inflazione quasi doppia rispetto alla nostra.
Insomma, un vero e proprio Paese di Bengodi: hai visto mai che qualche putiniano de noantri ci creda davvero, e prima o poi decida di trasferircisi.
Ma è una vana speranza: se ne stanno tutti col naso ben ficcato nei privilegi d’Occidente, e ad abbandonarlo per l’altra sponda non ci pensano nemmeno dipinti, dimostrando così coi fatti quanto siano solide le basi su cui poggiano determinati “ragionamenti” (altrimenti detti piagnistei).
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X J.D:
”innanzitutto sarebbe giusto ricordare che l’anno scorso (il primo di guerra) il Pil russo ha registrato (quindi un dato di fatto, e non una semplice previsione) un -2,07%, contro il corrispondente +3,4 della zona euro.”
Sarebbe giusto ri-ricordare quel che dicevano delle sanzioni:
“La Russia andrà in default entro qualche giorno” (Enrico Letta, segretario Pd, 9.3.2022).
“L’impatto delle sanzioni è clamoroso… La Russia è quasi in default” (Luigi Di Maio, ministro M5S degli Esteri, 12.3).
“Mosca è in default (ma solo tra un mese)” (Giornale, 17.3).
“Il rublo non vale più nulla” (Mario Deaglio, Stampa, 1.3).
“Il default russo ora è a un passo” (Repubblica, 7.4).
”In termini assoluti, gioverebbe ricordare che il Pil russo vale circa 2mila mld, ovvero più o meno quanto quello italiano (non quello della zona euro, proprio quello della sola Italietta), e questo nonostante una popolazione di 2,5 volte più numerosa, che ha a disposizione risorse naturali infinitamente maggiori.”
Sarebbe giusto anche ricordare che il PIL russo non è intaccato da un debito pubblico che invece sta strozzando l’Italia qualsiasi cosa pensi di fare. Ma questo l’iDIOta di turno non lo sa.
Poi ci sarebbe da ridere se si va a vedere quanto è il PIL di Cuba o dell’Iran o della Siria. Però stranamente, tutti stati in piedi e forti internamente, senza padroni all’esterno.
”’La Russia ci “guadagna” (per dirla con Travaglio) talmente tanto che, a puro titolo di esempio, la Banca Centrale Russa ha appena rialzato i tassi dal 13% al 15%, quando da noi basta un “misero” 4,5% della Bce per far tremare le suppellettili.””
Magari perché la Russia ha un rapporto debito-PIL che è un quinto di quello italiano. Chissà.
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@ Mentecatto: intanto i miei sinceri complimenti, è la prima volta che vedo almeno un tentativo di argomentare da parte tua.
E’ vero che il rapporto debito/pil russo è molto migliore del nostro, ma questo semmai rappresenta un’aggravante: la realtà dei fatti è che all’atto pratico sono costretti a ricorrere ai provvedimenti che ho citato, che nessuno (almeno tra i sani di mente) potrebbe ritenere come sintomatici di quell’economia prospera, che i putiniani amano tanto dipingere.
Il punto è che secondo Travaglio la Russia, dalla guerra, “ci guadagna pure”, quando invece la realtà è che i dati del metodo da lui stesso prescelto per evidenziare tale guadagno dimostrano che finora ci ha perso, anche se in futuro le stime indicano che probabilmente ci guadagnerà (soprattutto se non cambiano le cose).
La stampa serva e interessata ne pronosticava il default? A parte che mi piacerebbe sapere chi mai ci abbia creduto (in ogni caso non certo io, ed io rispondo solo delle mie idee), ma comunque le balle della propaganda serva si cancellano con la verità, non con delle balle uguali e contrarie o con delle mezze verità, altrimenti non c’è più nessuna differenza.
Che ne pensa l’economista di turno? Tassi così alti sono tipici delle economie sane e forti? Anche i tagli ai salari pubblici?
Pensa che credevo fosse il contrario, ma io sono ignorante, non mi informo mica su “la Vertà”.
Cuba, Iran e Siria sono altri tre noti Paesi del Bengodi, per i quali vale esattamente quanto ho già detto sopra.
Una curiosità: proprio tu, che inviti sempre quelli che non la pensano come te ad andare altrove, come mai non ci hai mai fatto un pensierino? Freddoloso pure tu?
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Tutto vero quello che scrive Travaglio, purtroppo però è sempre preso dal torcicollo che gli impedisce di voltarsi dall’altra parte e poter così ricordare e scrivere in maniera altrettanto precisa cosa ha combinato il democratico dittatore ex KGB Putin in questi anni, in modo da documentarci in maniera completa su ciò che accade da quelle parti. Perché come Marco ci insegna, un conto sono i giornalai tifosi con la lingua felpata che fanno di tutto per conquistarsi fette di mercato, un altro sono quelli che ci informano e ci aiutano capire e farci una opinione corretta (come Marco ha ben fatto ad esempio sulla questione israeliana palestinese). Perché se oggi un marziano scendesse sulla terra e leggesse i suoi tantissimi articoli sulla vicenda Ucraina, saltata la solita frasetta che ogni tanto scrive dove dice che Putin è un dittatore per poi menare per il resto sulla Nato – Ucraina e sugli schifosi guerrafondai Usa ( a proposito Marco, ma grazie a chi oggi puoi mettere a frutto il tuo talento scrivendo ciò che vuoi, seppur nella nostra pseudodemocrazia a controllo UE e stelle e strisce), si chiederebbe come mai Putin non abbia ancora vinto il Nobel per la pace.
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H
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Vorrei ricordare che per i russi Putin è stata una benedizione. Quando Eltisin aveva assunto il potere , aveva svenduto le aziende statali, aveva fatto un colpo di stato chiudendo il parlamento con i carri armati, aveva creando una classe di oligarchi che si erano impossessati delle aziende statali. In quel periodo oltre 12 milioni di russi sono morti a causa della carenza alimentare. Pensavano che Putin avrebbe continuato la sua politica a favore della predazione americana. Ci basiamo sempre della visione coloniale occidentale. Per me Putin e la sua politica non sono il mio riferimento politico, anzi il contrario, però bisogna dire le cose come realmente stanno e non continuare a dire balle
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A DAVIDE E A JONNY DIO
Se hanno dato il Nobel per la pace a Obama che aumentò le truppe Usa in Iraq, potrebbero darlo anche a Putin che si è solo limitato a difendere la libertà di usare la lingua (russa!) dei loro padri agli abitanti di etnia (russa!) del Donbass e che per questo sono stati massacrati (8mila di cui 4mila cittadini indifesi in otto anni di guerra civile), particolare ben conosciuto dalle penne di bronzo di giornalai e intellettualoidi al servizio di un presidente suonato come una campana ma non per questo meno ambizioso di RI-conquiste planetarie (vedi BRICS). Per quanto mi riguarda, i due soggetti sono ambedue a livello di baldracche: vacca l’uno, tro ja l’altro. Anche se nel casus belli ha ragione il moscovita: bastava – tra l’altro – “non abbaiargli sottocasa” (papa dixit) per non scatenarlo. Mentre per la svendita dell’immenso patrimonio pubblico sovietico (al confronto quello italico sul panfilo Britannia erano solo spiccioli) i suoi rigorosi oppositori geopolitici “libertari” tacciono. Come tacciono per quel galantuomo di Assange mentre versano lacrime per quel cialtrone di Navalny, delatore filoamericano.
Putin sa a chi vendere energia per pagarsi la guerra. Siamo noi europei a ottenerla a prezzi alti (vedi inflazione/recessione) dopo il boicottaggio del gasdotto nel Baltico per mano ucraina (caxxo, oltre alle costose armi inviategli e pagate con le ns tasse abbiamo ottenuto il blocco forzato del gas russo. E Zelensky viene ancora osannato?? Italiani, stupida, serva vil razza dannata!).
Qual è la differenza tra occidente e oriente? Noi abbiamo avuto la Rivoluzione Francese, loro no! Tutti gli esami di liberalità scaturiscono da quel fatto. Libere (così sembrano) elezioni qui, e dittature in Oriente. Il resto sono chiacchiere da bar sport.
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Caro Marco, con il nuovo anno ogni volta che scriverai della guerra Ucraina/Russa prometti di fare sempre una premessa che ci ricordi chi è Putin(come se ce ne fosse bisogno…), così facendo ci risparmierai un po’ di commenti superflui che capita di leggere su questi schermi quando tratti l’ argomento. Grazie e buon anno.
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Il nervo scoperto di chi ha “tifato” contro la Russia, prevedendo e auspicando il suo fallimento sia militare che economico è evidente quando commenta un articolo come questo. Vuole fare le pulci a Travaglio ( noto putiniano…) con commenti “devianti”, assolutamente fuori contesto rispetto al “quid” dell’articolo del direttore del Fatto.
Quid che punta il dito sulle kazzate dette e scritte sui media e sui giornali del mainstream, puntualmente rivelatesi tali e spiegabili solo con l’asservimento prezzolato alle veline statunitensi, Nato e ucraine.
Tirare in ballo il Pil, l’inflazione, i redditi, la democrazia etc. non c’entra nulla col senso delle parole di Travaglio. E se la chiosa finale alludeva proprio ai dati economici previsti nel 2024 e 2025 era solo per perkulare chi nei quasi 2 anni di conflitto aveva previsto il default russo come già avvenuto.
Ad ogni modo lascio agli “intenditori” le valutazioni economiche. Io tra previsioni e fatti acclarati, stime e dati, valutazioni BCE, FMI e OCSE ( spesso divergenti), ci capisco poco.
Anche se non ci voleva un genio per sapere che l’economia russa è inferiore in valori assoluti rispetto a quella dell’UE. Ma non da ora, non da quando è iniziata la guerra. Da sempre.
Mi basta osservare dall’esterno che Putin è ancora al comando della Russia, ha occupato i territori che gli interessava gestire e difendere, il popolo russo vive più o meno come viveva prima del conflitto.
Al contrario l’Ucraina è distrutta economicamente oltre che per parte del suo territorio. E l’Europa non ha grandi prospettive future.
P.s. Io da “putiniano” convinto, estimatore del popolo russo, non mi posso trasferire in Russia perché soffro il freddo, ma assai…
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Il Fatto quotidiano è etichettato come “Naziputiniano” da Marco Taradash, che una o due volte alla settimana, da Radio Radicale, trasmette bollettini di sfacciata faziosità ultraatlantista ed ultrasionista. Gli argomenbti e i fatti degli articoli di Travaglio non vengono mai discussi, e gli articoli sono regolarmente ignorati (con poche eccezioni: Marco Cappato e Roberta Iannuzzi), o snobbati con qualche sorrisetto ebete (da Carlo Romeo, il più inutile giornalista del millennio). E dire che chiamano la rubrica “Stampa e regime”!
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Un GRAZIE ed un Augurio di Buon Anno a tutta la Redazione di Infosannio ed a tutti i “Commentatori”.
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Ma soprattutto, i lettori di questi giornali l’avranno capito di essere stai presi per il c***?
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A leggere alcuni commentatori direi di no.
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Scusi Travaglio, lei è Orsini?
Sicuramente sono stati fatti errori di valutazione da chiunque, compreso da Travaglio che prendeva per il cul* (esattamente come fa adesso) chiunque paventasse l’invasione russa dell’Ucraina, per poi uscirsene con la frase da Pulitzer rimasta negli annali: “se uno dice un giorno si e l’altro no che la Russia invade, a un certo punto può succedere che ci indovina”.
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Ma secondo sti signori la fake news sono esclusiva dei social.
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La Russia non è quello stato in dissoluzione ed in default che è stato descritto.
L’Ucraina è uno stato fallito.
“purtroppo però” “si ma”” forse che” “ma il pil + pil del pelo” “ma noi l’abbiamo più grosso e più lungo” “abbiamo vinto più oscar””abbiamo il mare più bello” “KGB cattivo CIA buona” “stati canaglia” “zio Sam””we rule de world” “l’occidente se ne va ad oriente e viceversa””le percentuali ci danno ragione””viva i Nobel””a noi l’inflazione ci fa una carezza””il giardino e i giardinieri””le armi salvano vite” “Vladivostok Lisbona sola andata”
conclusione?
se tutto va bene l’Europa è rovinata
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Sembra la genesi dell’aggettivo sputtaNato!
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Rende anche con un sola t.
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E si ostinano a chiamarli GIORNALISTI, hahahahaha, i veri Giornalisti fanno la fine di Assange, e questi buffoni della stampa igienica lo sanno bene.
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La sintesi del pensiero ottimista l’ha fatta stamattina Taradash: bisogna insistere perché alla fine le democrazie vincono sempre.
In realtà la WWII l’ha vinta soprattutto l’Unione Sovietica.
E pure in Vietnam, in Iraq, in Libia, in Somalia, in Afghanistan, non è che le democrazie hanno proprio stravinto.
Ma che importa?
Cosa costa essere ottimisti? Qualche centinaio di migliaia di morti? E che sarà mai!
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Le notizie riportate sulla maggior parte dei giornali italiani frutto della cretinaggine artificiale
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Un giornalista che racconta (deliberatamente) balle è come un vigile che parcheggia sul posto dei disabili, o un medico che avvelena i pazienti, o un finanziere che prende mazzette dagli evasori che dovrebbe stanare.
Andrebbe preso a calci nel sedere e obbligato a rettificare a caratteri cubitali, prima di dover cambiare per sempre mestiere.
Ma quello italiano si è rivelato essere uno dei popoli più idioti della terra: in grandissima parte si è bevuto senza batter ciglio ogni singola balla raccontata dai media per quasi 2 anni.
E, ancor peggio, è altrettanto pronto a bersi serenamente tutte le giravolte e le nuove balle riviste e corrette, dopo aver dimenticato istantaneamente come un pesce rosso tutto quello che si è bevuto finora dalle stesse fonti.
Sì lo so, forse sono un po’ troppo duro, ma vedere tante balle ben allineate da MT fa ribollire il sangue a chi, per oltre un anno, si è sentito immediatamente definire dai soliti idioti “putiniano!” anche solo per avere detto che la guerra in Donbass durava dal ‘14, o che l’espansione della Nato era causa essenziale della guerra; dagli stessi idioti che ancor oggi rimpiangono i bellissimi tempi in cui era obbligatorio iniziare qualsiasi argomentazione con “premesso che c’è un aggressore e c’è un aggredito” solo per non essere insultato preventivamente.
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I militari hanno il petto piastrellato di decorazioni.
Politici e giornalisti dovrebbero obbligatoriamente indossare giacche simili, con i mattoncini recanti i nomi di editori, sponsor e/o grandi donatori.
Se così fosse, gli e-lettori capirebbero subito l’origine di certe eventuali “agevolazioni”.
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Che dite, la dedichiamo una canzonetta (si fa per dire, è un capolavoro) ai nostri amici che sono affezionati e-lettori di vecchi partiti e giornali?
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