La Relatrice speciale dell’organizzazione per i territori palestinesi. “La comunità internazionale dovrebbe sanzionare Israele, come ha fatto con la Russia, sia politicamente […]

(DI ROBERTA ZUNINI – ilfattoquotidiano.it) – “La comunità internazionale dovrebbe sanzionare Israele, come ha fatto con la Russia, sia politicamente che economicamente, per lo sterminio, al limite del genocidio, dei civili di Gaza. Ma l’Occidente è sempre stato ed è complice di Israele”. A parlare è Francesca Albanese, giurista e docente formatasi tra l’Italia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, specializzata in diritto internazionale e diritti umani. Dal 2022 è relatrice speciale delle Nazioni Unite per i Territori palestinesi occupati.

Perché ritiene che Israele stia violando tutte le norme del diritto internazionale in questa guerra contro Hamas?

Innanzitutto perché, vista l’entità dei bombardamenti sulle abitazioni e infrastrutture, in primis gli ospedali, e il numero dei morti tra i civili mai visto prima, è evidente che siamo di fronte ad atti genocidari. Inoltre sottolineo che anche il trasferimento forzato di civili sul territorio stesso occupato è una violazione delle Convenzioni dell’Aia e di Ginevra che ammonta a crimini di guerra.

Lei si riferisce a Gaza come a un territorio occupato, ma Israele si è ritirato da Gaza nel 2005.

Ma sussistono altri requisiti per definire Gaza un territorio occupato.

Quali?

Per esempio il fatto che sia stretta nella morsa dell’assedio israeliano che gestisce ciò che entra ed esce dalla Striscia in termini di persone, cibo, beni di prima necessità, carburante, medicine, materiali per l’edilizia, tutto insomma, compreso il rilascio dei visti per malati e studenti per poter andare all’estero. Questo significa che Israele ha le chiavi della vita di 2 milioni e mezzo di persone, di cui ora il 95% è stato costretto a sfollare nel sud della Striscia.

A proposito di esodo verso sud, l’esercito israeliano ha rilasciato via Qrcode e volantini le mappe delle zone cosiddette sicure per tutelare i gazawi che hanno risposto al suo monito. Ma alcune di queste zone sono state bombardate comunque e altre persone sono morte. È un atto premeditato?

Quello che so e denuncio è il fatto che nel diritto internazionale le “zone sicure” vanno concordate e questo non è stato, ovviamente, fatto.

Come avrebbe potuto Israele visto che avrebbe dovuto concordarle con Hamas?

Di certo non si può concordare con chi è estraneo alla situazione. Ci sono modi per negoziare almeno su alcune conseguenze dei conflitti. Del resto tutti i governi, precedenti a questo, del premier Netanyahu sono stati quelli che hanno permesso al Qatar di finanziare Hamas, concedendo il permesso a Doha di trasferire denaro a Gaza tutti i mesi. Dopo aver istituito le safe zone, gli Stati in guerra devono provvedere anche al trasferimento sicuro di coloro che stanno sfollando. E anche questo non è avvenuto.

Perché Israele ha potuto violare tutte le risoluzioni dell’Onu che impongono, tra i vari divieti, di costruire nuove colonie ebraiche in Cisgiordania e l’ampliamento di quelle esistenti?

Grazie alla complicità degli Stati Uniti e dell’Occidente.

E perché l’Onu è così debole?

Perché è stata esautorata soprattutto dagli Stati Uniti.

Se l’anno prossimo tornerà alla Casa Bianca Donald Trump, la sorte dei palestinesi, non solo dei gazawi, potrebbe addirittura peggiorare?

Potrebbe, al fine non c’è mai peggio. Ma non mi pare che Joe Biden stia agendo in modo tanto diverso nei confronti di Israele rispetto al suo predecessore.

È uscito da poco il suo ultimo libro intitolato J’accuse. Lo ha scelto lei questo titolo impegnativo sotto molti aspetti?

Lo aveva scelto l’editore prima del 7 ottobre. Ma dopo l’ho ritenuto inevitabile.