(Giuseppe Di Maio) – Non è la prima volta che viene presa in castagna, non è la prima volta che ai suoi mancano le parole. Prendete Italo Bocchino, un fratello affiliato dagli occhi sbarrati che difende le figuracce e la linea della premier nel salotto più frequentato della TV. Lui e gli altri chiudono i loro sragionamenti con una prova irrefutabile, il popolo è con noi: lo è stato nelle passate elezioni, lo rimane ora che non caliamo nei sondaggi. Persino il più onesto Gianfranco Fini, che adesso si è dato agli studi islamici (quasi a dimostrare che pure chi è di destra ha interesse per il punto di vista altrui), difende la politica del Presidente del Consiglio basandosi sul risultato elettorale.

L’avvocato Giuseppe Conte, più abituato alle aule di tribunale dove la verità giuridica dovrebbe essere frutto di un dibattito tra tesi contrapposte e una scelta vagliata di prove e documenti, non ci sta. Stanco, come tutti noi, di dover subire le balle della destra e le invenzioni iperboliche del suo leader, ha richiesto un giurì d’onore che faccia luce sulla storia delle approvazioni parlamentari e degli atti governativi che riguardano il Meccanismo europeo di stabilità. Non si sa come andrà a finire: può essere che la destra inventi una balla più grossa, che il Presidente Fontana non recepisca l’invito, che il PdR Mattarella non esorti le forze politiche a una maggiore sobrietà manco a capodanno, che tutto languisca senza alcuna nota fino alle europee.

Ma che il M5S e il suo leader si siano rivolti all’arbitraggio di un elemento terzo al dibattito e alle accuse strampalate del governo, non è una novità. Le destre unite e l’Iv di Renzi, già concordi nell’annullare la riforma Bonafede, il RdC e il Superbonus, nella loro ansia di processare i governi Conte e la comparsa del suo partito su una scena politica abituata all’inutile contrapposizione tra destra e finta sinistra, hanno già istituito la commissione d’inchiesta covid che, salvo intrichi dell’ultim’ora, non approderà a nulla. Ci si domanda, perché la stessa commissione non è stata istituita per la regione Lombardia e il suo passato governo? Ma di più ci si chiede, perché tutte le destre (anche quelle a cui piace chiamarsi sinistra) una volta al potere tentano lo stravolgimento delle regole costituzionali? E la risposta è proprio quella prova elettorale a cui sono tanto affezionati i commentatori reazionari.

La riforma della Carta col premierato e prima ancora con l’elezione diretta del PdR, suppone una manipolazione assoluta dell’elettorato che sarebbe impossibile con una repubblica parlamentare. Suppone una valanga di balle gettate ad un popolo incapace di giudicarle, nega la realtà dei fatti politici e li nasconde tra argomentazioni fantastiche. Chi vuole scommettere che la Meloni risponderà che il suo giurì d’onore è il popolo italiano? L’avvocato Conte ha già precisato nella sua conferenza che il premier non è Atreju, poiché, se mai le dottrine politiche siano destinate ad essere sostituite da un libro di favole, allora è più facile che lei sia Gmork, il lupo servo del nulla.