
(di Massimo Gramellini – corriere.it) – Quando metto nel carrello un pandoro con la faccia di Chiara Ferragni che costa quasi il triplo di un altro pandoro della stessa marca perché ho letto sulla confezione che servirà a finanziare la cura di malattie infantili rarissime, sarò legittimamente indotto a pensare che la differenza di prezzo tra il dolce ferragnizzato e quello non ferragnizzato verrà interamente devoluta all’opera meritoria di cui sopra.
Se una parte di quel sovrapprezzo servisse a pagare la testimonial famosa (si parla di un milione di euro), allora sulla scatola andrebbe specificato che la devoluzione in beneficenza sarà soltanto parziale e che comunque non sarà fatta da lei, a meno che la Ferragni abbia concesso uno sconto sul suo cachet abituale e che tale sconto costituisca il suo contributo alla causa.
Ma secondo l’Antitrust, intervenuta sul caso sollevato da Selvaggia Lucarelli, le cose sarebbero andate ancora diversamente: i soldi (50 mila euro) vennero donati dall’azienda dolciaria Balocco all’ospedale Regina Margherita di Torino addirittura prima della messa in commercio del pandoro griffato. La faccenda si trascina dietro multe pesantissime e avrà inevitabili strascichi legali, ma una cosa è certa: come ogni attività basata sulla fiducia, la beneficenza non può essere comunicata in modo ambiguo. Altrimenti si incorre nel sospetto che non rappresenti il fine per cui si vende un determinato prodotto, ma il mezzo per convincere i consumatori a comprarlo.
Assolutamente d’accordo. Non mi interessa affatto quanto possa guadagnare la Ferragni, che per quanto mi riguarda può essere bravissima a influenzare e dunque merita ogni soldo che riesce a fare. Tuttavia, qui emerge con assoluta gravità una pubblicità ingannevole che, per i temi trattati (rarissime malattie infantili), meriterebbe una denuncia penale, oltre alle multe inflitte. Fare leva sulle malattie gravi, e sui bambini, per estorcere danaro, è una cosa che mi colpisce lo stomaco.
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Un comportamento assolutamente deprecabile.
Spero vivamente che i genitori dei followers della Ferragni capiscano cosa è successo e possano spiegare ai propri figli la vicenda che raggiunge un livello fognario di etica.
Personalmente non sono sorpreso di quanto avvenuto; mi auguro solo che sottomultipli di verme di questo genere spariscano dalla vita pubblica delle persone
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Un influencer deve essere uno che ti fa comperare un panettone piuttosto che un altro, facendoti credere che così aiuterai un pò chi sta peggio di te. Brutta roba ragazzi, chissà cos’altro riesce a fare alla generazione più colta di sempre…
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Ricordo che la “Circonvenzione di Persone Incapaci” è un delitto.
Dispositivo dell’art. 643 Codice Penale. Fonti → Codice Penale → LIBRO SECONDO – Dei delitti in particolare → Titolo XIII – Dei delitti contro il patrimonio → Capo II – Dei delitti contro il patrimonio mediante frode
Chiunque, per procurare a sé o ad altri un profitto, abusando dei bisogni, delle passioni o della inesperienza di una persona minore, ovvero abusando dello stato d’infermità o deficienza psichica di una persona, anche se non interdetta o inabilitata, la induce a compiere un atto che importi qualsiasi effetto giuridico per lei o per altri dannoso, è punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 206 a euro 2.065.
Il fatto che siano presenti in rete 29 milioni di “Persone Incapaci” (I “follower” di Chiara Ferragni) non costituisce un’attenuante ma un’aggravante.
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Grazie. È quanto scrivevo, altro che multa, questo è un reato penale
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Paluani a 2.90 con o senza canditi e puoi dare un aiuto all’ indigente fuori al supermercato senza il contributo pubbliitario della vips
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