
(di Michele Serra – repubblica.it) – Quasi tutte le frasi celebri di M (il Mascherone) furono tronfie e ridicole, con quella retorica marziale che pareva uscita da un romanzetto di cappa e spada. Ma “spezzeremo le reni”, in particolare, è diventata una proverbiale fesseria, tanto che Totò la fece sua in “Totò contro Maciste”. Se c’è una minaccia poco minacciosa, per quanto è goffa e sputtanata, è proprio “spezzeremo le reni”.
Si tratta, per giunta, di un’intenzione improbabile anche dal punto di vista anatomico; e storicamente consegnata all’ignominia e alla sconfitta, tipico esempio di impresa rovinosa. Il Mascherone espresse questo proposito, spezzare le reni, prima nei confronti del Negus, poi della Grecia, e in ambedue i casi finì malamente, sangue sparso inutilmente in cambio di zero gloria, e molta boria nazionalista. Quel buffone criminale mandò giovani italiani a morire, e ad ammazzare, senza che il suo azzardo riuscisse a ottenere neanche mezzo risultato.
Come sia venuto in mente al sottosegretario Delmastro, per quanto fascista e per quanto Delmastro, di scegliere proprio quella frase, comica per antonomasia, per minacciare “le correnti della magistratura”, è un vero e proprio mistero. Non ha mai letto niente? Ha letto ma non ha capito? Non sa, forse unico e ultimo tra gli italiani, che “spezzeremo le reni” è diventato una cosa da ridere? Non solo non conosce la buona letteratura e il buon cinema, ma nemmeno ha mai visto e sentito parlare di Totò? Totò gli direbbe: si informi. Delmastro è l’edizione aggiornata dell’onorevole Trombetta.
A volte non si capisce se certe persone parlano perché credono in quel che dicono o solo per parlare a qualcuno che evidentemente è sensibile ad un certo fraseggio (che presuppone un certo pensiero). Fin qui, dunque, giuste le osservazioni.
Ma riguardo alle le frasi di M non è affatto così. Quelle che appaiono tali a noi è perché le leggiamo/sentiamo oggi, ma allora, nel corollario di tutta la retorica, erano prese molto sul serio da una bella fetta di popolo con le conseguenze che sappiamo.
E ciò è perfettamente in linea con analoghe situazioni di altre dittature: da Hitler a Putin al coreano, al cinese, ecc. Quando si riesce a prendere le distanze dalla retorica autoritaria, ci si rende conto della banalità che usa e attraverso cui fa presa. Banalità usata intelligentemente (M non era stupido come non lo sono quasi tutti gli atri dittatori).
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Non so cosa vuol dire, ma vuoi mettere il “gusto pieno” di pronunciare una frase così?
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Aridaje con i nostalgici del ventennio!
Questi sono gli scudi umani della nana che dicono al suo posto quello che lei,nel suo cervelletto basato, pensa
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Bacato
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