LA MIA VITA “DA FEMMINA” – Sessismo quotidiano. Mio nonno regalò 1 mln per la laurea a mio fratello, a me niente. Poi ci fu il liceo, i registi ai provini, gli insulti in tv, le battute “chi ti scrive i post?”

(DI SELVAGGIA LUCARELLI – ilfattoquotidiano.it) – Quando qualcuno mi chiede che esempi possa fare per sostenere con certezza che il patriarcato esista e che ci si nuoti dentro, tutti, anche quando ci si sente asciutti, non so mai da che parte cominciare. Perché, appunto, ci sono dentro da sempre. Parto da mio nonno paterno, per cui il primo nipote maschio – mio fratello – era il più alto rappresentante della stirpe, quello che doveva garantire la sopravvivenza del cognome e quindi, quando si diplomò, ricevette da lui 1 milione di lire. Era stato bocciato due volte e alla maturità aveva raccattato un voto misero, ma mio fratello era maschio ed era il primo nato tra i nipoti, quindi riceveva il premio del privilegio. Quando io, otto anni dopo, mi diplomai senza bocciature e con voti altissimi, non mi sentii neppure dire brava. Quella disparità di trattamento su cui mia madre scherzò con una punta di amarezza (“Eh, il nonno fa nipoti e nipotastri!”) mi ferì in un modo difficile da spiegare. Sentii che la mia vita da adulta non iniziava dalla stessa linea di partenza su cui posava i piedi mio fratello. Io partivo almeno 100 metri più indietro, ed ero arrabbiata.
Ero arrabbiata con lui già da prima, dalle scuole medie. Frequentavamo entrambi un istituto di suore, lui era quello che lanciava gli astucci dalle finestre, io ero la prima della classe. La preside – una donna di rara cattiveria – stravedeva per lui. Fabio era il ribelle scapestrato che strappava un sorriso anche alle suore più rigide. E così molti altri maschi, che godevano di una certa indulgenza. Con le femmine era tutt’altra storia. Se lì dentro si voleva sopravvivere, bisognava essere docili, invisibili. La preside entrava in classe a sorpresa per sequestrare i diari delle ragazze e controllava che non ci fossero contenuti ammiccanti, scrutava la lunghezza delle gonne e se erano corte ci umiliava pubblicamente, se si accorgeva di un filo di trucco ci faceva lavare la faccia nel bagno della scuola.
Al liceo ero carina, forse al quarto anno – non ricordo esattamente – apparve il primo “Selvaggia puttana” scritto su un muro della palestra. Un insegnante – un sacerdote – ogni tanto iniziò a chiedere ai colleghi di farmi uscire dalla classe durante le loro lezioni. Mi portava in un’aula magna completamente deserta e mi faceva domande “da sacerdote” sulla mia vita sessuale, su quello che facevo col primo fidanzatino, mi diceva anche che ero bella e speciale. Durò poco, forse due mesi. Non so come sarebbe finita perché morì all’alba di un lunedì in un incidente d’auto. Fu orribile non solo la sua morte, ma la sensazione di sentirmi sollevata dalla morte di un uomo che mi stava assediando senza che nessun adulto lo capisse. Il padre di una ragazzina del liceo mi abbordò sulla sua auto.
Mentre finivo la scuola iniziai a lavorare in qualche fotoromanzo a Roma. Ero felice, ma durò poco. Uno degli attori (poi diventato abbastanza famoso) iniziò a chiamarmi sul numero di casa proponendomi di trascorrere un weekend con lui e il signore che faceva i casting. Dissi di no, non mi chiamarono più. Frequentai una nota scuola di teatro a Roma: i due anziani insegnanti avevano un metodo didattico che a pensarci ora sembra roba di mille anni fa, tanto oggi sarebbe per fortuna impraticabile. Alle studentesse, appena iniziavano a recitare qualcosa, urlavano “troia”, “puttana”, “Hai scopato stanotte?”. Tutti i giorni. E nessuno rispondeva o protestava. Era così e basta. Era il loro metodo, se non ti piaceva andavi a casa.
Nel frattempo facevo provini. Ce ne fu uno dopo il quale smisi di fare provini. L’anziano signore della tv che in questi giorni è al centro delle cronache metteva le ragazze tutte in fila. Decine di ragazze erano lì per un semplice ruolo di figurante che doveva sedere a un tavolo. Ci guardava in volto a una a una senza dirci una parola. Col ditino indicava da che parte dovevi andare, se fuori o dentro. Superata la prima selezione passava a guardarci a figura intera. Eravamo giumente davanti al fattore. Tu sì, tu no. Tu sì, tu no. Fuori molte ragazze piangevano.
Iniziai con il teatro, fui assunta in una compagnia. Il produttore mi disse che i ruoli principali andavano alle sue fidanzate, avremmo potuto fidanzarci. Ottenni forse 15 battute in due ore di spettacolo.
Scrissi per molti anni i testi a un fidanzato attore, dicevano che lui aiutava me.
Divenni conosciuta con un blog, scrivevo post divertenti, che avevano successo, sul web eravamo quattro gatti e i primi commenti erano “chi ti scrive i post?”.
Poi sono diventata “la moglie del figlio di Pappalardo”. Ho partecipato a un reality, c’era una vera, reciproca simpatia con un concorrente sposato, io fui definita “sfasciafamiglie”, lui rischiò di vincere.
Ho iniziato a scrivere sui giornali, ad avere successo in tv. A proposito di tv, un famoso ex direttore di rete mi iniziò a toccare nel buio di una sala, durante una diretta tv che stavamo guardando seduti vicini. Negli ultimi anni mi hanno dato della tro*a in tv, mi insultano per i miei trascorsi sentimentali, per il mio aspetto fisico, per la mia età tutti i giorni. Che io abbia una discussione con un direttore di giornale o con un qualunque collega, il tutto scivola quasi sempre sull’insulto personale, sullo svilimento della mia competenza e della mia persona. Per proteggermi non accetto quasi mai di partecipare a talk con altri ospiti in tv e quando lo faccio, quasi sempre me ne pento. Di solito, per sminuire la mia professionalità, l’interlocutore maschio scomoda la mia presenza a Ballando con le stelle, insomma, seleziona la casella frivola in cui inserirmi, perché noi donne ci occupiamo di balletti mica di cose serie. Un uomo può dire la sua sul calcio e restare autorevole, una donna non può parlare di danza perché è una sciacquetta. Quando esprimo il mio punto di vista i giornali scrivono che “attacco”, “faccio polemica”, “punto il dito contro”. Gli editorialisti uomini hanno un’opinione, io faccio pollaio. Se un uomo critica un uomo è dibattito, se io critico una donna sono invidiosa. Se un uomo ne sa più di me è competente, se io ne so più di un uomo sono “una maestrina”.
Di solito, quando qualcuno mi chiede che prove ho io, proprio io che ho potere e successo che il patriarcato esista, inizio a raccontare quello che ho raccontato fin qui. Di solito, se l’interlocutore è uomo, dopo avermi ascoltata per dieci minuti fingendosi interessato, quell’uomo commenta: “Ma non è che sei tu che hai un brutto carattere?”.
In questi giorni si è fatto un gran parlare, secondo me a sproposito, di sto ka33o di patriarcato.
Ammettendo che la ka33ate dette è scritte sul patriarcato siano vere o abbiano un fondamento mi chiedo:
ma le persone che trattano le proprie mogli/ fidanzate e che fortunatamente sono la stagrande maggioranza, con amore e con rispetto sono dei disadattati sociali visto che vale sto PATRIARCATO?
Il patriarcato o c’è per tutti o non c’è per nessuno.
Chi uccide il proprio partner è un delinquente con disturbi della personalità e lo metti in galera a vita due volte
La prima perchè ha ucciso
La seconda perchè potrebbe manifestare i suoi disturbi di personalità su altre sventurate.
Punto
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In un attimo, liberarsi della sociologia, dell’antropologia culturale e della psicologia generale e sociale.
Evvaaaaiiii!!!
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Cara selvaggia ci vuoi dire come lo eliminarmo sto patriarcato così la facciamo finita ? A parte questa provocazione, vorrei , visto che sei una persona inteligente,che mettessi da parte questo vittimismo e ti chiedessi se questa guerra tra generi non sia un espediente da parte delle classi dominanti, per togliere di mezzo la lotta di classe, cioè le questioni sociali, i conflitti mondiali etc..etc. E a proposito di conflitti, a te che ti lamenti giustamente del milione che il tuo nonno diede, solo a tuo fratello e non a te per la laura, ma hai pensato a quelle decine di migliaia di soldati ,tutti maschi, uccisi sul fronte ucraino russo ,come del resto in tutte le guerre ? Sto cacchio di patriarcato a rotto il c..zo anche a noi maschietti e ancor di più ,non credi ?
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Qualcuno ha mai detto il contrario?
SIETE VOI che vi sentite sotto accusa e solo perché credete di guadagnarci, ma nella SOCIETÀ patriarcale, spero morente (ma è l’agonia, spesso, a fare più danni) siamo immersi – e vittime-tutti quanti, maschi e femmine, anche se in modo diverso.
La guerra uccide TUTTI, anche donne (e degli stupri come tradizionale bottino e “risarcimento”, ne parliamo?) e bambini, oltre che i maschi… d’altronde sono da sempre questi a provocarla e dichiararla.
Che se la scagazzino. (nel senso, sardo, di sbolognarsela, sorbirsela)
Noi dobbiamo occuparci di mandare avanti il Paese, riparare i danni fisici e morali e preservare la prosecuzione della specie.
Tutte cose meno “scenose” degli eroismi del cz, quindi sottovalutate, ovvio.
Del resto le cose complesse vanno agli organismi biologici complessi e, a quelli semplici, le cose d’effetto, altrimenti si deprimono.
Peccato che poi, nei MILLENNI, abbiano avuto la necessità di mascherare la marginalità BIOLOGICA dietro un’imposta e supposta (in tutti i sensi😆) superiorità sociale creata ad hoc.
Ma la vera forza non è MAI sopraffazione.
Ed ecco uno che ragiona, non fa muri e non si sente minacciato:
https://www.la7.it/piazzapulita/video/il-patriarcato-in-poche-parole-il-racconto-di-stefano-massini-01-12-2023-516552
👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻
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X Anail:
questa è una risposta un pò inferiore alle aspettative, diciamo, o sbaglio?
‘le cose complesse’. Hai ragione, adesso già che ci sei proponi la parità di genere in miniera. Tanto sono cose semplici, le fanno i maski e se le donne sono così complesse non avranno difficoltà ad abbassarsi di livello, no?
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Mio Dio, ma almeno ti rendi conto che ogni volta che scrivi sei UN MANIFESTO di becerume maschilista?
Metti la forza fisica sul piatto della bilancia? 👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻
E non dimentichiamo che non può passare una foto di donna, qui su Infosannio, senza che tu ti lanci in apprezzamenti squisitamente raffinati e intellettuali.
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Mi sembra una risposta inadeguata ed offensiva che dimostra esattamente quello che la Lucarelli intendeva dimostrare, e, attenzione non a lamentare !
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25 novembre 1960
Tornando da una visita fatta ai mariti imprigionati dal sanguinario regime che imperversava nella Repubblica Dominicana, l’ automobile delle tre sorelle Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal venne fermata dagli sgherri del dittatore. Le tre donne vennero seviziate, bastonate e poi buttate in un dirupo per simulare un incidente.
In loro onore e memoria è stata istituita la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, per l’ appunto il 25 novembre.
Il responsabile di questo orrendo femminicidio, un criminale genocida e xenofobo, sei anni prima (luglio 1954), era stato selezionato dalla repubblica italiana come destinatario di una prestigiosissima onorificenza 👇
https://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/32172
Per capire quale sia stato il percorso che ha portato a tale scelta può essere di grande aiuto la visione di questo video 👇
La bellissima decorazione risulta ancora assegnata al criminale in questione.
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Ma perché scomodare il patriarcato?? Si tratta semplicemente di misoginia allo stato puro. L’odio verso le donne, in quanto temibili concorrenti visto che a scuola sono più brave e studiose dei maschi, nelle discussioni per i maschi non ce n’è mai a sufficienza (quando non riescono a tenerle testa… usare i muscoli è un attimo). Poi quando si tratta di entrare nel mondo lavorativo le cose cambiano e sappiamo i motivi. Il nonno di Selvaggia era tra gli ultimi esemplari di nostalgici parternalistici. Scommetto che il papà della stessa era di un’altra pasta, come pure anche il suo compagno attuale. Non si può generalizzare l’universo mondo maschile. Gli stupratori, gli assassini potenziali ecc., sono incapaci di avere una decente relazione affettiva con una donna. E quando ne trovano una consenziente pensano di essere soggetti normali. Se poi questa cambia idea… apriti cielo: “quando ne troverò un’altra?!?” si chiederà afflitto il soggetto. Tutti personaggetti senz’arte né parte. Il resto lo fa il testoterone e la mancanza di cultura (l’istruzione è un’altra cosa).
Per non dire della perdita di ruolo autorevole della figura del padre. Che tende a farsi amici i figli a partire dai maschi, l’anello debole della famiglia. Ma che amici e amici… il padre NON DEVE rinunciare al compito di educatore rigoroso!
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Non credo che esista il patriarcato nel senso specifico del termine, fortunatamente la maggioranza delle donne è indipendente, con le unghie e con i denti, ma indipendente! Esiste però una discriminazione più o meno velata, più o meno manifesta, e basterebbe fare attenzione a linguaggio e comportamento talmente acquisiti e sedimentati da diventare comuni: il cortigiano è un addetto al servizio di corte, la cortigiana una zo@@ola, il passeggiatore è un tranquillo signore a passeggio, la passeggiatrice è una zo@@ola, il massaggiatore è un massofisioterapista, la massaggiatrice è una zo@@ola, buon uomo ha un significato, buona donna o figlio di buona donna ne ha altro…..e potrei continuare all’infinito con esempi linguistici che rivelano una mentalità cui purtroppo hanno contribuito le stesse donne, quando hanno deciso di usare altro, oltre le unghie ed i denti per conquistarsi, la propria indipendenza….ed hanno accettato di essere apprezzate e rispettate in ambito lavorativo, di carriera, economico, sociale o politico, grazie all’ assimilazione al maschile, non a caso si dice comunemente di una donna in gamba, è una con le palle! Affermazione che andrebbe presa come un’ offesa e non come un complimento, piuttosto essere in gamba proprio perché per natura priva di palle o meglio detti cojoni……Questa assimilazione/sovrapposizione qualitativa di genere ha fatto male, ad entrambi, perché il rispetto della diversità è fondamentale per una società , che voglia dirsi civile, e non riguarda solo il maschile/femminile, che è uno degli aspetti di una discultura più ampia e diffusa di intolleranza e discriminazione, quando poi il diverso è anche elemento debole, sociale, economico, etnico, senza peraltro suscitare alcuna empatia di difesa, inclusione e solidarietà, abbiamo gli esempi di sopraffazione, fino alle estreme conseguenze, di un sistema che è socialmente, economicamente e culturalmente ingiusto, e che rimarrebbe tale anche senza patriarcato, un alibi per non vedere ed affrontare tutto il resto? Le donne con le palle hanno purtroppo contribuito all’ egemonia di tale sistema, invece di respingerlo e modificarlo grazie alla loro diversità, fortunatamente priva di cojoni…..visto i casini in giro per il mondo, i cojoni sono fin troppi!!
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Tutti aspetti e ragionamenti condivisibili, ma il patriarcato ne è comunque la base SOCIALE.
Sono piani diversi, diciamo.
Ciò che, secondo me, li accomuna è l’origine… a partire dalla consapevolezza della fragilità psicologica e della marginalità biologica maschile(è la donna che procrea, a partecipare può essere qualsiasi uomo…e quindi ecco la necessità di isolare la donna dal punto di vista sessuale, per assicurarsi la paternità della prole).
Un modo per sopperire con la forza fisica a quella psicobiologica femminile.
Riportando il tutto ai giorni nostri e ai fatti in questione, infatti, sono gli uomini più fragili, deboli e vigliacchi, quelli violenti e sopraffattori.
Se non facessero rabbia, farebbero pena.
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Io non so che etichetta attaccarci: patriarcato? Misoginia? Machismo? Di sicuro si tratta di becera discriminazione. Una quindicina di anni fa licenziai il responsabile del personale (quello che oggi tutti chiamano con un termine che io aborro: “responsabile delle risorse umane”). Volevo assumere un/una persona laureata in matematica e lui aveva fatto una trentina (o poco più) di colloqui, l’80% erano donne. Ha selezionato 5 uomini per il colloquio finale con me. Gli ho chiesto come mai c’erano solo uomini: ci occupiamo di statistica quindi l’incoerenza non poteva scappare. Mi ha detto che essendo tutti giovani neo laureati facilmente le donne sarebbero presto in maternità. Allora gli ho detto di rifare la lista basandosi solo sul merito e che io avrei assunto la persona più adatta indipendentemente dal sesso.
Allora lui mi ha sorriso dicendo: capisco, così la donna la paga meno.
Gli ho detto di tornare con la lista corretta. Stavolta quattro erano donne. Gli ho detto di fissare gli appuntamenti e quando stava per uscire dal mi ufficio gli ho detto: “dimentica questa” porgendogli una busta. Lui mi ha chiesto: “cos’è?” e io gli ho risposto: “la lettera di licenziamento”.
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Ras, “sapevo” che eri così…
👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻
❤️
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Merci beaucoup 🙂
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X Ras:
Non è per fare il contropelo a questo post zerbinato da parte tua, ma allo zio di un mio amico capitò esattamente quello che paventava il tuo dipendente, assunta una giovane signora, è andata 3 anni in maternità quasi consecutivi. E meno male che ne aveva bisogno in fretta, così ha dovuto prendere pure una sostituita, stavolta di mezz’età.
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so what?
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Rispondevo a Gae.
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Che esista una discriminazione fra uomo e donna non ci piove.
Veniamo dal patriarcato (che secondo me non esiste più, non esistendo più fra l’altro praticamente nemmeno la famiglia) e anche se questa discriminazione è in via di estinzione, non si è ancora estinta.
Basta guardare i posti di potere (posto che il potere sia la cosa più importante di tutte, cosa che secondo me non è) e verificare che la percentuale maschile è molto più alta di quella femminile.
Ora però si sta spingendo dall’alto la popolazione a schierarsi (il solito divide et impera) in una battaglia di uomini contro donne, perchè l’uomo è carnefice e la donna vittima.
Questo secondo me non ha senso.
La violenza la cattiveria, la tendenza a sopraffare, e tutti gli altri possibili difetti, come del resto tutti i possibili pregi, sono credo più o meno equamente distribuiti fra uomini e donne.
C’è del resto una parte maschile in ogni donna e una femminile in ogni uomo, e il suo peso varia negli individui.
C’è anche l’uomo succube fragile debole e sensibile, così come c’è anche la donna violenta cruda prevaricatrice aggressiva e prepotente.
Siamo del resto figli degli stessi genitori e contesti culturali.
Poi è anche vero che tendenzialmente l’uomo ha una maggiore tendenza a esplicitare la propria violenza fisicamente, ma la violenza si può esprimere anche psicologicamente (meno visibile e quantificabile), e fa altrettanto male.
Sentirsi dare dello stupratore in quanto uomo a me fa lo stesso effetto che credo faccia alle donne sentirsi dire che le donne sono tutte puttxne: mi cadono le braccia, e non solo.
La Lucarelli per esempio è una donna tendenzialmente aggressiva secondo me (e chi aggredisce in realtà lo fa perchè si sente debole), non fisicamente ma psicologicamente, e se si ritrova sempre in mezzo a risse dovrebbe chiedersi se per caso ha contribuito a crearle. Potrebbe scoprire che nelle risse ci sguazza, per cui spesso le cerca e le crea, e capire come mai ci si ritrova sempre in mezzo.
Per il discorso sul mondo dello spettacolo che prova a portarsela a letto, secondo me è un altro argomento.
Chiaro che ricattare sessualmente una ragazza che vuole entrare nel mondo dello spettacolo (e non solo) è una cosa schifosa, però la cosa andrebbe analizzata e pesata meglio. Quella stessa via d’entrata per il maschio normalmente non c’è (e nemmeno per le ragazze brutte di solito), e se la ragazza giustamente la rifiuta si trova allo stesso livello di un ragazzo che vuole entrare nello stesso mondo e non riesce.
Ho ragionato a voce alta, un po’ a intuito, magari ho anche scritto delle cazzate, sono disponibile a cambiare idea.
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😊😂😂
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Per sdrammatizzare un po’, facciamo alcuni esempi di donne di potere del recente passato (allargarsi alla Storia sarebbe troppo lungo) che nulla hanno o hanno avuto da invidiare ai cosiddetti “patriarchi”: Giorgia Meloni, Irene Pivetti, Madeleine Albright, Margaret Tatcher, Christine Lagarde, Nancy Pelosi, Ursula con del Leyen, Marine LePen, Angela Merkel, ecc…
A volte il diavolo è donna.. 😉
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Quando la donna vuol’essere un’UOMA di potere…
QUELLE sì che vanno avanti!
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Certo che esiste un modo per sopperire con la forza fisica, violenta, ricattatoria…..ma è appunto una modalità di sistema che riguarda anche le donne!! E siccome è generalmente il testosterone implicato nella brutalità della forza fisica, verbale ed “intellettuale” , quello che io non sopporto nelle donne è lo scimmiottare il maschio, con l’ idea bislacca che imitare i cojoni ti renda meritoriamente portatrice di cojoni come se fossero gioielli di famiglia!! Il femminismo non è fare come il maschio, ma fare la femmina, sapendo che proprio per questo potresti fare meglio, e pretendere che la tua diversità sia rispettata e riconosciuta, pretendere che il tuo lavoro, la tua competenza e capacità siano ugualmente apprezzate e determinanti nella società senza alcuna distinzione di genere……il problema è che alcune donne si sono adeguate o ad essere testosteroniche o ad essere ancelle servili del testosterone……occorre una terza via dove la donna, che procrea, accoglie, cura, diventi un modello di tolleranza e rispetto! È un elemento di forza/diversità psicobiologica cui per prime alcune donne hanno rinunciato! Se in una società anaffettiva, aggressiva, intollerante, discriminante o indifferente, la donna, che per secoli ne è stata vittima, non risulta elemento di cambiamento , ma di acquisizione del vizio di sistema, allora la sopraffazione sarà rivolta contro il debole, nella sua diversità di ceto, genere, etnia, religione o preferenza sessuale e potrà chiamarsi esclusione sociale, povertà, sfruttamento, bullismo, inciviltà, femminicidio, stupro o guerra……il testosterone che deborda, e chi per sua natura non lo possiede, in attività deprecabili , dovrebbe far valere questa virtuosa mancanza!
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Comunque concordo con la Lucarelli sulla questione del brutto carattere……sono diretta sul lavoro e fuori, democraticamente diretta senza distinzione di genere….il va a fa’ in cubo è equamente distribuito, con diverso “apprezzamento” del consiglio: per gli uomini sono frigidamente indisponibile, mentre per le donne sono stronza……Ma non si tratta di patriarcato o di maschilismo, ma di ipocrita servilismo alla gerarchia di potere/comando clientelare , per demeriti di iscrizione al partito, alla massoneria, alla cerchia amicale di raccomandazioni che vanno oltre la distinzione di genere……La delusione più cocente sono le troppe donne, colleghe, a servire questo tipo di sistema…….per poi lamentarsi se il raccomandato dell’ onorevole o del consigliere regionale ha la meglio sulle loro cosce……ed io resto la solita stronza con un brutto carattere…..
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Rivivere nel passato, ricordare il nostro vissuto.. beh ricordo che il patriarcato è esistito, che le mogli, le figlie vivevano in modo diverso la vita dagli uomini… Non in tutte le famiglie ma nella maggior parte si! La differenza era evidente e personalmente mi ha segnato il cammino, il percorso di vita… Eravamo sottomesse, non in modo estremo ma sottilmente, anche volute bene ma sempre tenute sotto.. la frase più eclatante di mia madre che avrebbe dovuto invece cercare di aiutarmi fu: tanto tu dovrai fare la casalinga! Ho fatto altro, anche la madre ma non ho esaudito i miei sogni di ragazza! Per quelli ho il futuro!!
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”lui era quello che lanciava gli astucci dalle finestre, io ero la prima della classe.”
Già si notava la simpatia connaturale della Cularelli…
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A me la Lucarelli non sta simpatica, ciononostante ammetto che il suo articolo, scoperto solo adesso, l’ho letto volentieri.
Il problema è che, data la sua forte impronta personale, i suoi articoli ruotano sempre intorno a lei, e sono in prevalenza soggettivi, come questo pezzo; che è condivisibile e veritiero.
Ma poiché tratta di un argomento particolare e si fonda su ciò che noi, definite poeticamente l’altra metà del cielo, abbiamo subìto e continuiamo a subire nonostante il presunto progresso e l’astratta parità, la personalizzazione ci sta.
Perché purtroppo noi donne ci dobbiamo scrollare di dosso l’aggressività, il narcisismo, e la presunzione dei maschi che pensano sempre di essere i portatori di sapere, quelli che possono dare lezioni a noi povere ignoranti, solo perché hanno in mano leve di potere che ne fanno i decisori delle sorti dell’intera società.
In ogni ambito incontriamo esemplari di questo tipo, e ci dobbiamo regolare per evitare di spargere sangue ogni volta (sic!). Avvertimento: è una battuta!
(Non vorrei che mi piombasse qualcuno a snocciolarmi statistiche o a pretenderle da me, che le odio perché sono manipolabili a seconda di chi legge e maneggia).
Non è vero che il patriarcato (ma direi più semplicemente maschilismo) sia superato. Esso permane in molte sacche, anfratti, fessure, nelle realtà cosiddette più evolute e si palesa come ha raccontato Ras 62, in modi subdoli. Mentre in altri ambiti imperversa senza limiti complice l’ignoranza unita alla mancanza di autonomia finanziaria.
E governi come ‘sto schifo che abbiamo non farà che peggiorare le cose.
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E purtroppo devo fare un’aggiunta perché su questo argomento ci si possono perdere giornate, anzi anni, tanto ce n’è da dire…
Prototipi più o meno beceri di maschilismo molesto e retrivo, si possono trovare nei “peggiori blog di Caracas” e, stranamente, anche nell’Italia di oggi 😉 ,quando nel bel mezzo di uno scambio vivace ti arriva il maschilista modello narcisista che deve soddisfare la sua autostima snocciolando il suo sapere (che spesso è nozionismo non cultura), così come Giambruco usava sfoderare l’ars amatoria simboleggiata dal ciuffo-pacco.
E, dicevo, eccoti il fervente saputello, in dotazione sui social, che aggredisce con l’arma letale dei numeri, lancia proiettili di statistiche e ti ripete a pappagallo le notizie che tu conosci a memoria e hai scartato perché puzzano di fieno dato in pasto alle pecore. Ma il Giambruco blogghista non si arrende, non può sopportare neanche una volta di non avere l’ultima parola e ti atterra con l’ennesima lezioncina che lui è “persona informata sui fatti e tu no e tu no, no no no…”
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