
(di Massimo Gramellini – corriere.it) – E così anche Geert Wilders, l’uomo-vero del momento, non parteciperà alla riunione dei sovranisti europei indetta a Firenze dal capitano del popolo Salvini il Magnifico. Il vincitore delle elezioni olandesi manderà un video di saluti sicuramente adorabile, come Marine Le Pen e come noi quando ci invitano a una festa a cui non abbiamo tempo o voglia di andare. Oscar Wilde, che era di tutt’altra tempra, a un tale che lo assillava per averlo ospite d’onore al suo party ebbe almeno il coraggio di rispondere: «Non posso accettare, causa impegno preso successivamente».
Intendiamoci, Wilders ha le consultazioni per il nuovo governo (proprio domenica mattina?) e Le Pen degli appuntamenti ancora più complicati da spostare (l’ora di pilates?). Ma il problema dei sovranisti è che hanno sempre un impegno più urgente dello stare insieme. Fa parte della loro natura, che consiste nel dare la precedenza al prossimo, inteso non nel senso evangelico, ma in quello letterale di «più vicino»: se stessi, i familiari, gli amici, i concittadini, i connazionali…
Salvini abita troppo lontano per rientrare nella lista. In fondo è questa la ragione per cui un’alleanza europea dei sovranisti è tecnicamente impossibile. Per ciascuno di loro l’Europa non è una casa comune, ma un comprensorio dove tutti vivono isolati l’uno dall’altro, nessuno è disposto a pagare per i vigilantes e, appena un vicino di casa chiede aiuto o organizza una festa, ci si chiude dentro a doppia mandata.
il Cazzaro Verde è un accumulatore di figure di m3rda seriale
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