
(di Michele Serra – repubblica.it) – E’ sempre sbagliato fare una graduatoria del dolore, ma questa Giulia uccisa quando stava per laurearsi, dunque quando stava per diventare più Giulia, più autonoma e più libera, è una cosa che sbriciola il cuore. Fa piangere, scusate se lo dico così, in due parole.
Per molti maschi essere maschi è una malattia, la cognizione che ogni donna appartenga solamente a se stessa li fa impazzire di paura. Escono di senno di fronte al fiorire della libertà. Il controllo delle donne, che è stata l’ossessione ideologica, millenaria, della società patriarcale, non è più determinabile per legge: almeno in quel pezzo di mondo che chiamiamo Occidente, il patriarcato è una forma morta. Ma la sostanza no, non è morta. Il maschio, che ha perso la sua presa istituzionale sulla persona donna, per disperazione si affida alla presa fisica. Minaccia, urla, picchia e ammazza.
Anche parecchi maschi hanno festeggiato e si sono sentiti meglio, sulle macerie di un ordine che era fondato sulla sottomissione della metà del genere umano (altrove, verso Sud e verso Est, quel muro è ancora Legge). Ma altri maschi, in mezzo a noi, quella Legge se la portano dentro, l’hanno introiettata, è la sola maniera con la quale riescono a rapportarsi alle donne: “o sei mia, o non hai il diritto di esistere”.
Colpisce, ferisce che un ragazzo nato dopo il Duemila possa averlo fatto. Non un vecchio patriarca spodestato, non un bullo conclamato, non un capobranco. No, uno studente dalla faccia gentile, figlio dei nostri tempi. Non si riesce nemmeno a odiarlo. Non si trova mezza parola da dirgli.
Io invece una parola ce l’avrei, per tutte le donne/ragazze, perfettamente in grado di trovare il loro percorso di vita da sole ma assolutamente incapaci di pianificarlo senza un uomo/ragazzo accanto. Giulia non poteva non essersi accorta da tempo del reale carattere di Filippo, ma lo accettava per non “restare sola”. Nessuna donna “scarica” un uomo se non ne ha già un altro “disponibile” e questo è l’errore più grave. Avete imparato ad integrarvi nel mondo “maschile” ma non avete ancora imparato quello che tutti gli uomini sono in grado di fare… “restare soli”.
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Caspita
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Guarda che ti sbagli di grosso. L’aveva MOLLATO, ma gli dispiaceva per lui, quindi continuava a frequentarlo da amica, anche perché erano compagni di facoltà.
Mai provare pena per questi elementi appiccicoso e ossessivi, cosa che ha fregato anche Elisa Claps: taglio netto e via.
Sono sempre “le buone” che se ne vanno…lei doveva partire subito dopo la laurea… quello là l’ha fatta partire- senza ritorno- pure prima, visto che gli bruciava molto che si laureasse senza di lui.
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Io la trovo, la “mezza parola” da dirgli:
O grandissimo pezzo di m3rda, contento che, se appena appena ti beccano e non ti suicidi prima, con tutte le aggravanti che hai accumulato, ti fai l’ergastolo?
Quante lauree DA SOLO, EH?
Non ti sputo perché ti profumo!
Sono particolarmente provata da questa vicenda, perché mi riporta alla mente tutti i sacrifici e l’impegno della mia unica adorata nipote (che ha pure lo stesso nome)per laurearsi e crearsi un futuro… tutto buttato al vento, insieme alla vita di questa povera BAMBINA.
… E quel poveretto del padre, che aveva perso pure la moglie, quest’anno… non posso pensarci😞
Dio l’aiuti a reggere il dolore.
E spero che l’Università convalidi la laurea di Giulia: una piccola soddisfazione meritata e dovuta, almeno per il padre… lei è al di sopra di tutto, ormai.
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Per quale motivo il mio precedente commento debba essere “moderato”… proprio non lo comprendo!
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Eh si ! Non resta che sentirsi “PRIVILEGIATE” per essermela cavata finora .. magra soddisfazione per un diritto umano ,ma tant è!
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Io invece una parola ce l’avrei, per tutte le donne/ragazze, perfettamente in grado di trovare il loro percorso di vita da sole ma assolutamente incapaci di pianificarlo senza un uomo/ragazzo accanto. Giulia non poteva non essersi accorta da tempo del reale carattere di Filippo, ma lo accettava per non “restare sola”. Nessuna donna “scarica” un uomo se non ne ha già un altro “disponibile” e questo è l’errore più grave. Avete imparato ad integrarvi nel mondo “maschile” ma non avete ancora imparato quello che tutti gli uomini sanno fare da sempre … “restare soli”.
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L’hanno beccato in Germania, il vigliacco.
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Riproviamo a postare il file… (belin… com’e’ diventato tutto difficile anche qui….):
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 Si può anche introdurre la pena di morte per chi commette un reato simile, ma non risolverebbe il problema di una virgola.Se a scuola,nelle famiglie e ovunque si faccia gruppo non si riesce a far capire al maschio che la fine di un amore non è la fine del mondo. Purtroppo, alcuni maschi, per fortuna una minoranza, vivono la fine di un amore proprio così,perché da essere inferiori e con meno capacità di adattarsi al mondo e alle difficoltà rispetto alle donne, pensano di non essere in grado di tirare avanti nella vita senza quel determinato amore.In questo la società non ci aiuta certo;per certi versi ce l’ho persino con gli artisti cantanti perché in nove canzoni su 10 non fanno altro che cantare la disperazione che seguirà alla fine di quell’amore.Deve cambiare tutto nella società,nelle famiglie il modo di crescere i figli, a scuola meno importanza ai programmi e più importanza alla psiche dei maschi, veri e propri psicopatici in nuce. Il patriarcato  c’entra al 50%, l’altro 50% va risolto insegnando finalmente agli uomini a camminare da soli nel mondo,senza l’aiuto di una mamma, di una sorella o di una moglie che ti sorregge!
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Ma secondo te e Serra:
” Colpisce, ferisce che un ragazzo nato dopo il Duemila possa averlo fatto. Non un vecchio patriarca spodestato, non un bullo conclamato, non un capobranco. No, uno studente dalla faccia gentile, figlio dei nostri tempi. Non si riesce nemmeno a odiarlo. Non si trova mezza parola da dirgli.”
Come mai a tutt’oggi esistono cantanti di successo del genere neomelodico?
I bulli di quartiere, come li chiamava Rino Gaetano,
i seguaci del Blasco che in tempi non politicamente corretti cantava ‘ti taglio la gola’.
E’ l’istinto umano che è così.
I maski Alfa attirano. Luca Varani (il mandante dell’acido alla Nibali) ha carrettate di lettere di ammiratrici in carcere (lui, non loro).
Anche Pietro Maso aveva tante ammiratrici.
Ma che gli dice il cervello a queste ‘vittime’ del maskilismo?
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