(Stefano Rossi) – Ieri sera distrattamente saltavo da un canale tv all’altro, tra finte riforme costituzionali, scioperi legittimi o meno e poi mi sono fermato su Corrado Augias che parlava del caso Indi Gregory.

E mi sono rovinato la serata.

Ho voluto sentire Augias perché ricordavo bene cosa disse a proposito del caso Englaro: “Un medico mi ha detto che se il signor Englaro invece di fare tutto questo putiferio, avesse mollato 100 euro alla monaca, la cosa si risolveva in pochi minuti”.

Quanta viltà, quanta arroganza e violenza per una tragedia terribile capitata alla povera Eluana Englaro.

E lui, senza vergogna, che liquida il caso come un “putiferio” nei confronti di un padre che vedeva consumare come una candela la povera figlia.

Comunque, ieri sera ha detto di essere d’accordo con la decisione dei giudici inglesi, pur spiegando che questi casi non dovrebbero essere decisi dalle sentenze.

Poi ha aggiunto una considerazione vergognosa.

Non avrebbe capito perché i genitori si sono tanto convinti a mandare la loro piccola in Italia quando i medici inglesi avevano detto che il caso era incurabile e non c’erano medicine o cure che potessero migliorare una situazione clinica irrimediabile.

Per farla vivere ancora un mese”, ha poi chiosato dall’alto della sua (inco)scienza.

Se puoi far vivere ancora un mese tua figlia malata e magari esce una medicina, un medico, un laboratorio che forse ha la cura per migliorare lo stato clinico è così strano e difficile da comprendere?

E poi, lasciando da parte ogni considerazione, di fronte ad un dolore estremo come quello di un figlio malato terminale, se il Bambino Gesù di Roma si era offerto per curare e mitigare lo stato di Indi e di provare ancora una cura, anche se inutile ma idonea ad allungare la sua vita, chi può essere così vanesio, così arrogante, così selvaggio e privo di sensibilità da ergersi a sommo dio per decidere in questi casi cosa sia giusto o sbagliato per quella bimba?

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L’Associazione Mitcon ha così replicato alla decisione dei giudici inglesi: “Quelle mitocondriali sono patologie gravi per le quali al momento non esistono cure nei casi molto gravi come quello della piccola Indi, ci chiediamo quale sia “il miglior interesse per il paziente” e chi sia deputato a stabilirlo, se i giudici o i genitori. Ci uniamo quindi all’appello della famiglia e dei suoi legali perché venga rispettata la volontà di questa famiglia e sia difeso il loro diritto di scegliere per la vita della figlia”.

Ecco, un po’ di umanità non ha mai fatto male a nessuno.