
(di Stefano Briganti – ilfattoquotidiano.it) – Senza andare troppo indietro nel tempo, da due anni assistiamo ad una esecuzione del male condotta con perfetta consapevolezza. Voglio guardare a questo male nella sua declinazione assoluta e più feroce: quello che viene fatto sui bambini. Per questo male non possono esistere motivazioni che lo giustifichino perché i bambini, qualunque bambino, di qualunque popolo e di qualunque colore è al di fuori della pazzia omicida del mondo degli adulti che si uccidono e li uccidono. Non fermare la propria mano omicida neppure sapendo perfettamente che questa sta uccidendo migliaia di bambini colloca senza appelli quell’uomo al di fuori del consesso umano. Una dimensione così totale della malvagità la vedemmo già ottanta anni fa.
Entrando ad Auschwitz lo sgomento di scoprire quale livello di follia potesse sviluppare e coltivare l’uomo cosiddetto “civilizzato”, si abbattè sul mondo in modo intollerabile. Fu Hannah Arendt, una ebrea, a trovare una chiave di comprensione nel suo libro La banalità del male e che in qualche misura diede una risposta all’incomprensibile. Poi per rassicurare tutti coloro che hanno il senso profondo di umanità (che non è esattamente l’intera umanità), che mai più si sarebbe scesi in un abisso così profondo si istituirono dei baluardi.
Vennero costituiti la Corte Internazionale per i crimini di guerra, le Nazioni Unite e il suo Consiglio di Sicurezza. Oggi, di fronte alla tragedia disumana, si rivela in modo indiscutibile che questi baluardi sono di carta velina. Per le guerre in Iraq, in Siria, in Ucraina e in Palestina sono state emesse decine d accuse per crimini di guerra e genocidio. Sono state comminate solo tre condanne tra cui un mandato di cattura (Putin) e in due casi sono accusati 18 soldati Usa (non condannati). Tutto questo ha impedito l’eccidio di bambini, il male più oltraggioso e odioso di tutti? No! Quando si scoprirono i crimini in Ucraina il mondo venne portato a condannare con forza quegli atti. La pioggia di sanzioni sulla Russia si inasprì, l’isolamento della Russia dal mondo occidentale si arricchì di ulteriori validi motivi. È bastato? No! I bambini ancora muoiono in Ucraina.
Si è fatto con Israele ciò che si fece con la Russia? Con Netanyahu ci si pone come si fece con Putin? No! Eppure 3500 bambini (e il numero crescerà) morti in Palestina cosa hanno di diverso dalle centinaia morti in Ucraina? La loro morte per mano di chi sa che li sta uccidendo è la stessa. Oscure sono le menti e le anime di chi decide che per alcuni bambini si agisce contro chi li uccide e per altri invece no. Questa disumana distinzione è mossa da intenti politici, di potere, cose cioè prive di morale. Hannah Arendt osservò che un uomo banale come Heichmann potè fare ciò che fece senza porsi il minimo dubbio perché il suo senso morale era stato svuotato, rimosso e sostituito dall’ideologia nazista; questo perché era un uomo di scarso valore, banale appunto. Ma qui, ottanta anni dopo non aiutano neppure le conclusioni a cui giunse Hannah Arendt.
Oggi chi decide azioni che uccidono bambini e chi non fa abbastanza per evitarle non sono persone banali, sono presidenti di nazioni e capi di governo. Così di fronte a questo orrore non resta che accettare che “homo homini lupus”, che la salvaguardia del significato della parola “umanità” non può venire dagli uomini che tirano le fila del mondo e che le loro parole sono come quelle dei farisei: sepolcri imbiancati. Gesù insegna “Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina da mulino, e fosse gettato negli abissi del mare. Guai all’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo! Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché i loro angeli nel cielo vedono sempre” (Matteo 18).
Può aiutare ad accettare l’inaccettabile il sapere che per costoro ci saranno un Alto Giudizio e infinite “lacrime e stridor di denti” e che per i bambini uccisi ci sarà pace in un infinito amorevole abbraccio.
io credo anche che ci sia anche molta propaganda dietro questi orrori, perche’ non sono notizie verificate ma solo sentito dire
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Quale propaganda? I bambini, a centinaia e centinaia, a Gaza muoiono o no?
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Ci diamo alla contabilità pelosa? Anche e solo un bambino ucciso sotto le bombe non basterebbe a considerarlo un crimine al pari di quelli di Hamas o di Putin?
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Un bambino che sopravvive ad un’esperienza fortemente traumatica (bombardamenti, le case che crollano, la sua casa che crolla, imprigionato al buio schiacciato dalle macerie, ferito, e una volta salvato scoprire che tutti i suoi parenti sono morti), rimane imprigionato tutta la vita dentro quel giorno.
Tutto, discorsi, immagini, suoni, sensazioni, movimenti … gli richiameranno quel giorno per sempre.
Può forse, se è fortunato, riuscire a fingere di vivere, ma molto difficilmente vivrà realmente, a meno che non venga aiutato intensamente per anni e anni e anni.
E anche un adulto in linea di massima.
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I bambini che muoiono son persone che muoiono.
Secondo me fare riferimento ai bambini tutte le volte che ci si trova difronte a situazioni estreme è ipocrita.
Son più che certo che ognuno di noi se fosse messo di fronte alla scelta se morire lui o un bambino, sceglierebbe di far morire il bambino.
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Vergognati, idiota
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Ascolta, tieniti la posta!
La strumentalizzazione dei bambini ogniqualvolta si vuol portare acqua al proprio mulino è rivoltante e ripeto ipocrita.
Se la pensi diversamente bene ma non usare epiteti fuori proporzione altrimenti sfiori l’idiozia tu.
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Far del male ad un bambino, ferirlo o ucciderlo, è mostruoso. Non è retorica, è sensibilità “umana” ( ma ho compreso che questa sensibilità non è da tutti). Il diverso “valore” di una vita nella fase “bambina” rispetto a quella “adulta”, al di là delle parole di Gesù, è antropologico, e si esplica nella protezione, tutela, attenzione maggiore verso una vita che non ha ancora difese proprie. Ed è un’empatia naturale smentita da poche luride eccezioni.
Se parliamo di “umanità” sana, come insieme di uomini e donne, questa Umanità privilegia la vita del bambino a quella adulta. E tutti risponderebbero ” sì, preferisco morire io e non il mio bambino”.
Sentire “propri” i bambini del mondo sarebbe il trionfo del Bene. Pare che non stiamo lavorando in questa direzione.
E il Male miete bombe e morte.
Senza distinzioni.
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Quel che affermi è ovviamente condivisibile da tutti, ma quanti prendono a pretesto i bambini per portare acqua al proprio mulino?
Il sospetto di ipocrisia è giustificato dal fatto che tutti i giorni ci sono accadimenti che vanno nel senso contrario a ciò che tu dici.
Pensa in senso generale non in riferimento alla guerra.
Pensa alla vita di tutti i giorni e vedrai che non esiste rispetto dei bamnini.
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“Il diverso “valore” di una vita nella fase “bambina” rispetto a quella “adulta”, è antropologico, e si esplica nella protezione, tutela, attenzione maggiore verso una vita che non ha ancora difese proprie.”
Vero, pero ha gradazioni diverse se è un figlio tuo o di un altro.
Quindi se tu fossi messo davanti all’obbligo di scegliere tra tuo figlio e il figlio di un altro, beh bando l’ipocrisia ma salveresti tuo figlio.
Eppure bambini sono entrambi e secondo il concetto da te espresso avrebbero pari dignità.
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Non so se sei idiota ma di sicuro hai e pure scrivi pensieri da incubo. Vfc
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Ribadisco che appresso alla parola “bambini” si nasconde molta ipocrisia.
Vengono spesso citati per dare più peso alle questioni che si sostengono.
Anche i tassinari per contrastare l’allargamento delle licenze dicono che hanno bambini da sfamare, loro, mentre i clienti che strozzano con le loro tariffe ovviamente non ne hanno.
Hamas con la sua impresa non ha esitato a coinvolgere bambini, Nethaniau con la sua reazione e con raziocinio ha fatto lo stesso, quindi?
Lo smog che pervade le ns città e che provoca preoccupanti disturbi alle vie respiratorie dei b.;
L’inquinamento acustico che per l’udito sensibile dei b. è stressante con tutte le implicazioni psichiche che lo stress provoca;
La pubblicità che viene loro propinata durante i cartoni animati che crea desideri e aspettative per i più irrealizzabili, aspettative irrealizzabili che provocano senso di inferiorità e di esclusione fra coetanei;
Quei genitori tifosi di calcio che insegnano violenza e mancanza di rispetto ai figli e che se giocano al calcio li istigano a “spezzare le gambe agli avversari;
E la violenza che viene propinata ogni giorno in tv dai telegiornali e dai filmacci “ammericani;
E la povertà, la diseguaglianza, ecc., ecc., ecc., ecc., ecc., ecc., ecc., ecc., ecc., e poi ancora ecc.
Ma dai, ma dai
Bisogna avere molta onestà intellettuale per ammettere tutto ciò
La morte di qualsiasi persona è un dramma, è un accadimento irreparabile, non c’è bisogno di impietosire speculativamente con i “bambini”
La morte di una mamma che in quel momento pensava a cosa mettere in tavola quel giorno, o di un adolescente in fase di innamoramento, o dello studente che era alle prese con un esame da sostenere, o del lavoratore che discuteva di un aumento salariale, beh non ha meno valore.
Quanto conformismo!
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